Capitolo 33: "Palloncino e Spilla"

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«Troppo tardi, eppur si smuoveee... vedi?!? sono già entratoooo!»

Dice facendomi la vocina.

«E puoi anche uscire»

Rispondo a tono.

«Ho portato le materie prime, vado in cucina a preparare la cena, tu puoi anche raggiungere il divano»

«Che mi prepari di buono?»

«Pesce al cartoccio»

«Non scomodarti nemmeno»

«Dai scherzavo... risotto alle verdure, bistecca di filetto, frutta a scelta»

«Direi che può andare!»

«Guai a te se non mangi tutto!»

Lo ignoro volutamente, ne approfitto per farmi la doccia.
È bello sapere che nonostante i nostri differenti punti di vista, lui si preoccupi per me e decida di assecondare questa mia voglia di riappropriarmi dei miei spazi.

Quando scendo un profumino nuovo di buono riempie l'aria:

«A tavolaaa, c'è pronto!»

«Che fame! Buon appetito e grazie per aver cucinato per me!»

A testa bassa mi fiondo sul piatto e finisco anche la seconda portata senza troppi convenevoli:

«Avevi proprio fame!»

«Già, adesso non ci sta più nulla»

«Devi prendere le tue compresse!»

«È per questo che ti sei auto-invitato?»

«In parte»

«Non cerchi nemmeno di negarlo?»

«A che scopo?»

«Sei incredibile! Ecco vedi? - dico afferrando il bicchiere con l'acqua e ingoiandole - non ci sono più!»

«Meglio così, brava.»

Dopo cena ci sistemiamo in sala, lascio passare un tempo ragionevole, poi prendo il mio quaderno e inizio a fare degli schemi per facilitarmi il ripasso, lui non fa una piega mentre legge alcune notizie dal cellulare.

«Sophia a nanna, domani avrai tutto il tempo per studiare»

«Ok, ok, inizio ad essere stanca»

«Domani cerca di far piano, vorrei dormire un poco di più ok?»

Dice stendendosi sul divano.

«Al piano di sopra c'è un letto comodissimo, sicuro di non volerne approfittare?»

«Buttami un cuscino e starò bene anche qui!»

Non me lo faccio ripetere due volte e dalla scala gli passo il cuscino e una coperta leggera.
Poco dopo si addormenta.
Io invece continuo a rigirarmi nel letto, ma non riesco a prendere sonno.
Solo dopo un'oretta chiudo gli occhi e scivolo in un sonno profondo.

Quando mi sveglio è piena notte sono sudata e respiro malissimo, ho un dolore al petto, e la paura si è impossessata di me.
Compongo il numero di cellulare di Alessio, nella speranza che suoni, ma è in modalità silenziosa, così mi gioco il tutto per tutto, faccio squillare il telefono fisso.
Un Alessio assonnato risponde:

«Non dirmi che è per pubblicizzare qualche prodotto perché ti stronco!»

«Ale...aiuto»

Dopo due secondi lo sento già in cima alla scala:

«Che succede?»

«Io... non riesco... a respirare»

«Ok, è come la volta scorsa in ospedale?»

... Eppur si S-muove...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora