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Dopo aver passato tutta la sera chiusi in camera a non fare niente, finalmente Kj ha deciso di tornare a casa.

È vero, l'ho chiamato io, perché pensavo che potesse distrarmi dalla situazione in casa e con Cole, ma la cosa negativa di Kj è che cambia atteggiamento ed umore in un secondo: prima è gentile e protettivo, ma subito dopo diventa possessivo e aggressivo... ma ci sono ormai abituata.

Scendiamo le scale, e noto che Cole non stava aspettando fuori dalla porta, ma era seduto su uno sgabello in cucina sempre davanti al computer. Forse si sarà rotto di stare seduto in una sedia nel bel mezzo del corridoio.

Kj prende la sua giacca e il suo zaino, mentre io gli apro la porta, sentendo che Cole dietro di noi si è appoggiato alla parete infondo all'ingresso, mentre guarda Kj che esce.

"Ricordati che domani ceniamo dai miei, cerca di vestirti decentemente, non come le altre volte a caso" mi dice, guardando la tuta in cui praticamente io vivrei per tutta la vita.

Non fraintendetemi, mi piace vestirmi bene ogni tanto, con gonne e top corti, ma trovo inutile vestirsi bene per una cena con praticamente la mia seconda famiglia.

"Ok" mi limito a dire, sorridendogli leggermente.

Si allunga su di me, lasciandomi un bacio veloce sulle labbra.
Fingo un altro sorriso, cercando di non mostrare quanto questo suo gesto mi abbia provocato un leggero fastidio.

Con un cenno della testa saluta anche Cole, squadrandolo dal basso verso l'alto.

"Ciao" lo saluto per interrompere il momento di imbarazzo tra i due, chiudendo la porta mentre lui si incammina verso la sua barca.

Per qualche secondo rimango con la mano sulla maniglia, chiudendo gli occhi per cercare di rilassarmi dopo aver passato un pomeriggio a dir poco orribile. Non ce la faccio più...

Sospiro e mi incamminiamo verso la parte posteriore della casa, sempre seguita da Cole, e una volta arrivata sotto il portico esterno, mi siedo sul dondolo, iniziando a spingermi leggermente con i piedi.

Cole si appoggia alla parete della casa, facendo attenzione a restare qualche metro distante da me, forse per lasciarmi un po' di spazio dopo la discussione che abbiamo avuto oggi.

Tiro fuori dalla tasca il pacchetto nuovo delle sigarette, insieme al mio accendino nero.

Mi metto una sigaretta in bocca, alzando lo sguardo verso Cole.
"Vuoi una?" Chiedo, porgendogli il pacchetto.

"No, tuo padre non vuole che io fumi durante le ore di lavoro"

Mi faccio scappare una risata, scuotendo la testa, mentre mi accendo la sigaretta.

Ovviamente nessuno sa che fumo, tranne Cole, che mi aveva beccato circa un anno fa quando stava tornando a casa dopo aver sistemato alcuni problemi ad una barca.

Rido perché mio padre pensa io sia una santa, e non vuole nemmeno che un'altra persona fumi davanti a me per non farmi influenzare...
Se solo prestasse un po' più di attenzione a chi sono davvero e a cosa faccio, allora lo capirebbe subito, partendo dall'odore... tanto ormai nemmeno più cerco di nasconderlo, so che mio padre non mi verrà mai vicino per un abbraccio o per altro, così come mia madre.

Alzo la testa al cielo, lasciando che la leggera brezza marina mi solletichi la pelle, mentre butto fuori il fumo.

"Scusa se insisto..." Cole interrompe la calma totale del buio della notte.
"Ma davvero non capisco perché stai con Kj"

Sospiro, facendo un altro tiro prima di parlare.
"Tu davvero non stai mai zitto"

"Cosa intendi dire?"

"Che vuoi sempre avere una risposta a tutto"

"Non è così che funziona il mondo? Si hanno delle domande, si cercano delle risposte"

"E perché ti fai questa domanda?"

"Perché mi interessa" risponde tranquillo, mentre alzo un sopracciglio sorpresa. È interessato? Al fatto che io stia con Kj oppure semplicemente vuole sapere le motivazioni?

Non rispondo, più che altro perché non saprei cosa dirgli.

"Seriamente, perché?" Mi chiede, usando un tono della voce molto pacato e profondo, che non gli avevo mai sentito usare.
"Insomma, ti tratta abbastanza di merda, potresti avere molto meglio"

"Non è vero" lo interrompo. "Non potrei" dico, mordendomi il labbro inferiore e abbassando la testa.

"Perché no?"

"Perché la gente è falsa e approfittatrice"

"E... Kj non lo è?"

"Probabilmente si... ma è stato il primo ad interessarsi davvero a me, a come stavo, da quando eravamo piccoli, ci conosciamo da tanto"

"Tutto qui?" Chiede ancora, alzando il tono della voce, e le sue parole mi sorprendono e volgo lo sguardo su di lui.
"Perché vi conoscete da tanto? Non sembri molto innamorata da queste parole"

"Non lo sono infatti" dico, realizzando che è la prima volta che lo dico ad alta voce. Ma è la verità, non lo amo, forse sì mi piaceva all'inizio, ma ero piccola, non sapevo cosa volesse dire amare davvero qualcuno, nemmeno adesso, ma tutto quello che so è che non lo amo.
"È più... un'abitudine"

"E non ti sembra una cosa triste?"

Sospiro. Sì, è parecchio triste, soprattutto per una che vuole essere indipendente come me.
"Comunque non potrei farci niente a riguardo"

Mi lancia un'occhiata confusa, come se volesse capire cosa io intenda, e per la prima volta nella mia vita mi sento libera di parlare con qualcuno, e quindi lo faccio, senza pensarci.

"Le nostre famiglie vogliono che sia così, è già tutto programmato. A nessuno interessa davvero cosa io provi, nemmeno a Kj. E d'altronde per lui penso sia lo stesso, ma ovviamente non dice niente perché sarà lui quello a prendersi tutta l'eredità delle aziende.
Semplicemente... è così, e deve rimanere così per tutti"

Stranamente rimane zitto, senza fare altre domande, e mentre finisco la sigaretta lo vedo che guarda l'orizzonte con sguardo dubbioso.
Probabilmente sono più incasinata di quanto pensasse.

Spengo la sigaretta sulla balaustra della veranda, buttandola sotto un vaso di fianco al dondolo.

"Sono stanca, vado a dormire" dico, alzandomi e anche lui si raddrizza in piedi per seguirmi fino alla mia stanza.

Una volta arrivata davanti alla porta, qualcosa mi ferma davanti ad essa, e mi giro verso Cole, che mi guarda dall'alto.

"Grazie... per avermi ascoltato. Ma basta domande in futuro"

Lui annuisce "ehm... sì, ok nessun problema" dice, sbattendo gli occhi e poi sorridendomi di sbieco.

Annuisco, rigirandomi per entrare in camera, ma ancora una volta mi blocco, e tiro fuori dalla tasca il pacchetto di sigarette, prendendone una in mano.
"Ora non stai più lavorando" gli dico, porgendogliela.

Lui la prende dopo qualche secondo di esitazione, respirando profondamente.
"Grazie... e buonanotte"

"Notte" gli sorrido, entrando in camera  e chiudendo la porta alle mie spalle.

Mi butto sul letto, mettendo le mani dietro la mia testa, fissando il soffitto.

È stato bello parlare con qualcuno, dopo tanti anni, e dire finalmente ad alta voce la verità. Anche se ovviamente lui non potrà fare niente a riguardo, ma almeno mi ha ascoltata, senza giudicarmi.
Ed è l'unica persona che sembra capirmi tra tutti quanti...

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Spazio autrice
Chissà perché Lili si sia aperta proprio con lui...
Nel prossimo capitolo ci sarà una festa, e si sa, succede sempre qualcosa di inaspettato. Di cosa si tratta secondo voi?

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