Capitolo 3: "La visita"

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Finalmente la quarta ora e quindi un'altra ora di filosofia, sono carica, il prof. ha detto che ha già corretto le verifiche, ma che le consegnerà alla fine dell'ora.
La spiegazione è sempre interessante, non mancano gli scocciatori di turno: collaboratori che portano avvisi, colleghi che chiedono cambi, alunni che si accordano per le interrogazioni di recupero.

«È il terzo che entra a disturbare, al prossimo non so cosa può succedere!»

«Sophì tu non sei normale, meglio così meno spiegazione meno studio per la prossima volta»

«Sara sei tremenda»

«Lo dici ma non lo pensi per davvero se no non saremmo amiche del cuore»

Le sorrido, mentre il quarto scocciatore si avvicina alla cattedra seguito dalla preside Bassi:

«Anselmi si prepari, sono venuti a prenderla»

«Mi scusi preside, ma io non ho portato nessun permesso per uscire»

«Il signor Suardi ha la delega per questo tipo di procedure, ora non faccia perdere altro tempo al professore e alla classe, il collaboratore porterà giù lo zaino»

Guardo Sara che trattiene una risata mentre finge di aiutarmi a preparare lo zaino e a bassa voce mi dice:

«È opera sua?»

«Sicuramente, ma questa volta lo strangolo con le mie mani!»

«Ci sentiamo oggi pomeriggio così ti passo i compiti. Ciao»

«Ciao Sara e grazie.»

Scendo a fatica, Alessio è lì ad aspettarmi:

«Beh?!? Vuoi spiegarmi quest'incursione scolastica?»

«Ciao anche a te Sophì, pronta per la visita ortopedica? Pirozzi ci aspetta»

«Ma che cavolo!»

«Ho la macchina qui fuori, ce la fai?»

«Certo che domanda»

Raggiungiamo l'ospedale dopo una decina di minuti:

«Sei stranamente silenziosa»

«Non ho nulla da dire...»

«Tu aspettami qui, io salgo in ginecologia, mi cambio e poi scendiamo in trauma ok?»

«Okey!»

Prendo il cellulare e mi metto a leggere le mail che la segreteria ci ha inviato per la stesura della tesina di fine anno. Sbuffo frustrata ci sono un sacco di paletti e di limitazioni.

Cara Sophia sei completamente assorta, so che sei un po' agitata e adesso ti farò un bello scherzetto, so per certo che non alzerai gli occhi dal cellulare rendendomi semplice il compito, bene, si va in scena.

«Signorina può dirmi dove si trova il reparto di pediatria?»

Alzo appena lo sguardo percepisco una figura maschile, un medico alto chiede a me istruzioni... non c'è più religione...

«Vada in fondo al corridoio se non hanno cambiato nulla lo trova lì»

«Peccato che noi ora si vada in trauma!»

Sobbalzo e quasi il cellulare mi cade dalle mani.

Lo sto fissando estasiata? Sorpresa? Inebetita? Non so dirlo. Il mio cuore perde un battito, nemmeno nei miei sogni sono mai riuscita ad immaginarlo in questa veste... è fighissimo, è ufficiale sono partita per la tangente e so che sto sorridendo come una scema.

... Eppur si S-muove...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora