Capitolo 60: "Parole e tentativi"

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Finalmente a casa!
Una doccia rigenerante, il letto, mi sveglio a pomeriggio inoltrato, controllo il telefono e noto con disappunto che Alessio mi ha bombardato di messaggi:
oltre a rimproverarmi perché non mi sono ancora svegliata, ci sono diverse foto; in una si vede Harumi che saluta, sullo sfondo il vassoio del pranzo praticamente quasi intatto.

Così non va bene!

Decido di intervenire non sono un'esperta cuoca, motivo per cui mi affido al mio robot da cucina,
appena ho finito mi cambio e in fretta e furia mi reco in ospedale.

Entro velocemente in reparto:

"Sophì ciaoo! Papà guarda c'è Sophia!!!"

"Ciaooo Harumi com'è che un uccellino mi ha detto che non vuoi mangiare nulla?"

"La minestra non aveva la pastina e la coscia di pollo non mi piace!"

"Ok, so che adori le verdure così ti ho preparato una vellutata di verdure miste con la pastina, per secondo contorno di zucchine grigliate con scaloppina al limone... Il dolce solo e se finirai tutto"

"Ho tanta fameee"

"Tieni, buon appetito!"

Le avvicino il carello da tavolo, le preparo la mia tazza colma di acqua e dopo aver scaldato a microonde, le servo la prima porzione.

La osservo, testa china sul contenitore, finire velocemente la prima portata.

"Vedo con piacere che hai imparato a cucinare"

"Puzzi. Vai a farti una doccia, resto io con lei"

"Che cosa... scusa?!?"

"Puz.zi"

"Qualcuna non ha riposato abbastanza giusto?!?"

"Ho smesso di compiacerti da un bel po'!"

Mi guarda basito, mentre io chiudo sia la comunicazione verbale sia il contatto visivo con lui.

"È buona piccola?"

"Sì sei bravissima! Ehi papy Sophia ha ragione... tu puzzi!!!"

"Ti ci metti anche tu?!?"

Sorride facendogli una linguaccia.

"Ok avete vinto. Vado a casa, solo il tempo di una doccia.
Intese?!?"

"Come preferisci"

Rispondo monocorde.
...
Sono tornato, mi sono staccato solo un paio d'ore: dal corridoio uno strano silenzio e la luce soffusa mi invitano ad entrare con cautela:
mi scalda il cuore vedere la mia bambina dormire serena, appoggiata al corpo di Sophia che la accarezza dolcemente.

"Eccomi" bisbiglio.

"Aiutami, dorme profondamente, non si accorgerà di nulla"

Con movimenti decisi, ma delicati Alessio crea uno spazio, riesco ad alzarmi, mentre Harumi continua a dormire.
Mi chino le do un bacio in fronte mentre le sussurro:

"Dolce notte piccolina"

Quando mi alzo incrocio il suo sguardo compiaciuto e sorridente, ma non riesco a sghiacciarmi:

"È meglio che io vada"

"Solo una domanda... Quando pensi di dimetterla?"

"Se tutto resta così, sicuramente martedì in giornata, comunque se vuoi stare più tranquillo parla direttamente con il primario!"

"Ma... Sophia... Aspetta"

Dice afferrandomi per il braccio.

"Lasciami.subito"

Dico gelida.

"Spiegami... Perché sei così arrabbiata?"

"Non ho né le forze né la voglia. Ciao"

Mi giro imbocco l'uscita senza voltarmi.

Il giorno seguente lo trascorro rilassandomi con la mia corsa mattutina, un bel bagno con molta schiuma, pranzo fuori casa, pisolino pomeridiano e per concludere shopping per i negozi del centro.
Sto rincasando quando sento distintamente la sua voce:

"Lo shopping compulsivo... Ahia significa che l'ho combinata grossa!"

"Che vuoi Alessio?!?"

"Ho bisogno di parlarti... Mi fai entrare?"

"No. Non voglio rovinarmi la giornata... È da tantissimo tempo che non mi concedevo puro relax, la bellezza del dolce far niente..."

"Infatti non devi fare niente, solo ascoltarmi"

"Ho forse un'altra scelta visto che sei già entrato?"

"No. Direi di no"

"Non girarci attorno!"

"Harumi è quello che resta di Annie, è il motivo per cui non mi sono lasciato morire, è tutta la mia vita"

"Quindi?!?"

"Quando hai parlato di ricovero e di intervento urgente non ho capito più nulla.
Ho pensato solo che il massimo esponente di pediatria avrebbe potuto darmi un altro parere per capirci meglio, per fare la cosa giusta!"

"Allora non dovevi portarla in ospedale d'urgenza, ma direttamente a casa del primario di pediatria!"

"Scusami, capisco il tuo stato d'animo, hai tutte le ragioni"

"No, invece non hai capito nulla!
Mi hai giudicata inadatta, incapace di prendere decisioni in piena emergenza!"

"Non ce l'avevo con te, non volevo metterti in discussione"

"Oh ma l'hai fatto, quando hai minacciato la mia professionalità, minacciando di denunciarmi alla commissione etica dell'ospedale!
La mia seconda casa, dove ti sei insinuato in modo subdolo"

"Sophì sei ingiusta! Ti credevo lontana, e poi non farei mai nulla per danneggiarti"

"Aggiungiamo che mi hai dato indirettamente dell'incapace anche di padroneggiare i fondamentali pratici... Sophia l'inetta che non sa inserire un catetere vescicale"

"Ho avuto paura... Tanta..."

"Non mi interessano le tue motivazioni, mi fa straincazzare essere controllata dal grande Mastroian Maurizio come una pivella alle prime armi. Come una che non sa fare da sola, quando, porca puttana, ho passato la vita ad affrontare tutto da sola.
Ho imparato a soffrire, combattere e vincere da sola!"

"La stai prendendo dal verso sbagliato... Non era questo che volevo!"

"Allora Cosa?!? Cooosa?!?"

"Non volevo andasse così"

"Te lo chiedo per favore, vattene!"

"No! Ti prego, per Harumi è importante vederci insieme, lei ti vuole molto bene, ci soffrirebbe, io devo risolvere questa cosa"

"Ad Harumi voglio bene, gliel'ho ampiamente dimostrato, nonostante questo tuo atteggiamento mi faccia male, lei è solo una bambina e come tale non deve trovarsi in mezzo ai casini che suo padre combina!"

"Grazie"

"Ciò non toglie il fatto che io non sia una cosa da risolvere, come tu hai ampiamente rimarcato"

"Ma che cavolo! Sophia pensavo avessi capito! Sono andato nel pallone e anche adesso, mentre cerco di appianare le cose, le incasino di più!"

"Ti ho concesso fin troppo tempo, ti ho ascoltato ma ora è meglio che tu te ne vada."

"Mine ti prego..."

"Alessio per favore vattene!"

"Pensa a quello che ti ho detto, anche se ho fatto un casino... Per favore, pensaci!"

Chiudo la porta con un peso sul cuore, lascio le borse sul pavimento e sprofondo in poltrona.

I sentimenti e i pensieri che sento, sono intensi, contrastanti, e decisamente non vogliono sgombrare né la mia mente, né il mio cuore... Alessio, ma che cavolo devo fare con te???

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