Capitolo 20

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Sono più in ritardo io che Trenord... ormai è così. Ho pure alcuni capitoli pronti, ma sono pigra e da pc mi da sempre tanti errori (alcuni li noto dopo averli postati, altri ci saranno di sicuro ancora)


Oggi è il grande giorno per la mia migliore amica e guardando entrambe la più emozionata sembro essere io. Ho le lacrime agli occhi da ieri. Se penso all'amore mi vengono in mente lei ed Alessandro.Adesso siamo a casa sua, nella fatti specie nel suo bagno. Siamo solo noi: la sposa e la sua testimone di nozze. Abbiamo ancora un'ora per prepararci, ma se continuo a piangere faremo ritardo.

<<Nicole manca solo un'ora. Se non la pianti ti mollo una pizza in faccia e chiedo a qualcun'altra di farmi da testimone>>

<<No,ti prego. Adesso la pianto... sono solo felice. Tu sei mia sorella,anche se non di sangue. Ti sei condannata quando ho conosciuto e conquistato tua mamma. A proposito, dov'è andata?>>

<<Non ne ho idea. Ora muoviamoci; daje che famo tardi>>

I capelli li abbiamo acconciati ieri e ci rimane "solo" da vestirci e truccarci. Il suo abito è stupendo, sublime. Solo ammirando questo abito mi viene voglia di convolare a nozze. Le maniche arrivano al gomito,sono in pizzo, e lascia le spalle scoperte. È semplice, come la mia amica, ma indossandolo sembra una principessa.

Io nel mio piccolo indosso un vestito verde bosco lungo scamiciato con corpino con ruches e gonna a strati. Ai piedi delle terribili scarpe nere con tacco a spillo. Avevo anche preparato le scarpe di ricambio, ma le ho dimenticate a casa e Giada mi ha vietato di andare a prenderle; se soffre lei devo soffrire anch'io. Riusciamo a prepararci in tempo. Io parto qualche minuto prima per arrivare con gli altri testimoni e prendere il mio posto. Giada arriva con il solito ritardo delle spose accompagnata dalla madre. Già solo con questa scena devo trattenere le lacrime e per evitare di piangere cerco lo sguardo del mio fidanzato. Prima di entrare in chiesa gli avevo mandato un messaggio per avvisarlo che ero in macchina. Ci metto un paio di secondi prima di incrociare il suo sguardo. Mamma mia quanto è bello.

La cerimonia scorre tranquillamente, anche velocemente rispetto a quanto ricordassi. Quando arriviamo al momento del fatidico sì inevitabilmente mi commuovo. Hanno avuto alti e bassi, come tutte le coppie, ma hanno affrontato tutte le incertezze, tutti i problemi,insieme. Questa cerimonia è solo un modo per coronare il loro sogno.Ancora una volta mi volto per trovare gli occhi di Giuseppe e lo sguardo che mi concede è ricco di amore e sicurezza. La cerimonia si conclude e sbrighiamo in modo repentino la parte burocratica. Usciti dalla chiesa ci organizziamo per andare al ristorante. Io affianco Giuseppe e finalmente posso baciarlo.

<<Ehy. Mi sei mancato>>

<<Anche tu amore mio>>

<<Ma hai la scorta? Perché io sono in macchina e non vorrei stare da sola>>

<<Perché non lasci la macchina a casa e non vieni con me? Conosco un paio di modi per passare il tempo>>

Non può farmi certi sguardi malandrini davanti ad un luogo sacro ed in mezzo a tutte queste persone.

<<Per quanto l'idea di non guidare mi alletti, devo rifiutare. Non voglio usare i privilegi del Presidente. E poi con la tua scorta in auto non ti permetterei di fare certe cose. È una mancanza di rispetto>>

<<Va bene. Avviso Giorgio. Ci seguiranno ugualmente, ma avremo il nostro spazio>>

Mi avvicino alla mia bellissima auto, una Yaris del 2015, ma Giuseppe mi blocca la strada. Allunga una mano ed io lo guardo con un sopracciglio alzato.

<<Quindi? Mi dai le chiavi?>>

<<Ma te lo scordi. Nessuno può guidare Yuki. Siediti sul lato passeggero e goditi la mia guida>>

Ti sento vivereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora