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È ormai ora di cena, i miei genitori sono seduti ai loro soliti posti, ma c'è una differenza oggi...

Al posto di Kj, di fianco a me, è seduto Cole.

È ormai successo un bel po' di volte che Cole cenasse con noi, alla fine è praticamente un membro della famiglia dato che deve stare insieme a me 24 ore su 24.

Ma stasera è diverso... io mi sento diversa. Stare vicino a lui mi provoca una sensazione strana, non ho il coraggio nemmeno di alzare lo sguardo dal mio piatto ancora pieno di cibo, per paura di incontrare i suoi occhi.

Odio ammetterlo, ma ogni volta faccio così, ogni volta che qualcuno mi vede ferita o fragile, tendo a spingerlo via... non mi piace farmi vedere vulnerabile.

"Lili, perché non hai invitato Kj questa sera a cena?" Chiede mio padre, ancora vestito con i suoi abiti eleganti da lavoro, con la cravatta e la camicia messe perfettamente a posto.

Mi schiarisco leggermente la voce, cercando di pensare a cosa dire o ad una scusa, ma dato che non me ne viene nessuna in mente, decido di dire la verità.

"Abbiamo... discusso" dico, inziando a battere a terra il piede in modo agitato, ma per fortuna nessuno se ne può accorgere data la lontananza... nessuno, tranne Cole, che chiaramente percepisce del movimento sotto la tovaglia.

"Una discussione? Niente di serio, spero" chiede mio padre, che come ogni volta è solo interessato che tutto vada come programmato tra noi, non gli importerà mai di come io stia davvero.

"Sì, niente di importante" mento, guadagnandomi un'occhiataccia da parte di Cole, che è chiaramente confuso da tutte le bugie che dico ai miei.

"Scommetto che ti sarai comportata come una sgarbata come ogni volta... vedi di trattarlo bene quel ragazzo, sai quante cose può dare la sua famiglia alla nostra" dice, guardandomi serio per qualche secondo, e ovviamente riferendosi a tutti gli accordi lavorativi che salterebbero se io e Kj non portassimo avanti le aziende insieme.

"Sì papà" mi limito a rispondere, e lui sorride soddisfatto nel vedermi così pacata ed obbediente, cosa che non succedeva da un po' di tempo...

Con la coda dell'occhio vedo Cole che ha smesso di mangiare e sta chiaramente pensando a qualcosa da dire, probabilmente in mia difesa.

Ma lo blocco immediatamente, girandomi discretamente verso di lui e lanciandogli un'occhiata di fuoco, scuotendo debolmente la testa.

Lui nota i miei segnali, e dopo avermi fissato per qualche secondo, ritorna a mangiare, mantenendo una postura rigida.

Spero solo questa cena passi in fretta... non so per quanto altro tempo riuscirò a contenere la rabbia e le lacrime...

***

È da mezz'ora che cammino avanti e indietro per la mai stanza.

Sarà l'una di notte, se non anche più tardi, ma il sonno sembra non voler entrare nel mio corpo.

Ed è mezz'ora ormai che penso di fare una cosa, per cui però non trovo il coraggio.

Non so nemmeno come mi sia venuta questa idea, ma sento di aver bisogno di farlo, sento che ho bisogno di lui.

Prendo un bel respiro, e senza pensarci apro la porta della mia camera, guardando intorno a me che nessuno sia sveglio.

C'è ancora una luce accesa proveniente dal piano di sotto, probabilmente mio padre starà ancora lavorando.
Ma il resto del piano è completamente buio.

Cercando di fare meno rumore possibile, inizio a camminare lungo il pavimento freddo, e ritrovandomi dopo pochi passi proprio di fronte alla sua camera.

La fisso qualche secondo. Ma cosa mi è venuto in mente? Perché sono qui?

Ma purtroppo prima che me ne possa accorgere, la mia mano è già sulla porta, facendo un paio di battiti su di essa.

Aspetto qualche secondo, che sento come se fossero ore, ma di lui nessuna traccia.

Giustamente starà dormendo tranquillo, non come me che non riesco nemmeno a controllare le mie emozioni per due secondi.

Mi giro, da una parte sollevata che sia andata così, era una brutta idea già dall'inizio.

Ma non appena sto per rientrare nella mia camera, sento una porta dietro di me aprirsi, e mi blocco sul posto, spalancando gli occhi.

"Lili?" Mi chiama lui, mentre mi giro per guardarlo in faccia.
"Stai bene? È successo qualcosa?" Chiede, pensando immediatamente io sia andata da lui perché ero in pericolo.

"No no, sto bene" gli dico, morendomi nervosamente il labbro inferiore.

"Ok..." risponde, con espressione confusa, e aspettando che dica la ragione per cui ho bussato alla sua porta all'una di notte.

"Posso entrare?" Chiedo di getto, ma lui non sembra sorprendersi più di tanto, si limita a guardarsi intorno per vedere se ci sia qualcuno sveglio.

"Si, vieni" dice, spostandosi leggermente dalla porta per lasciarmi spazio per entrare in camera.

Mi avvicino, entrando all'interno della stanza e andandomi a sedere sul bordo del suo letto, mentre mi guardo intorno, osservando le sue cose sparse per la camera, notando la finestra del balcone aperta.

"Stavi dormendo?" Chiedo, voltandomi di nuovo verso di lui, che è rimasto fermo davanti alla porta, adesso chiusa, a guardarmi attentamente.

"No tranquilla, stavo fumando, per quello ci ho messo un po'" mi risponde, a tono basso per non farsi sentire da nessuno.

Annusico debolmente, non sapendo nemmeno cosa dire. Perché sono qui in primo luogo? Ma in un certo senso non ci penso nemmeno adesso che sono con lui.

"Ti va se ce ne accendiamo una?" Chiedo, indicando con la testa il pacchetto appoggiato sul suo comodino.

"Sì, va bene" risponde, prendendolo in mano, ed insieme usciamo sul balcone che dà proprio sull'oceano, le uniche luci che si possono vedere sono quelle dell'isola centrale che però si vede molto in lontananza.

Mi porge una sigaretta, mentre si accende la sua, e poi mi passa l'accendino, continuando a guardare ogni mio movimento.

"So che ti chiedi perché io sia qui" gli dico, ridandogli l'oggetto nero, e buttando fuori una nuvoletta di fumo, che si spande nell'aria, dissolvendosi, come vorrei facessero i miei pensieri.
"So che dico spesso che mi piace stare sola, ed è vero. Ma non mi piace sentirmi sola... e ora come ora ho solo te" ammetto, non sapendo nemmeno con quale coraggio io glielo stia dicendo.

Lui sta in silenzio, e nonostante io stia guardando il mare di fronte a noi, sento continuamente il suo sguardo addosso, come se mi stesse studiando per capire che caspita passa per la mia testa.

"Lili..." mi richiama, e quando giro lo sguardo verso di lui lo vedo serio, troppo serio... c'è qualcosa che non va.
"Ti devo dire una cosa..."

E non avrei mai immaginato le parole che mi disse subito dopo...

********
Spazio autrice
Oh-ohh.... cosa mai vorrà dire Cole a Lili? Provate a fare le vostre ipotesi nei commenti.
Vi avverto già che avranno una conversazione molto importante e profonda.

COMMENTATE E VOTATE ❤

SPROUSEHART || salvami ancora Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora