Sono leggermente in ansia. È vero che ho conosciuto Valentina e Niccolò, ma incontrare i suoi genitori è un'altra faccenda. Temo possano pensare che stia con loro figlio solo per soldi e potere. Devo cercare di non pensarci e per fare ciò abbraccio Giuseppe ed inspiro il suo profumo. Mi sono accorta subito che questo gesto mi calma all'istante ed infatti lo faccio ogni volta che sono agitata. Come sempre mi abbraccia, bacia i capelli e mi sussurra parole dolci. Rimarrei volentieri qui fuori, ma una volta passata la tensione sciogliamo l'abbraccio, prendiamo le valigie ed entriamo. Ad accoglierci c'è sua madre. Ci osserva entrambi e poco dopo sorride. Prima si avvicina a me e mi cinge tra le sue braccia. È una donna minuta che trasuda sicurezza e dolcezza. Mi accarezza il volto e con occhi luminosi si gira verso il figlio. Gli lascia due baci sulle guance. Questa scena mi emoziona perché mi manca mia madre; nonostante tutto ciò che è successo vorrei essere stretta e amata come Giuseppe con sua madre. Dopo questo momento così toccante ci accompagna nella camera in cui dormiremo per questi giorni. Posate le valigie Lillina ci impone di riposarci. Una volta soli ci lasciamo guidare dal nostro amore sigillando le nostre bocche.
<<Ti amo>>
<<Ti amo anch'io Nicole>>
Mentre lui riposa disfo le valigie, mi lavo e cambio i vestiti. Esco dal bagno e vedendo il suo volto rilassato lo lascio dormire ancora. Cerco sua madre e la trovo indaffarata in cucina.
<<Posso darle una mano?>>
<<Tesoro dovresti riposarti anche tu>>
<<Mi sono riposata in macchina e poi non riesco a rimanere con le mani in mano>>
<<Va bene gioia>>
Insieme ci mettiamo a preparare il pranzo, "leggero" in vista del cenone di questa sera. Più passo il tempo con lei e più mi sento a casa. Mi vengono in mente i ricordi della mia infanzia: la mattina del 24 andavamo tutti dai nonni ed iniziavamo a preparare il pranzo e la cena della vigilia. Partivamo sempre in quarta. Tutti volevano aiutare, ma dopo poco la voglia di giocare e divertirsi con i cugini era troppa e scappavamo via. Il nostro aiuto consisteva nell'assaggiare le polpette e controllare che fossero buone. Arrivavamo al pranzo già stanchi, ma felici come non mai. A tavola c'era di tutto: piatti della tradizione meridionale e lombarda. Ancora adesso mi commuovo ripensando a quei momenti. Mentre ultimiamo le preparazioni in cucina arriva anche Nicola, il padre di Giuseppe. Questa volta non c'è il mio compagno, ma il calore datomi in precedenza mi spinge a non avere alcun timore. Scrutando il suo viso mi accorgo delle somiglianze con il figlio. Con sicurezza mi avvicino a lui e mi presento.
<<Buongiorno signor Nicola. Io sono Andrea Nicole, la compagna di Giuseppe>>
<<Metto così tanta soggezione? Dammi del tu cara. Sono contento di fare la tua conoscenza. All'inizio ero titubante sulla vostra relazione per diversi motivi, ma ogni volta che sentivo mio figlio era felice, come poche volte mi è capitato di vederlo. Grazie per prenderti cura di lui>>
<<In realtà è lui che si prende cura di me. Sono fortunata ad averlo incontrato e sono fortuna ora ad aver conosciuto voi due. So che forse è presto perché nemmeno mi conoscete, ma... mi sento a casa, mi sento in famiglia>>
<<Cara tu fai parte della famiglia. Puoi contare su di noi per qualsiasi cosa>>
<<Grazie, significa molto per me>>
Asciugo le lacrime che mi sono scese per le stupende parole appena ricevute e sorrido.
<<Andrea puoi andare a svegliare Giuseppe? Qui è tutto pronto>>
Con il cuore leggero entro nella stanza. Beppe è ancora nel mondo dei sogni. Ha il viso sereno e rilassato. Vorrei lasciarlo riposare ancora perché non capita spesso che possa riposarsi così spesso. Cerco di svegliarlo in modo dolce, accarezzando prima i suoi capelli e poi la sua guancia. Gli sfioro appena le labbra con le mie e poco dopo apre gli occhi: è bellissimo. I capelli scompigliati, gli occhi lucidi dal sonno ed i vestiti sgualciti gli danno un'aria sbarazzina che mi fa venire voglia di unirmi a lui.
<<Ciao bellissimo. Dovresti alzarti>>
<<Uffa, sto così bene qui sotto le coperte. Perché non sei rimasta anche tu?>>
<<Volevo dare una mano a tua madre... ho conosciuto tuo padre e mi sono commossa. Grazie amore mio>>
A queste parole si desta completamente e si alza. Gli chiedo non farsi la barba e di tenerla per un paio di giorni. Torniamo dai suoi ed iniziamo a mangiare. Il pranzo è tranquillo ed i suoi mi raccontano di com'era Giuseppe da bambino. Era allegro e vivace, ma rispettoso delle regole. Ha sempre aiutato gli altri e non ha mai avuto alcun problema a scuola. Era perfetto. Mi mostrano anche delle fotografie. Mi sciolgo vedendole e gli sorrido.
<<Bello eri e bello sei rimasto. Immagino che tutte ti corressero dietro>>
<<Ho avuto la mia dose di ragazze, ma finalmente ho trovato quella giusta>>
Nel pomeriggio arriva anche Maria Pia, la sorella di Giuseppe, con suo marito. Lei è più chiusa del fratello, ma a poco a poco riusciamo a trovare sintonia. Da lei ricevo i dettagli più gustosi sull'adolescenza del fratello. Era un dongiovanni e come sospettavo tutte lo volevano, anche quelle più grandi. C'è stata solo una ragazza che gli ha dato il due di picche. Povero Beppe. La giornata continua così ed alla sera siamo tutti pronti per gustare un fantastico cenone. Tutto è delizioso e tutto quello che non ho potuto mangiare nei giorni di degenza lo recupero adesso.
<<Finalmente una che mangia con gusto>>
<<Ah per quello sì. Mi piace mangiare, anche se ho problemi gastrici, ma basta evitare quello che non posso>>
Ho mangiato come un maialino, ma sono piena al punto giusto. Allo scoccare della mezzanotte ci facciamo gli auguri e poco dopo tutti vanno a dormire. Siamo rimasti solo Giuseppe ed io, fuori a prendere una boccata d'aria e ad osservare il cielo.
Osservandole stelle mi si accende la lampadina e prendo il cellulare. Cerco un'immagine specifica, quella del vischio, e alzo il telefono sopra le nostre teste.
<<Ma cos'è?>>
<<Tradizione.Baciami sotto il vischio Giu>>
Non se lo fa ripetere due volte. Afferra il mio volto con entrambe lemani ed unisce le nostre bocche. Non è un bacio carnale, ma è carico di passione ed amore. Ci stracchiamo felici ed innamorati e ci rifugiamo in casa sotto le coperte.
Purtroppoi giorni qui in Puglia volano come non mai ed il 27 ritorniamo a Roma. Io ho ancora una sorpresa per Giuseppe e lui ancora non mi ha detto nulla per il 31. Chissà cosa avrà organizzato.
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Ti sento vivere
RomanceAndrea Nicole (nome strano, lo so) è una donna di 29 anni tradita dal suo fidanzato pochi giorni prima di partire per festeggiare il loro anniversario. Per non pensare a quello che avrebbe potuto fare, il 31 dicembre decide di sostituire una collega...