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È da due ore che sono seduta sul letto, con i libri di scuola davanti a me, ma la mia testa sembra essere completamente altrove, non trovo nemmeno la forza di iniziare a leggere queste minuscole parole nere che parlano di un qualche filosofo morto centinaia di anni fa...

Se riuscirò ad arrivare alla graduazione con tutte sufficienze sarà un vero miracolo.

Fuori dalla finestra è già buio, e nonostante le domestiche mi siano venute e chiamare per la cena, io non sono scesa... non ho intenzione di sedermi a tavola di fronte a mio padre, preferisco stare a digiuno.

A un certo punto, nel silenzio tombale che regnava in camera mia, si sentono due battiti alla porta.

"Chiunque sia, non ho intenzione di scendere" urlo per farmi sentire dall'altra parte della porta.

Di mia sorpresa, quest'ultima si apre, rivelando la figura di Cole, con in mano un piatto.

"Ti ho portato qualcosa da mangiare" dice, mostrandomi il toast al formaggio che sa piacermi un sacco fatto da lui.

Nonostante quello che è successo dopo scuola oggi pomeriggio, mi rilasso nel vederlo qui, finalmente qualcuno sembra ricordarsi della mia esistenza.

"Grazie... non dovevi" rispondo a tono basso, portandomi una ciocca dietro i capelli.

Vedendo che non sono arrabbiata, entra in camera, chiudendo delicatamente la porta alle sue spalle, appoggiando poi il piatto sulla mia scrivania.

"Posso?" Chiede, indicandomi con gli occhi il bordo del mio letto.

Vuole davvero parlare? O forse no?

Annusico debolmente con la testa, spostando di lato i libri ancora aperti e completamente intatti da qualsiasi segno di matita o di evidenziatore.

Prende posto sul bordo, voltando solo il volto verso di me, ma io resto con le gambe incrociate e la schiena appoggiata alla testata del letto, tenendo la testa bassa.

"Mi dispiace..." sussurra, sospirando profondamente.

Ed è in questo momento che mi sento incredibilmente in colpa, non dovrebbe essere lui quello a scusarsi...

"Mi dispiace per averti fatto sentire come se non mi importasse niente di te e che lo facessi solo perché è il mio lavoro... ma io ti giuro che non è così. Sei praticamente l'unica persona con cui parlo in tutto l'arcipelago, che sa la mia storia e che mi rende felice solo a guardarti. E mi sento una merda sapendo che te invece pensi che non sia così..."

Restiamo entrambi in silenzio, per qualche secondo, e decido finalmente di alzare la testa e guardarlo dritto negli occhi.

"No..." dico, spostandomi dalla mia posizione e avvicinandomi a lui, ancora con le gambe incrociate, ma a solo qualche centimetro di distanza dal suo corpo.
"Dispiace a me... sono stata immatura e stupida a dirti quelle cose. Ho pensato solo a me stessa, non capendo quanto sia importante per te questo lavoro"

Cole alza leggermente un angolo della bocca, sollevato nel sentire le mie parole.

"So che ci tieni a me, perché mi hai aiutato tanto... forse per una volta volevo semplicemente che fosse una cosa mia, quella di averti, e non anche di mio padre. Per una volta volevo sentirmi come se qualcosa stesse succedendo solo a me, senza che mio padre fosse incluso, come invece è stato per tutta la mia vita...
Ma lo capisco se tu non provi lo stesso che provo io, se non vuoi quello che voglio io, ma..."

Non faccio in tempo a finire la frase che subito vedo Cole avvicinarsi a me ed unire le nostre labbra in un lungo e dolce bacio.

Le sue labbra sembrano incastrarsi perfettamente con le mie, e il suo odore è così familiare sotto il mio naso.

SPROUSEHART || salvami ancora Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora