Sento un rumore non definito, ed è troppo tardi quando mi accorgo che Alessio ha usato le chiavi d'emergenza per entrare in casa:
«Stai bene?»
«Non voglio parlare con te!»
«E invece mi ascolterai e ci chiariremo da persone adulte»
«Alessio vattene!»
«Non prima di aver chiarito!»
«Ok non è un problema, me ne vado io in camera mia!»
«Sophia!»
Dice afferrandomi per il polso
«Lasciami subito! Non ti voglio sentire hai capito?!? Mi hai usata e tradita»
«Sophia ascoltami!»
«Mollami il polso, mi fai male.»
«Ok ti lascio ma dobbiamo parlare!»
«Vattene! Ti odio, capito? Ti odio come non ho mai fatto con nessuno! Lasciami in pace!»
«Calmati e ascoltami non avrei mai potuto prenderti in giro, certo ho dovuto smussare, alleggerire, omettere forse sbagliando, ma l'ho fatto perché siamo una famiglia!»
«Continua pure a raccontarti queste favolette, io.non.voglio.ascoltartiii!!!»
Prendo la scala e mi rintano in camera mia, nonostante le lacrime scendano senza controllo sono riuscita a preparare il mio borsone, ho rotto il salvadanaio per le emergenze e appena se ne andrà chiamerò un taxi per la stazione.
Che fortuna il suo cercapersone!
«Sophia devo andare... un'emergenza, ne riparliamo domani!»
Vai, senza problemi, io domani non sarò qui!
Ho bisogno di cambiare aria senza sentire altre versioni martellanti e assurde. Ho bisogno di ritrovarmi.
Ho bisogno di capire chi sono io e cosa ne sarà di me. Ho bisogno di riflettere sul peso di quelle parole.È sera quando arrivo ad Alassio, non ci penso troppo e raggiungo la pensione 'Rosa blu'.
«Signorina Anselmi ecco le chiavi della sua stanza, la cucina sta per chiudere, ma se si sbriga un piatto di pasta glielo preparano ancora»
«Grazie è proprio quello di cui ho bisogno!»
Consumo la mia cena e mi rintano in camera sotto le coperte, mi addormento piangendo cullata dalla musica del mio lettore mp3.
...
Le 8.45 mi cambio e scendo a fare colazione: mi vizio come da tanto non facevo: cornetto, latte con cacao, pane tostato con burro e marmellata, mi alzo sazia e un po' meno triste.
Non ci penso troppo, imbocco la piccola scala del cortile interno e mi ritrovo in spiaggia.
Il sole è caldo, l'acqua è tranquilla e gli altri pochi ospiti sono sorridenti e silenziosi.
Trovo l'ombrellone con il numero della mia camera e mi sistemo completamente sotto la sua ombra, il mio fisico è comunque debilitato e non può stare esposto al sole battente.
La mia compagna fedele, cioè la mia borsa contiene tutto ciò che può servirmi: salviettone, crema, occhiali da sole, mp3, diary, un romanzo rosa e il cellulare spento... poi ci sono io che contengo un mondo di emozioni devastanti: tristezza, delusione, paura amarezza, rabbia, rimpianto e malinconia. Ho bisogno di non pensare a nulla. Ho bisogno di calmarmi, ho bisogno di credere che andrà meglio, ho bisogno di convincermi che un taglio netto con il passato è quello che mi serve anche se sarà doloroso. Ho bisogno di tornare a sorridere. E ora, visto che nessuno può dirmi cosa fare e cosa no, andrò a farmi il bagno.
Indosso un foulard più piccolo e corro verso l'acqua, entro e solo quando i piedi affondano nella poca sabbia e l'acqua fresca mi bagna, riesco a piangere e in parte a liberarmi della pesantezza dei miei pensieri, non ci penso troppo: mi bagno la testa avendo l'accortezza di non spostare il foulard poi nuoto dove l'acqua è più alta e fresca. È davvero rilassante, ma anche stancante così torno indietro e mi siedo a riva, come facevo da piccola.
Ad un tratto mi sento avvolgere da due braccia forti:
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... Eppur si S-muove...
Romance© Chiara Bruletti STORIA COMPLETA Sophia Anselmi quasi diciottenne piena di sogni, di speranze, amante della filosofia e innamorata persa di Ale. Alessio Suardi giovane caparbio medico alle prese con l'ultimo anno di specializzazione. Nel mezzo un i...