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Aspetto che dica qualcosa, stando in silenzio, guardandolo attentamente.

"Mia madre è morta 5 anni fa" inizia a dire, sentendo subito come il suo tono sia cambiato: ora sembra spento e rotto.
"Era malata da un po' di anni di tumore al cervello, l'ho praticamente vista perdere le forze e la lucidità di giorno in giorno, lentamente"

Alcune persone già a questo punto del racconto si sarebbero pentite di aver fatto la mia domanda, ma io no. Mi dispiace ovviamente, ma sono felice che ne stia parlando con me.

"I farmaci che prendeva praticamente le impedivano di fare qualsiasi cosa, persino parlare.
Mio padre ci ha provato a starle dietro per i primi anni, ma a un certo punto era diventato tutto troppo: doveva mantenere una famiglia intera con un misero stipendio, pagare le spese costose per le cure di mia madre e soprattutto stare tutto il tempo dietro a lei, che non riusciva nemmeno a soffiarsi il naso da sola dopo qualche anno"

Sospira nuovamente, come se il peggio lo dovesse ancora raccontare e avesse paura di dire ad alta voce quello che è successo.

"Poi mia madre è morta, non riusciva più a respirare e ha sofferto per mezz'ora cercando di prendere un filo di aria nei suoi polmoni, ma senza riuscirci. È morta in una cazzo di barca mentre andava verso l'ospedale, soffrendo" dice, ora con tono arrabbiato.

Nessuno dovrebbe morire così, in così tanto dolore, e i suoi familiari non si meritano di vedere una persona soffrire così tanto. Si capisce che Cole sia rimasto fortemente turbato da questo.

"Dopo la sua morte mio padre ha iniziato a bere sempre di più. Capitava spesso anche quando era viva che ogni tanto si ubriacasse, probabilmente per cercare di sopportare meglio il dolore mentale che aveva, ed era in quei casi che io e mio fratello ci occupavamo di nostra madre al suo posto"

Ora capisco perché era rimasto così colpito nel vedermi ubriaca la settimana scorsa, perché vedeva sempre suo padre così quando era più piccolo.

"Ma dopo la sua morte è peggiorato moltissimo, non c'era un giorno in cui non fosse ubriaco o... drogato. Ed è iniziato a diventare violento, con me e mio fratello: se provavamo a parlargli, se gli toglievamo dalle mani le bottiglie di alcolici, se cercavamo di farlo uscire di casa, era sempre una scusa per picchiarci e farci del male, e anche se cercavamo di aiutarci a vicenda, era difficile togliercelo di dosso"

"E dov'è ora tuo fratello?" Chiedo, realizzando che non lo abbia mai nominato, e non lo abbia nemmeno mai visto in giro per le isole con Cole.

"Dopo l'ennesima litigata con mio padre, Dylan ha deciso di andarsene. Ha preso uno zaino, ci ha buttato dentro qualche vestito e dei soldi che stava risparmiando da ormai un po' di anni facendo qualche lavoretto qua e là. E poi se n'è andato, da qualche parte in Europa.
Ogni tanto lo sento, io so che lui ci sarà sempre per me, ma un po' inzia a mancarmi" ammette, leccandosi le labbra che ormai erano diventate secche.

"Perché non sei andato via con lui?" Chiedo diretta, non capendo sinceramente perché non lo abbia fatto, era l'occasione giusta di riniziare da capo.

"È partito dopo pochi giorni che tuo padre mi aveva dato lavoro. Sapevo che con quello stipendio potevo permettermi di affittare un piccolo appartamento e quindi non dovevo vivere più con mio padre.
In più a me non piace scappare, sono dell'idea che bisogna affrontare le difficoltà, non nascondersi o evitare esse. È semplicemente il mio modo di pensare"

Nonostante io sia diversa da lui sotto questo punto di vista, provo ad immedesimarmi nella sua persona e nei suoi valori, e da una parte capisco perché non lo abbia fatto.

"Mi dispiace tanto... so che è la cosa più banale da dire, ma è vero... nessuno si meriterebbe di passare quello che hai passato tu" gli dico, sorridendogli dolcemente.

"Non ti preoccupare, non me la sto vivendo troppo male nonostante tutto... anzi adesso praticamente vivo in una casa il cui ingresso è grande tanto quanto la mia" dice ironico, forse per cercare di sdrammatizzare la conversazione che abbiamo appena avuto, come di solito faccio anch'io.

Alle sue parole resto in silenzio, guardandolo con sguardo serio.

"Ehm... scusami, non avrei dovuto dirlo, so che per te non è una bella situazione quella di me in casa" si scusa subito, scuotendo la testa imbarazzato.

"No, tranquillo davvero. Non mi dispiace poi così tanto avere qualcuno di diverso rispetto a Kj o alla mia famiglia con cui parlare.
Inoltre è comodo aver qualcuno che mi porti ovunque io voglia" dico ridendo, e contagiando anche lui.

Finalmente l'aria tesa che c'era prima si è un po' smorzata, e io stessa rilasso i muscoli che non mi ero nemmeno accorta di avere in tensione.

Improvvisamente mi alzo in piedi, andando verso il bordo della barca.

"Cosa fai?" Mi chiede confuso, guardandomi attentamente.

"Mi butto" affermo convinta, iniziando a togliermi di dosso la maglietta e gli shorts, sentendo addosso i suoi occhi tutto il tempo.

"Sei sicura? Mi sembra molto profondo, ci saranno sicuramente degli animali in acqua"

Ignoro le sue parole, e mi tuffo di testa in mare, e provo una sensazione meravigliosa venendo a contatto con l'acqua fresca.

Dopo qualche secondo ritorno in superficie, notando che Cole si sia sporto dalla barca per controllare io stia bene.

"Dai buttati, l'acqua è bellissima!" Gli urlo, muovendomi per restare a galla.

"No devo stare in barca, e anche tu dovresti, non è sicuro!"

"Smettila di fare il bodyguard per qualche minuto e comportati da ragazzo di 20 anni!"

Alle mie parole però scuote semplicemente la testa e allora mi giro, iniziando a nuotare verso la parte opposta della barca.

E dopo qualche secondo che sono in acqua, urlo.
"Ahia! Cazzo, mi ha punto qualcosa!" Grido, iniziando ad agitarmi in acqua, facendo fatica a stare a galla.

"Lili!" Mi urla Cole, ma vedendo che non riesco nemmeno più a parlare si butta anche lui in acqua, con ancora la maglietta addosso, nuotando più velocemente che può verso di me.

Mi raggiunge, stringendo la mia vita con il suo braccio, e quasi mi viene un flash della settimana scorsa, sentendo il suo tocco familiare sulla mia pelle.

Non appena sento i nostri corpi completamente a contatto tra loro inizio a ridere, provocando in lui un'espressione confusa.

Non riesco nemmeno a spiegargli che fosse uno scherzo da quanto sto ridendo, non penso sia capitato in mesi e mesi che io abbia riso così tanto, ma la sua espressione preoccupata e il fatto che si sia buttato così velocemente senza spogliarsi mi fa troppo ridere. E a giudicare dal cambio di sguardo nel suo volto, penso lui abbia capito da solo le mie intenzioni.

"Cazzo Lili, ma sei pazza!? Mi hai fatto spaventare!"

"Era l'unico modo per farti buttare" gli dico, aggrappandomi alle sue spalle e continuando a ridere, ad un certo punto contagiando anche lui.

E solo dopo qualche istante mi rendo conto in che posizione siamo: l'uno attaccata all'altra, con le sue mani sui miei fianchi, mentre le mie sulle sue spalle, e i nostri visi solo a qualche centimetro di distanza.

Smetto immediatamente di ridere, guardandolo dritto negli occhi, mentre ci facciamo cullare dal movimento delle onde.

E senza nemmeno accorgercene dopo qualche secondo le nostre labbra si stanno quasi sfiorando e i nostri cuori battono all'impazzata...

**********
Spazio autrice
Woooo... sta per succedere!!!
Cosa ne pensate del passato di Cole? Secondo voi ha fatto la scelta giusta nel non scappare insieme al fratello?
E secondo voi ci sarà questo maledetto bacio oppure qualcosa li fermerà?

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SPROUSEHART || salvami ancora Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora