Capitolo 48 : "Possiamo farlo insieme"

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Oggi per la prima volta non ho voglia di alzarmi, ciò nonostante la sveglia suona assassina, imperterrita, meccanica alle 7.00 in punto.
Mi trascino in cucina ancora assonnata, preparo le solite tre belle fette biscottate con burro e marmellata di fragole, che avidamente divoro, accompagnandole con una tazza di thè fumante.
Raggiungo la camera indosso la tenuta da corsa, nel marsupio inserisco le chiavi in una tasca il cellulare dall'altra, ultima sistematina alla fascia che ho in fronte e poi via.
La città è già sveglia, già immersa nel caos dei clacson e delle macchine che dal centro si accodano per spostarsi in periferia.
Cinque minuti di corsa e mi trovo già sulla piccola collina appena fuori città, lontana dal traffico e dallo smog.
Questo percorso è quello che affronto tutte le mattine quando in ospedale mi aspetta il turno di 'giornata lunga', un sentiero fatto ad anello che si immerge nel verde brillante e nel giallo acceso delle colline toscane.
Come ogni giorno incontro Silvia a metà percorso che già rientra in città, Cinzia all'arco di pietre romane, Federica e Francesco alla fontanella... Ci conosciamo tutti, e tutti, in modo più o meno maniacale, affrontiamo il percorso sempre allo stesso orario, con lo stesso passo, con la stessa compagnia.
Silvia senza fermarsi mi urla:

"Oggi figaccioneeee"

Sorrido mentre continuo a correre. Federica accompagnata dal fidanzato mi scandice una frase molto più soft:

"Oggi nuovi incontriii"

Cinzia si limita ad una parola:

"Fregnooo!"

Ok ho capito... incontrerò un nuovo personaggio, sicuramente uomo, decisamente belloccio.
La  mattinata inizia decisamente bene.

Sono quasi in fondo al sentiero e il mio cuore perde un battito... Non può essere... che ci fa lui quiiii?!? Questo è il mio posto magico. Potrò essere più sfortunata di così?
Che faccio? Dopo ieri sera non ho voglia di un altro scontro verbale... ok Sophì corri, arrivi al monumento antico, ci giri attorno e scappi via senza indugiare e soprattutto senza fare pausa... Che cavolo.

Così come pianificato nella mia testa, arrivo, tocco la statua, ci giro attorno, ma lui mi si para davanti... grido per lo spavento... mentre mi scontro con il suo corpo muscoloso, mi preparo psicologicamente ad una rovinosa caduta, caduta che non avviene perché lui è più veloce nel trattenermi, peccato che per farlo mi afferri il braccio già dolorante.

"Ma sei impazzito? Non puoi nasconderti così dietro la statua! Vuoi farmi morire?!?"

"Sophì... Scusa ti sei fatta male?"

"Io, sì insomma tutto a posto."

"Continui a massaggiarti, sicura?"

"No, non mi sto massaggiando... cioè sì... di cosa sei fatto? Di  marmo? Di granito?"

"Veramente è solo un corpo tonico"

"Quello che vuoi comunque è un'arma assassina mi ha praticamente piallato il petto e demolito la spalla"

"La solita esagerata!"

"E tu il solito che fa ciò che vuole!"

"Scusa, ma non capisco"

"Chiunque arriva qui, gira dietro la statua da sinistra a destra e poi riparte... tu sei contro mano e poi, un consiglio: se devi fare stretching fallo con il tuo lato B rivolto dietro la statua"

"Questa poi... Sophì! Passi per il senso di circolazione che vi siete inventati... ma quella dello stretching?"

"Tutte le ragazze che avrai incontrato hanno apprezzato il tuo fondo schiena"

"E tu che ne sai?"

"Fidati lo so per certo ci conosciamo tutti qui... e comunque io ora devo rientrare"

"Perfetto, possiamo farlo insieme"

"E ti pareva?"

"Ok mi adeguerò al tuo passo"

"Sbruffone... Vediamo che sai fare"

Inizio a correre tenendo un andatura sostenuta.

So perfettamente di non creargli grossi problemi, si percepisce che si allena con costanza inoltre l'ho osservato: il fisico allenato, i muscoli tonici e scolpiti nella giusta misura; il suo profumo quello che conosco bene e che apprezzo a sprazzi arriva nella mia direzione...
Pronto?!?
Sophì torna sulla terra, ricordati: lui è uno stimato collega, nulla più, con lui solo lavoro, lui è il tuo off-limits...
Ma come faccio?
L'occhio continua a cadere sulla sua figura muscolosa, sul suo culo sodo e le immagini che mi vengono in mente ora sono un concentrato hard.

Lui sembra aver percepito qualcosa:

"Tutto bene? Vuoi rallentare?"

"No, no, va bene così"

"La spalla?"

"Dolorante, ma sotto controllo"

"Meglio, siamo arrivati"

"Sei di riposo oggi?"

"No faccio il secondo"

"Allora ci vediamo nel pomeriggio"

"Oggi sono in sala parto e tu?"

"Ho la giornata divisa a metà: durante la mattinata mi occuperò delle scartoffie e dello studio dei casi già noti, mentre nel primo pomeriggio sarò occupata prime visite, poi sarò reperibile per la sala parto."

"Giornatina"

"Non posso lamentarmi, ora devo proprio rientrare se no faccio tardi"

"Grazie per la compagnia"

"Ah... mm... certo."

"Potremmo rifarlo insieme, sai come dico sempre no?!?"

"Cosa di preciso?"

Sorride diabolico, poi ammicca e, mentre una sorta di presentimento e di chiarezza si fa strada dentro di me, lui ha già iniziato a parlare:

"Eppur si S-muoveee!"

Entro nel portone con un mezzo broncio e un mezzo sorriso, me lo richiudo alle spalle poi grido semplicemente:

"Certe cose non cambiano mai!"

"E mai cambieranno se sono cose buone, ciaooo"

"Ciaoooo"

... Sono in ospedale ho finito la sesta tra le prime visite dei neonati, quelli che hanno ancora piccoli problemi che è meglio siano monitorati in ambiente protetto.
Ho rassicurato i genitori, ho monitorato i progressi, ho dato ulteriori istruzioni.

È già ora di cena, purtroppo su questo turno è prevista per le 18.00, anche se non ho molta fame scendo nei locali della mensa.

Sono in ascensore quando il mio cerca persone mi segnala l'emergenza, non ci penso troppo invio la conferma di avvenuta ricezione e cambio destinazione: la sala parto.

... Eppur si S-muove...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora