Capitolo 4

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Martina's P.O.V.

"Ecco, siamo arrivati" dico quando giungiamo davanti alla palazzina in cui vivo. Non è un grattacielo, né una villa, è una palazzina modesta di quattro piani e io abito al secondo. Le case sono abbastanza spaziose e l'affitto non è alto, così riusciamo a permettercelo. "Grazie per il passaggio" sorrido a Jorge e a Diego.

"Tini, per favore non dire nulla a Lodo" mi guarda con le mani giunte a preghiera il moro. "Se scopre che ho rovinato la sorpresa mi ammazza, lo sai" mette su anche il labbruccio e mi fa scappare una risata.

"Tranquillo Dieguito, ho la bocca cucita" mi sporgo in avanti per lasciargli un bacio sulla guancia e lo vedo sorridermi. "Ciao Dani, ci vediamo lunedì" bacio sulla guancia anche il piccolo e scendo dall'auto. Lo svantaggio di questa casa? Manca l'ascensore. Non che fare due piani a piedi sia un problema per me, ma non è il massimo dopo una giornata di lavoro passata a rincorrere i bambini. A casa, come detto da mio padre, non c'è nessuno, così, dopo una bella doccia rinfrescante, mi appresto a preparare la cena; qualcosa di semplice e veloce, anche perché non ho molta fame. Dopo cena mi rilasso sul divano guardando un po' di tv e, mentre scrollo la home su Instagram, mi arriva un messaggio da Mechi.

-Da Mechi a Tini:

"Hola Tinita!! Che fai di bello??"

-Da Tini a Mechi:

"Divano e tv"

-Da Mechi a Tini:

"Che venerdì sera da sballo😑"

"Ti va di venire da me?"

-Da Tini a Mechi:

"Vieni tu, sono già comoda sul divano"

-Da Mechi a Tini:

"Arrivo, prepara il gelato!" scrollo la testa sorridente. Circa una mezz'oretta dopo ecco che sento bussare al citofono e mi precipito ad aprire.

"Tinita!" mi abbraccia forte. "Non sai" entra come un fulmine in casa e si getta sul divano.

"Aspetta, vado a prendere il gelato" la fermo prima che inizi a parlare. "Tu cambiati" lei annuisce e va in camera a cambiarsi, mentre io vado in cucina a preparare due coppe di gelato, alla nocciola ovviamente.

"Dicevo" prende posto sul divano al mio fianco. "Ho conosciuto un ragazzo" dice affondando il cucchiaio nella sua coppetta. Sgrano gli occhi sorpresa. "Si chiama Jeremia ed è bellissimo" esclama con aria sognante. "Mi ha chiesto di uscire, domani sera" continua a parlare.

"E tu?" chiedo gustandomi il gelato.

"Ho accettato, ovvio!" esclama convinta ed entusiasta.

"E Fran?" chiedo titubante. So bene che è un argomento che non vuole toccare, ma devo sapere.

"Fran niente, ci siamo lasciati quattro anni fa" distoglie lo sguardo. "Ho sofferto abbastanza e ora devo andare avanti" lo rialza fissandolo nel mio, è sincera. Tremendamente sincera e sicura di sé. Le sorrido e l'abbraccio.

"Finalmente! Finalmente l'hai capito" per poco non salto sul divano a ballare. Lei e mio fratello stavano insieme, ma da quando ha iniziato a vivere girando il mondo si sono allontanati e Francisco l'ha lasciata. Mechi l'ha presa malissimo, non usciva né voleva parlare con nessuno, ma alla fine io e Lodo siamo riuscite a farla tornare a vivere, più o meno, normalmente. Passiamo il resto della serata a chiacchierare del tutto e di più, non passavamo una serata come questa dalla fine di quest'estate. Ora che lei ha ricominciato le lezioni all'università e che io sono occupata con il lavoro, ci vediamo poco e dobbiamo assolutamente recuperare. La mattina seguente, fortunatamente, mi sveglio più tardi del solito, poiché è sabato e non lavoro.

Chiquititas// JortiniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora