Capitolo 23

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(P.O.V.Giuseppe)

Sono passate quasi due settimane da quando ho litigato con Nicole. Mi manca da impazzire. Sono stato scontroso in questi giorni e tutti se ne sono accorti. Lei ha continuato a scrivermi e ogni volta finiva il messaggio dicendomi che mi ama. Sono stato ingiusto con lei. Subito dopo essere andato via avrei voluto tornare indietro e stringerla a me, ma nella mia testa continuavo a vederla con  quell'uomo. Non ne ho parlato con nessuno e forse è per questo che la situazione non è cambiata. Ieri stavo anche per rispondere alla sua telefonata. Ho bisogno di lei, senza sono un uomo a metà. Mi ha stravolto la vita e non pensavo potesse accadere alla mia età. 

Basta, ho deciso. Oggi sarò io a chiamarla. Di solito mi chiama dopo il lavoro o dopo cena.Per il momento devo cercare di concentrarmi e cercare di non fare niente di affrettato.

Le ore sembrano non passare più e quando arriva l'ora di tornare a casa ricevo una visita inaspettata: Valentina.

<<Ciao Vale come mai qui?>>

<<Perché sei un cretino e hai bisogno che qualcuno ti dia una svegliata>>

<<Sentiamo: cosa ho fatto questa volta?>>

<<Nicole mi ha chiamato. Mi ha raccontato quello che è successo e voleva sapere come fare per riconquistarti. Io ti conosco Giuseppe. La stai evitando per il tuo orgoglio del cazzo. Sei geloso e va bene, ma quella povera ragazza ti ama e non ti farebbe male di proposito. Anch'io avrei omesso la verità al suo posto. Avreste litigato ugualmente>>

<<Non è solo per quello. C'è altro che non mi ha detto e dallo sguardo che aveva penso che potrebbe essere qualcosa che possa mettere fine alla nostra relazione>>

<<Voi due dovete imparare a comunicare. Già hai il tuo lavoro che ti tiene lontano dalle persone che ami. Nico la adora; non l'ho mai visto così con Olivia>>

Sorrido pensando al bel rapporto che le due persone che amo di più al mondo hanno costruito ed io non ho fatto nulla.

<<Hai ragione. Devo chiederle scusa. Non oso immaginare quanto l'abbia fatta soffrire. Non merito una donna del genere>>

<<Giuseppe ti meriti di essere felice  e di essere amato da Nicole. Vai a casa, mangia,riposati e poi va da lei. Sono sicura che farete pace>>

<<Grazie Vale. Speriamo che sia così>>

Saluto Valentina e mi faccio accompagnare a casa. Mentre sono in macchina guardo l'ora, le 18.40, e non mi è arrivata la sua chiamata. Oggi sarà stata presa con il lavoro. È la mia occasione per sorprenderla e  fare io la prima mossa.

Arrivo a casa e la prima cosa che è faccio è mettermi sotto l'acqua.Chiudendo gli occhi riesco a rievocare il suo corpo, il suo tocco gentile, le sue labbra...

Esco dalla doccia rigenerato. Non ho appetito; l'ansia mi ha chiuso lo stomaco. Verso le 20.00 provo a chiamarla, ma sento il messaggio telefonico che mi avvisa che il telefono non è raggiungibile. Mi è già capitato che non rispondesse al cellulare, tutte le volte perché le si era scaricato e non poteva metterlo sotto carica. Oggi è giovedì 31 ottobre e potrebbe essere uscita. Se fosse a casa avrebbe risposto, sempre che non si sia arresa con me. Provo a chiamare Filippo per sentire se è con lei.

<<Pronto?>>

<<Filippo sono Giuseppe. Scusa se ti disturbo ma vorrei chiederti se sai dov'è Nicole. Penso abbia il cellulare scarico>>

<<Ciao Giuseppe... ehm Niki dovrebbe avere il turno in ambulanza. Se vuoi chiamo in sede e ti faccio sapere>>

<<Mi faresti un favore. Ho bisogno di parlarle>>

<<Va bene. Ti scrivo un messaggio appena so>>

Chiudo la chiamata e aspetto. Dopo poco mi arriva il messaggio di Filippo che conferma quello che mi aveva detto in precedenza e che il turno finisce domani mattina.

Va bene, me lo sono meritato. Io non le ho risposto per due settimane,aspettare un giorno non mi costa nulla.

Lo stomaco è completamente chiuso e non riesco a mettere nulla sotto i denti. Decido di prendere un libro per rilassarmi, ma continuo a pensare a lei. Vado fuori in balcone. Qui è dove l'ho baciata per la prima volta. Sembra passato tanto tempo invece solo qualche mese.

Torno dentro e decido di mettermi sotto le coperte. Il pensiero di lei, lontana da me, non mi permette di concentrarmi, non riesco a fare nulla. Dormendo posso sognare di averla accanto e far finta che non sia mai successo nulla.Con il  suo volto impresso nella mente mi addormento. Vengo svegliato dal suono del mio cellulare e rispondo subito alla chiamata. Nicole è stata aggredita durante un servizio ed ora è in ospedale. Mi vesto velocemente e senza avvisare nessuno prendo la mia auto per arrivare il prima possibile da lei.

Ti prego Dio, fa che non sia grave. Non posso perderla. Non saprei cosa fare. Delle lacrime scendono lungo il mio viso e non riesco a fermarle.

Arrivo in ospedale e subito vedo dei carabinieri. Mi avvicino loro per sapere che è successo. Quando si accorgono chi sono rimangono perplessi, ma uno di loro riesce a rispondermi. Un ubriaco le ha sferrato dapprima un pugno in faccia e poi ha iniziato a prenderla a calci. Quando sono arrivati un collega di Nicole aveva bloccato l'aggressore e l'altro le ha prestato soccorso. Mi accompagnano da un'infermiera e mi viene chiesto di aspettare. Sono costretto a rimanere a rimare seduto in disparte mentre la mia Nicole sta soffrendo.

Non so quanto tempo sia passato, ma arriva un dottore e mi dice quello che temevo: Nicole è in sala operatoria. I calci ed i pugni che ha ricevuto hanno lesionato la milza. Non è un intervento complicato e dovrebbe riprendersi abbastanza in fretta. Non dovrà fare sforzi per molto tempo a causa delle costole incrinate. Nonostante queste parole ho paura. Finché non la vedrò aprire gli occhi non mi darò pace.

Continuo ad aspettare ed a pregare. Dopo qualche ora vengo avvisato che l'intervento è andato bene e Nicole sta riposando. Chiedo se posso andare a vederla e mi danno 5 minuti. Quando entro e la vedo in quel lettino mi si stringe il cuore. È così pallida che il livido sul suo volto risulta maggiormente. Prendo una delle sue mani e la sento fredda.

<<Avrei dovuto proteggerti e non l'ho fatto. È stata colpa mia. Se non mi fossi comportato come uno stronzo magari tu non saresti qui>>

Porto le mie labbra sulle tue sperando di farti capire che ci sono. Non importa se non sei cosciente, sono sicuro che tu possa sentire la mia presenza. Esco dalla sua stanza e mando un messaggio a Rocco per avvisarlo che non sarò a palazzo finché non si riprende.

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