Capitolo 12

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Premetto una cosa. In questo capitolo Nicole racconterà la sua storia... tranne una cosa, che leggerete (e non dirò quale), questa è la mia storia. Ho scritto questo pezzo dopo una discussione. È una sorta di confessione che mi ha aiutato a non pensarci. Vi ringrazio in anticipo.

Giovedì e venerdì sono volati. Filippo è uscito con Kevin e la serata è stata un successo. Sono presi entrambi e oggi, sabato, usciranno ancora insieme. Per non rovinare la loro giornata non ho detto nulla a Filippo, ma lui ha capito che c'è qualcosa che mi turba. Sono riuscita a convincerlo che non è nulla di grave e che ne parleremo con calma. Per scaricare la tensione decido di andare in piscina:ogni volta che ho un problema emotivo, qualcosa che mi schiaccia il petto, entro in acqua e spengo tutto. Il nuoto mi ha aiutato un sacco negli anni e tutt'ora rimane il rimedio principale a tutto. Due ore di allenamento mi aiutano anche se non mi sento ancora pronta a parlarne. Ho sempre raccontato tutto, ma non questo. Solo pochi eletti condividono questo fardello con me. A casa mi rilasso ascoltando un po' di musica dalla mia playlist: la riproduzione casuale alterna Ludovico Einaudi ad Avril Lavigne, passando per i Beatles, i Muse e gli Imagine Dragons... Mentre parte Yesterday, la mia canzone preferita, sento il campanello. Sbuffando apro la porta e trovo Giuseppe. Appena i miei neuroni decidono di funzionare lo abbraccio stringendolo forte.

<<Sei qui>>

<<Sono qui>>

Lo guardo negli occhi e avvicino le nostre labbra. Sono passate due settimane da quando l'ho baciato e adesso che è qui non voglio perdere tempo. Mi stacco mal volentieri e lo faccio entrare, pur sapendo quello che succederà.

<<Dio,mi sei mancato così tanto>>

<<Anche tu. È per questo che sono scappato qui. Non potevo aspettare oltre.Ho parlato con Olivia>>

<<Davvero?>>

<<Sì.Le ho detto tutto e anche lei mi ha confessato che non provava più nulla. È stata molto comprensiva. Mi ha detto che se lo aspettava.Da quel capodanno sono cambiato, i miei occhi hanno un'altra luce. Tu sei quella luce>>

Ha mantenuto la parola. Lo sapevo che potevo fidarmi. Sento gli occhi inumidirsi ed infatti non trattengo le lacrime che lui prontamente asciuga con i suoi pollici. Mi costringe a guardarlo negli occhi e vedo tutto l'amore che prova per me.

<<Nicole io mi sto innamorando di te, giorno dopo giorno, voglio poter essere libero di stare insieme a te in ogni momento possibile. Non voglio forzarti e quando vorrai parlarmi lo farai, ma non ti costringerò mai. Nulla potrà farmi allontanare>>

<<Giuseppe tu sei stato onesto ed è giusto che io faccia altrettanto. Prima di iniziare vuoi qualcosa da bere, mangiare?>>

<<Un bicchiere d'acqua, grazie>>

Ritorno con due bicchieri e beviamo entrambi.

<<Per me non è facile parlare della mia famiglia perché non ne ho più una. Quando ci incontrammo al ristorante ti dissi che il mio nome lo scelse mio padre>>

<<Lo ricordo perfettamente. Era un appassionato di formula 1...>>

<<Già.Ho usato quelle parole perché mio padre è morto. Sono passati 20 anni, ma lo ricordo come fosse ieri. Eravamo io e lui, in bicicletta.Eravamo in vacanza in a Davoli, la sua città d'origine. Stavamo tornando a casa,dopo il nostro giretto,quando una macchina lo investì. L'uomo al volante ebbe un ictus, non fu colpa sua. I soccorritori fecero tutto; uno di loro mi abbracciò e mi consolò. Se sono una volontaria è grazie a quell'uomo. Mia mamma era distrutta e ci mise un po' a riprendersi. Io e mio fratello, Danilo, ci siamo aiutati a vicenda. Se non ci fosse stato lui non so se mi sarei ripresa. Dopo quasi due anni mia mamma ha trovato un altro uomo. All'inizio andava tutto bene, nonostante non abbia mai capito cosa ci trovasse, o meglio, cosa ci trovi, ma dopo anni di convivenza la situazione degenerò. Prima litigò con mio fratello, ha 6 anni in più di me,portando un allontanamento anche da mia madre, poi iniziò ad avere problemi anche con me. Si era trasferito in casa mia e voleva comandare lui. Pensava di essere lui l'uomo di casa e che tutti dovessero obbedire a lui. Io ero un'adolescente, il periodo di ribellione, e bastava poco per far scattare una scintilla. Lui beveva, diventava aggressivo, diceva cose brutte e poi tutto era come prima, come se non fosse successo nulla. La situazione era disastrosa, ma per amore di mia mamma sopportavo tutto. Un giorno,quando avevo 20 anni, a seguito di una discussione mi mise le mani addosso. Avevo lividi sulla schiena e sulla gamba. Io e mio fratello volevamo andare a denunciarlo, ma mia nonna, che viveva con noi, non ce lo ha permesso. Lui aveva "amici" che avrebbero potuto farci del male. Mio fratello se ne andò di casa, si trasferì con la sua fidanzata. Mi chiese di andare con lui, ma non potevo lasciare mia nonna e mia mamma con quell'essere...>>

Fermo il mio racconto per bere dell'acqua. Faccio fatica a respirare e ho ripreso a piangere. Pensare a quel diavolo mi fa incazzare. Giuseppe mi abbraccia e mi bacia la fronte.

<<Se vuoi fermarti va bene così. Non devi farlo per forza. Quello che hai passato è... una realtà che non conosco in prima persona. Posso solo immaginare quello che hai dovuto passare>>

<<Voglio continuare. Prima finisco e prima potrò togliere questo macigno dal cuore. Allora, mio fratello si trasferì ed io rimasi in casa. Io mi pagavo gli studi lavorando in un supermercato e dando ripetizioni. Non volevo nulla da lui. Mia nonna morì poco dopo la mia laurea e lì la situazione peggiorò. Lui divenne sempre più aggressivo fisicamente e mia mamma iniziò a bere. L'ho dovuta accompagnare da una psicologa perché arrivò a perdere i sensi. Per aiutarla dovevamo togliere tutto l'alcol in casa, ma qualcuno si rifiutò. Per lui era più importante bere che non aiutare la propria compagna. Ho cercato di resistere per mia mamma, ma non sono riuscita a resistere oltre. Fu lei a cacciarmi di casa dopo l'ennesima lite con lui. Io ero fidanzata ed insieme al mi ragazzo decidemmo di andare a vivere insieme. Era Federico, il mio ex. Oltre a lui, solo tu e Filippo sapete questa storia. Sento mio fratello ogni settimana e quando possono vengono a Roma, lui e sua moglie>>

<<Senti ancora tua madre?>>

<<No.Mi manca tanto, ma non è più mia madre da quando ha scelto lui>>

<<Mi dispiace. Non sono un uomo violento, ma vorrei prendere a pugni quest'uomo che ti ha fatto soffrire così tanto>>

<<Diverse volte ho pensato a come farlo fuori. La mia vita, quella della mia famiglia, sarebbe stata più semplice. Non ho mai fatto nulla. Gli ho augurato di morire così tante volte. Sono una persona orribile>>

<<Nicole non è vero. Sicuramente è sbagliato, ma non ti biasimo. Ha fatto del male alle persone più importanti per te, ma tu sei stata forte>>

<<Non è così. Ho tralasciato un dettaglio. Io cerco di apparire forte,dura, ma non è così. A 16 anni ho provato a togliermi la vita. Sul polso sinistro ho una cicatrice. Indosso sempre l'orologio per nasconderla>>

<<Non me ne sono accorto>>

<<Perché è appena visibile. Non ho affondato la lama. È stata più una ferita superficiale. Mio fratello mi ha impedito di spingermi oltre>>

<<Amore mio mi dispiace>>

<<Cosa farai con me adesso?>>

<<Ti terrò stretta a me. Sarai tu a dovermi lasciare. Prima che possa venirti in mente, no, non lo faccio per compassione. Io ti amo>>

<<Anch'io ti amo>>

Ci baciamo con trasporto per dimostrare quello che ci siamo detti a parole. Non sono solo i nostri corpi ad essersi uniti, ma anche le nostre anime. Sono sicura che le nostre dita siano unite dal filo rosso del destino. Non importano gli anni di differenza, noi siamo destinati a stare insieme. Ne sono sicura. L'unico posto in cui mi sento felice e protetta sono le sue braccia. Mentre ci uniamo, come segno del destino, si sente l'Universo tranne noi.

ERAVAMO QUEL CHE TUTTI SOGNANO
QUELL'AMORE CHE I CANTANTI CANTANO
TANTO FORTE, POTENTE, IMMENSO CHE
SEMBRA ESAGERATO E IMPOSSIBILE
CON IL PETTO CHE SEMBRA ESPLODERE
CHE NON SERVE ALTRO IN PIU' PER VIVERE
CHE POTREBBE SCOMPARIRE L'UNIVERSO
TRANNE NOI, TRANNE NOI

Ti sento vivereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora