Capitolo 3

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Jorge's P.O.V.

Ci mettiamo un po' ad arrivare all'asilo, il viaggio in auto dura abbastanza per via del traffico che invade le strade di Buenos Aires a quest'ora. Parcheggio la mia BMW nera e, seguito dal mio migliore amico, attraverso l'enorme giardino per raggiungere l'entrata. Siamo leggermente in ritardo ma, ciò nonostante, ci sono ancora alcuni bambini che attendono i propri genitori.

"Buonasera" saluto cordialmente entrando. E' la prima volta che vengo qui, anche se Daniel frequenta quest'asilo già da un anno. L'ingresso è accogliente e molto ampio, sulle pareti verdi sono affissi alcune foto di gruppo di bambini e anche di adulti, che presumo siano gli insegnanti. Ci sono alcuni genitori, che chiacchierano tra loro, mentre altri sono impegnati in discorsi con alcune ragazze che hanno la stessa divisa, deduco, quindi, siano le maestre.

"Buonasera" mi fa eco Diego, anche lui guardandosi intorno. Una donna dai capelli biondi si volta nella nostra direzione e, congedandosi dalle persone con cui stava parlando, si avvicina a noi.

"Salve, io sono Clara, la direttrice di Chiquititas. Posso esservi d'aiuto?" la donna si presenta con modi gentili, scrutandoci con un paio di occhi color cielo.

"Piacere, sono Jorge Blanco. Siamo venuti a prendere mio nipote, Daniel Aguilar" accenno un sorriso per essere cortese.

"Oh si, la signora Aguilar ci aveva avvisati. Potrei vedere un documento, è per sicurezza" dice con tono fermo e autoritario, ma pur sempre dolce e gentile, la bionda.

"Certo" annuisco e la seguo in una stanza, che presumo sia la direzione.

"Lei, invece, è?" chiede rivolta a Diego.

"Mi scusi, sono Diego Dominguez, l'ho semplicemente accompagnato" la donna gli rivolge un sorriso rassicurante, mentre il moro si gratta la nuca imbarazzato.

"Bene, Dani è nell'aula di musica con Tini" si avvicina alla porta e ci addentriamo in un lungo corridoio. "E' praticamente innamorato della sua insegnante" ridacchia poi. "In realtà tutti stravedono per Tini, bambini e genitori" continua sorridente mentre raggiungiamo una porta. Da questa si sente una dolce melodia, accompagnata da una voce a dir poco meravigliosa. E' talmente incredibile che ho la pelle d'oca. La direttrice apre la porta e riesco a vedere l'interno della stanza. Al centro dell'aula c'è un pianoforte a coda, al quale vi è seduta una ragazza, che ci da le spalle, e accanto a lei un bambino, Daniel. "Sono qui, io torno di la" dice la signora Clara, prima di allontanarsi nel corridoio.

"Bravissima Tini!" mio nipote salta sullo sgabello battendo le mani, per poi abbracciare quella ragazza dai lunghi capelli castani.

"Grazie piccolo" la ragazza dalla voce melodiosa lo ringrazia e gli schiocca un bacio sulla guancia, mentre noi li guardiamo sorridenti.

"Tinita?" sento Diego sussurrare sorpreso. Il suo tono di voce è quasi impercettibile, ma riesco a sentirlo ugualmente. "Tinita!" esclama più forte richiamando l'attenzione della giovane, che, voltandosi, sgrana gli occhi e spalanca la bocca.

"Diego!" sussulta la ragazza, mentre un enorme sorriso si fa spazio sul suo volto. In pochi secondi mi passa davanti, raggiungendo il mio amico che l'accoglie fra le braccia, sollevandola da terra per farla girare. "Oh mio Dio, Diego! Che bello vederti!" il suo tono di voce fa trapelare la gioia che sta provando in questo momento. Continuo a guardarli confuso. Si conoscono? Come? Da quanto? Perché non sapevo dell'esistenza di questa ragazza, nonostante io e Diego siamo amici dall'età di cinque anni?

"Zio Jorge" mi riprendo dai miei pensieri quando mi sento tirare la mano. Sorrido a mio nipote, ancora stranito, e lo prendo in braccio.

"Tinita, non sai che bello è rivederti" Diego scioglie l'abbraccio e la guarda attentamente, attirando nuovamente la mia attenzione e curiosità. "Quanto sei cresciuta!" sorride emozionato. "Sei ancora più bella" dice poi facendole fare un giro su se stessa.

Chiquititas// JortiniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora