Capitolo 24: "Secondo giro"

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Caro diario per la seconda volta la spada di Damocle si è abbattuta con forza su di me.
Nei giorni scorsi ho effettuato il secondo trattamento di chemioterapia, sto ancora malissimo e le cose non accennano a migliorare.
La seduta è durata più di tre ore, il mal di stomaco, che era diventato sopportabile, si è rivelato una vera e propria gastrite dovuta alla chemioterapia, fino a qui nulla di nuovo; purtroppo dopo neanche trenta minuti ho iniziato a vomitare, più il farmaco entrava in corpo e più rimettevo bile, in quella dannata bacinella... più rimettevo e più lo stomaco faceva male.
Alessio mi ha aiutata come sempre, mi ha sostenuta di peso, mi ha pulita, mi ha incoraggiata e non ha mai smesso di sorridermi.
Non puoi immaginare quanto sia stato umiliante quel momento: farmi vedere fragile, bisognosa e in lacrime da lui... l'ennesima caduta per Sophì la debole. Tra un'ondata di vomito e l'altra ho visto l'impotenza e un poco di tristezza sul suo volto, ho visto la difficoltà del sostenermi ancora una volta come amico e come medico competente, ma non ho avuto pietà: l'ho implorato e supplicato di staccarmi la flebo della chemio. Al suo rifiuto gli ho urlato contro ogni cattiveria che lui ha incassato senza replicare.
Una volta finito il trattamento, mi ha riportata in stanza e senza troppe gentilezze, mentre le infermiere mi tenevano ferma e Annie osservava vigile la scena, Alessio mi ha infilato un sondino naso-gastrico per permettermi di nutrirmi.
È stato difficile e in parte doloroso, mi sentivo esausta: deglutivo saliva così come mi dicevano di fare per aiutare la discesa di quel coso, ma questa sembrava non finire mai.
Ora mi ci sono abituata, anche se inizio a sentire la fame quella vera e forse domani potrei assaporare del cibo vero.
Non è finita qui: sul corpo mi sono comparsi grossi e dolorosi lividi, un altro spiacevole effetto della chemioterapia, che mi ha provocato un abbassamento delle piastrine, così regolarmente Ale mi sottopone a trasfusioni di piastrine.
I valori dei globuli bianchi sono al limite, quindi anche le visite di parenti e amici sono ridotte a una al giorno, di mezz'ora, con il divieto assoluto di avere contatti fisici, per evitare rischi inutili.
Questo mi fa sentire ancora più sola, perché tutto quello di cui adesso avrei bisogno sarebbe un abbraccio, inizio ad essere stanca e ho sempre voglia di piangere, e, quando riesco a raggiungere il bagno e mi guardo allo specchio, mi faccio pena da sola.
Alessio dice che passerà anche questo momento, la Foti non smette di sorridermi e di farmi complimenti per come 'tengo botta' , sì mi fa piacere, ma non mi basta: mi mancano Marta, Stefano e Sara con cui non ho nemmeno più la forza di stare al telefono, la sua voce squillante e piena di vita a volte mi urta. Mi vergogno a scrivere questa cosa, mi vergogno tantissimo, ma la penso.
E poi Luca: mi sorride sempre, resta zitto perché vuole sia io a parlare di cosa provo, vuole sapere come mi sento, mi manda baci su baci, mi dice che gli manco, è preoccupato. I due cerberi gli hanno persino vietato di portarmi gli schemi degli argomenti da studiare, perché non mi devo affaticare... la fanno facile, mentre io ho sempre più paura di perdere l'anno scolastico, visto che a breve ci sarà la maturità; anche questo é un tasto dolente: non riesco né a concentrarmi né a studiare, il mio cervello è paragonabile a quello di un criceto: piccolo e saturo di nozioni più o meno utili, e con scarsa capacità di immagazzinare nuovi concetti.
Ora sono enormemente preoccupata, senza contare i giorni che passano, mentre io sono reclusa qui impotente. Un disastro!!!

«Ciao Sophia come ti senti oggi?»

«Da schifo Ale, da schifo.»

«Le ecchimosi stanno migliorando... il dolore allo stomaco?»

«Non sento più nulla»

«Eccomi Ale scusa il ritardo, Ciao Sophia!»

«tranquilla collega»

Sbuffo...

«Qualcuna è di pessimo umore...»

«Davvero?»

... Eppur si S-muove...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora