Capitolo 5: "Confidenze"

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Ho bisogno del mio diario adesso... uff non ho voglia di alzarmi, forse se mi allungo riesco a prenderlo... ecco così, ancora un altro pochino...

Un tonfo a risvegliarmi.

«Merda, merda... ma che cavolo!»

La porta si spalanca, Alessio visibilmente preoccupato entra senza curarsi delle circostanze:

«Sophì stai bene? Che ci fai per terra? Che stavi combinando?»

«Io ... niente, mi sono girata e un attimo dopo sono caduta...»

«Ok, aggrappati a me, ora ti aiuto a sollevarti, poi ti rimetterò a letto!»

Mi aggrappo al suo collo, con un po' troppo slancio: impatto contro i suoi pettorali e respiro avida il suo profumo. Succede tutto troppo velocemente un attimo dopo sono seduta a letto.

«Senti dolore da qualche parte?»

«No, mi sono solo arrotolata non so come nelle coperte e poi sono caduta. Scusami.»

«L'importante è che tu stia bene. Ti serve qualcosa prima che vada?»

«No, sono a posto.»

«A domani»

«Ciao»

Sono passati già due minuti Alessio è ancora da basso lo sento bisbigliare con nonna... uff che avranno da dirsi?!? ... oh ecco questa è la porta di ingresso che si chiude, bene adesso posso alzarmi per recuperare il mio diario.

Saltello su un piede, attaccandomi all'armadio e raggiungo i cassetti della scrivania... ma la porta si apre e  improvvisamente lo sguardo truce di Alessio mi inchioda:

«Sophia mi stai prendendo in giro?»

«Che... Che cosa ci fai tu qui?»

«Non cambiare discorso: cosa fai tu in piedi? Solo un minuto fa mi hai detto che non ti serviva nulla e ora ti trovo alla scrivania!»

«Io... scusa, mi scappa pipì»

«Andiamo va, ti accompagno in bagno»

«Faccio da sola»

«Non fare la bambina, dai, ti ci porto io»

Sospiro e mi preparo ad essere sollevata...

Come volevasi dimostrare alzata senza sforzo appartenente, mi trovo nuovamente e pericolosamente vicina al suo collo, mentre respiro il suo profumo. Peccato il corridoio sia troppo corto.

Dopo poco sono di nuovo a letto.

«Hai il divieto assoluto di alzarti. Chiaro?»

«Sì dottore!»

"«Sophì non scherzo!»

«Ok, ok ho capito!»

Mi sdraio e spengo la luce.

Cosa fondamentale... sono salva, lui non sa dell'esistenza del mio diario, o dei miei sentimenti o dei miei pensieri più intimi.
Non demordo e forse ho trovato un modo per raggiungere il cassetto senza che nessuno se ne accorga.

Azzardo: dal bordo del letto, mi siedo a terra, poi striscio sul sedere tenendo sollevata la doccia gessata, arrivo al cassetto prendo il diario con la penna già agganciata alla copertina, me lo metto in grembo ed effettuo il percorso al contrario.
Purtroppo per me, quando ci risalgo il letto scricchiola rovinosamente.

Non posso inventare ancora una scusa, ecco il diario sotto il cuscino e io a pancia sopra con gli occhi chiusi.

La porta si apre, la luce del corridoio rischiara la stanza, percepisco la sua presenza, fingo di mugugnare nel sonno, la sua voce delicata raggiunge le mie orecchie confermando la sua presenza:

«Meno male dorme»

Sento i passi avvicinarsi, la sua mano calda si posa sulla mia guancia carezzandola. Poi un bacio.

La sensazione più bella che abbia mai provato: le sue morbide e fugaci labbra mi regalano un bacio prolungato sulla guancia.

«Dolci sogni piccola mia»

Dopo aver pronunciato queste parole lo sento allontanarsi, la porta si chiude, ma resto ferma immobile ad occhi chiusi, felicemente emozionata per il bacio che ho ricevuto finché il sonno sopraggiunge.

...

È mattina, mi sveglio ho dormito poco e male, raggiungo il bagno saltellando, mentre per la discesa della scala mi siedo e scendo con il sedere gradino dopo gradino.

«Sophì che ci fai qui?»

«Nonna ho fame, sono scesa per fare colazione»

«Sai che se Alessio ti vedrebbe qui, sgriderebbe entrambe?»

«Nonnaaa non gufare. Alessio fa il primo oggi e poi non è qui!»

«Questo non ti autorizza a non rispettare le regole!»

«Non voglio farti fare su e giù dalle scale»

«E io non voglio che per qualche stupida presa di posizione tu non guarisca!»

«Farò attenzione, promesso»

«Tesoro devi capire che io sono vecchia e non starò qui per sempre... e vorrei andarmene con la consapevolezza di averti dato il meglio»

«Nonna smettila di dire stupidaggini. Tu starai con me ancora tanto tempo... su questa cosa non si discute proprio»

«Gioia mia mi piacerebbe...»

«Parliamo di cose serie e belle... appena finita la colazione dobbiamo compilare i moduli per il soggiorno al mare del gruppo anziani»

«Sai, stavo pensando di starmene a casa»

«Oh nooo! Non puoi rinunciare alle tue vacanze, questo soggiorno giova alla tua salute»

«In effetti.... è vero, ma tu avrai la maturità e lasciarti a casa dei Suardi non mi sembra il caso, Marta e Stefano sono due brave persone, ma hanno il loro bel da fare con Alessio e il suo ultimo anno di specializzazione.»

«A me questo cambiamento temporaneo non dispiace e nemmeno a loro: ho mai dato problemi?!?»

«Non si sono mai lamentati, so che ti sei sempre comportata bene... che ti piaccia l'idea non ne ho mai dubitato: vivere sotto lo stesso tetto del bel dottore tutto sorrisi e muscoli è un sogno che si realizza o sbaglio?!?»

Dice nonna dandomi una gomitata e facendomi l'occhiolino, mentre io avvampo e rispondo:

«Nonnaa! Non è divertente!»

«Oh sì che lo è. Solo ad avertelo nominato sei diventata rossa come un pomodoro maturo. Ammettilo hai un debole per Alessio. Aggiungo sono una nonna anziana, mica rimbambita, gli occhi mi funzionano ancora!»

«È un bel ragazzo»

«»Solo questo? Devo ricordarti come lo contemplavi da piccola?"

«Non mentirò da piccola avevo una specie di venerazione per lui, ma ora sono grande e amo alla follia il mio Immanuel, motivo per cui ora tornerò di sopra a studiare.»

«Bimba mia ricordati che devi vergognarti solo del male volutamente puoi fare a qualcuno, ma non devi mai vergognarti di esprimere i tuoi sentimenti, questa cosa vale in qualsiasi ambito delle tua vita: in amicizia, in amore, nella vita privata, a lavoro.»

«Oggi sei profonda nonna!»

«Sono vecchia quindi un poco anche  saggia»

«Potresti essere un bravo filosofo»

«Come il tuo Emanuel?»

«Immanuel, Immanuel Kant... l'unico il solo... il very original!»

«Ho capito, ma toglimi una curiosità, come farai a risalire di sopra?»

«Utilizzando la tecnica del gambero, te lo mostro»

Risalgo gradino dopo gradino con il sedere a terra.

«Ed ora non ci sono altre scuse, dovrò impegnarmi oltre misura»

Detto questo mi tuffo sui libri ed è già ora di pranzo...

... Eppur si S-muove...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora