Capitolo 25: "Ho bisogno di parlarti..."

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Finalmente mi hanno dimesso è pomeriggio e sono a casa, purtroppo le limitazioni ospedaliere proseguono, così sono io a tenere la mascherina per permettere a chi mi circonda di stare sereno.
Il cellulare vibra:

"Ciao bellissima, ti ho intasato la posta, ti ho inviato una mail per materia con spiegazioni ed esercizi eseguiti passo passo, riguardati e se ti occorre ci sentiamo con skipe."

"Luuuu! Sei il mio angelo custode!"

"No,no,no,nooo! Io sono un ragazzo innamorato perso di una certa Sophìa Anselmi: occhi grigio-verdi, capelli lunghi castani, sorriso bellissimo e impertinente... non so se conosci la tipa in questione!"

"Di vista... ormai non la riconosco più!"

"E dai Soph, pensa positivo sei a metà di questo cavolo di percorso..."

"A metà... mi fa paura quello che mi aspetta!"

"Posso tentare di immaginare, maaa parliamo di cose belle: sei a casa e secondo il mio conto alla rovescia tra dodici giorni diventerai maggiorenne! Quindi inizia a pensare a cosa vuoi fare per festeggiare, perché QUANDO STARAI BENE recupereremo tutto il tempo perso ok?"

"È vero, manca pochissimo, l'importante è stare con te, cosa faremo sarà solo un piacevole contorno!"

"Non vedo l'ora"

"Impaziente!"

"Sai da quant'è che sogno la morbidezza e il sapore delle tue labbra sulle mie? E non solo quelle!"

"Anche io sento il bisogno di poter stare liberamente con te... e presto sarà una cosa a portata di mano"

"Già, nel frattempo io dovrei studiare e invece resto qui come un ebete a immaginare la perfezione del tuo corpo sotto i vestiti, il tuo respiro affannato e la tua voce cristallina che perfora il mio timpano"

"Woow mai pensiero più condiviso! Lo stesso vale per me. Per fortuna lì sotto la chemio non mi ha dato effetti collaterali, quindi se ti penso forte, lei risponde"

"Cazzo Sophì così diventa duro!"

"Sai cosa fare ..."

"Nonostante la cosa mi tenti, ora devo andare domani interrogano e ho un sacco di roba da ripassare"

"T.V.T.B"

"Io di più!"

Aaah quanto mi alleggerisce il cuore e la testa pensare a cose piacevoli che si distacchino completamente dalla situazione attuale di salu...

«Ciao Piccolina. Come ti senti?»

Sobbalzo sul divano e il cellulare per poco non si schianta a terra:

«Vuoi farmi morire?»

«Che stavi facendo per spaventarti così?»

«Io... pensavo! Tu mi hai brutalmente riportato al qui e ora...»

«Doveva essere un pensiero intenso»

«È un pensiero privato. Per fortuna non hai il dono della lettura nella mente, almeno quella non ha bisogno di un dottore per ora!»

«Comunque visto che sono un bravo medico, lavoro come dire, con una parte legata al centro emozionale della donna, alcuni segnali li riconosco per certi... motivo per cui, rossore in viso, fiato corto, sguardo perso nel vuoto, li collego senza ombra di dubbio ad uno stimolo sessuale... il che è solo positivo!»

«Certo perché io sarei così cretina da masturbarmi sul divano, con tua madre che mi controlla a vista dalla stanza accanto»

«Ho detto stimolo sessuale: per definizione è un qualcosa che mette in moto reazioni fisiche, come nel tuo caso... ipotizziamo per esempio che tu stessi pensando a Luca... è normale che pensare a lui provochi al tuo corpo una reazione, in questo caso Luca rappresenta uno stimolo sessuale se la risposta del tuo corpo è quella che vedo!»

«Sei fuori strada! Tu e la tua smania di fare il medico! Ora scusami devo andare in bagno, e prima che tu lo chieda, per fare pipì... chiaro?!?»

Rispondo tra l'imbarazzata e il risentita.

«Grazie per la premura e non chiudere a chiave»

Sospiro frustrata, attraverso il corridoio e raggiungo il bagno.

Ha dimenticato il cellulare e io non ho intenzione di pensarci due volte... motivo per cui w.a. sei mio.
Dunque, dunque... ecco il contatto di Luca... leggiamo un po'...

La mia piccolina, si sente pronta per un passo importante, spero solo che tenga in considerazione l'intervento che ha subìto e che, nonostante l'eccitazione del momento, potrebbe essere un'esperienza non così idilliaca... comunque dovrò affrontare il discorso... eccola che torna.

«Fatto tutto?»

«Mi rifiuto di risponderti»

«Ok, ok!» Dice alzando le mani in segno di resa.

«Piuttosto Ale ho bisogno di parlarti seriamente...»

«Ti ascolto!»

«La prossima chemioterapia... possiamo posticiparla di un paio di giorni?»

«Il motivo?»

«Il cinque maggio è il mio compleanno, se faccio la chemio il quattro, il giorno dopo sarò uno straccio... sarà il mio diciottesimo compleanno...»

«Non è per fare il guastafeste, ma per spostare queste terapie servono motivazioni più importanti di un compleanno da festeggiare...»

«Ale compio diciotto anni, non è un compleanno normale e poi a voi cosa cambia se la terapia è preventiva?»

«Purtroppo ci sono molte persone che devono usufruire dei trattamenti chemioterapici, se calcoli le variabili dettate dagli effetti collaterali ci sono già fin troppi ritardi, e poi non sei in pericolo di vita per spostarla causa forza maggiore, quindi non credo sia possibile!»

«Alessio per favore, non puoi almeno provarci?»

«Sono del parere che tu debba fare la terapia rispettando i tempi, parliamo della tua salute e io tengo a te. Puoi sempre fare una festa di compleanno più avanti!»

«C'è la festa di fine anno quella sera e io e Luca pensavamo di andarci insieme»

«Posso concederti una visita prolungata quella sera, anche se penso che non sarai dell'umore per avere compagnia, per adesso è inutile parlarne ancora.»

«Non ho mai chiesto nulla per me, ho studiato e lavorato d'estate per comprarmi quelle poche cose a cui tengo, anche ai tuoi non ho mai avanzato pretese, ho sempre detto che il mio diciottesimo compleanno sarebbe stato speciale, vorrei che questa cosa diventasse realtà, lo desidero tanto e nei miei piani la chemio non è contemplata»

«Sophia non fare la bambina, spostare la festa del tuo compleanno a dopo la maturità non è un dramma»

«Si che lo è. E se per tutte queste assenze venissi bocciata? Alcune medie dei voti sono già calate sulla sufficienza...»

«Sophia, mi dispiace ma no, non farò questa cosa»

«Se volevi togliermi tutto e mettermi al tappeto ci sei riuscito benissimo.»

«Ma che dici?!?»

«Ok, ok non parlo più! Vado in camera per quel che vale!»

«Andiamo Sophia»

Le prendo il polso per trattenerla, si gira e mi guarda con disprezzo e rabbia.

«Lasciami subito. Non voglio parlare con te!»

Mi giro  e a passi veloci entro in camera nostra:

«Fanculo Ale! Fanculo. Quando farai uno sforzo per capire qualcosa con il cuore e non sempre con la testa?»

Un fruscio ai piedi del letto:

«Lo faccio spesso, quando ci sei tu di mezzo, forse non lo puoi vedere ma è così...»

... Eppur si S-muove...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora