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LILI

È di nuovo domenica, il che significa che io e Cole andiamo da qualche parte in barca dato che non c'è scuola. È diventata più a meno una tradizione, una cosa che facciamo ogni settimana ormai.

Salgo sulla barca, dove Cole è già pronto per partire.

Sono passati alcuni giorni da quando quei due uomini sono entrati in casa, e non sono riuscita a convincere Cole in nessun modo a dirmi cosa sia successo in quell'ufficio con mio padre, e quindi alla fine ho mollato la presa, tanto so che non me lo dirà mai...

"Dove andiamo?" Chiede, oggi mi sembra particolarmente sereno e felice.

"A casa tua" affermo tranquilla, provocandogli un'espressione molto confusa.

"C-cosa?" Balbetta.

"Nel tuo appartamento, voglio vederlo"

"No, non credo sia una buona idea" risponde distogliendo lo sguardo da me e facendo finta di dover guardare qualcosa dentro la cabina della barca.

"Perché no? Tu hai visto la mia casa e io ora voglio vedere la tua"

"È... diverso" dice, scuotendo la testa. Sento che c'è qualcosa che non mi abbia detto...

"Cole, non sono come mio padre, non mi impressiono o schifo se vado in un posto che non sia dei ricchi sfondati" gli dico, cercando di rassicurarlo se mai pensasse che penserei male di lui.

Lui sospira, probabilmente sapendo che non mi arrenderò facile, e si passa una mano sulle labbra, quasi fosse agitato.

"Ehm... va... va bene" dice, mettendo in moto la barca, e contenta di averla avuta vinta così facilmente vado a sedermi dietro di lui, mentre si dirige nella parte ovest dell'arcipelago, quella che mio padre descrive come la zona dei poveri.

Non so perché fosse così agitato, lo sapevo già che non navigasse nell'oro, ma non mi importa, non mi è mai importato.

Voglio conoscerlo meglio, e sapere di più della sua vita quando è fuori dalle mura di casa mia...

***

Dopo qualche minuto passato in silenzio, Cole si accosta affianco ad un molo di legno malmesso di un'isola che da qui sembrerebbe quasi disabitata e in cui non mi sono nemmeno mai avvicinata.

Mi aiuta a scendere e iniziamo a camminare: il terreno sembra secco, e l'unico tipo di abitazione che si vede sono delle specie di roulotte, e seduti su alcune sedie vecchie e sporche ci sono alcuni anziani che mi guardano perplessi, probabilmente nel vedere una faccia nuova qui e con i vestiti puliti a differenza loro.

Ci sono anche alcuni bambini sporchi di fango che giocano tra loro con una palla creata da rimasugli di spazzatura.
Non avevo idea esistesse un posto del genere nell'arcipelago, dove le condizioni igieniche e sanitarie sono completamente assenti... ma perché nessuno ha mai fatto niente? O meglio, perché mio padre non ha investito soldi per aiutare questa povera gente?

Provo ad immaginarmi dove si possa trovare un appartamento, quello dove Cole ha detto di vivere, perché qua vedo solo case piccole e malmesse, oltre che alle roulotte e camper.

Sento lo sguardo di Cole addosso, probabilmente sta cercando di capire la mia reazione nel vedere tutto questo.

Ci fermiamo dopo pochi passi davanti ad una piccola casetta in legno, davanti c'è una veranda che però non sembra essere toccata da nessuno da molto tempo date le ragnatele sparse ovunque ed il tetto sembra sporco e fragile.
Sicuramente se arrivasse un uragano non resterebbe niente di quest'isola.

SPROUSEHART || salvami ancora Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora