Capitolo 19

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Martina's P.O.V.

Lentamente scioglie il nostro bacio, mentre entrambi ancora ansimiamo per regolarizzare il respiro. Il sorriso, che ho stampato in viso, mi scompare nel momento in cui ripenso al fatto che lui è fidanzato da tanti anni con un'altra ragazza, che probabilmente lo starà aspettando a casa.

"Perché?" gli chiedo, cercando di reprimere le lacrime, che minacciano di uscire.

"Cosa?" chiede confuso, non capendo il perché della mia domanda e, sicuramente, della mia espressione incupita di botto.

"Perché lo fai? Sei fidanzato... noi... non possiamo" controvoglia mi allontano da lui, facendo per alzarmi dalla panchina e andarmene, ma vengo bloccata per il polso.

"Non sto più con Dalia" lo dice come se si fosse sollevato da un peso e in quel momento, a quelle parole, sento il cuore perdere non so quanti battiti, per poi riprendere a battere sempre più veloce, tanto da sentirmelo alla gola. Un secondo dopo, mi ritrovo ad abbracciarlo con un sorriso ancor più grande, mentre lo sento ridacchiare per il mio gesto inaspettato. "L'ho lasciata perché non posso fare a meno di pensarti" il sorriso mi si espande ancora di più, sempre se possibile, mentre sento la terra mancarmi sotto i piedi e se non fosse per le braccia di Jorge che mi sostengono, sarei già in terra. "Da quando ti ho conosciuta, sei il centro fisso dei miei pensieri" dice, prima di far ricongiungere le nostre labbra.

"Nemmeno io riesco a smettere di pensarti" ammetto anche io senza troppi giri di parole e in tutta risposta ricevo un bacio.

"Ti va di mangiare qualcosa?" chiede poi e sentendo un brontolio provenire dal mio stomaco ridacchia. "Lo prendo come un si" si risponde, mentre io arrossisco fino alla punta dei capelli. Mi prende per mano e insieme passeggiamo lungo il parco, per poi fermarci davanti uno di quei camioncini che vendono panini per le strade. Ordiniamo due panini e qualcosa da bere e ci sediamo ad un piccolo tavolino, messo lì davanti al camioncino.

"Non ti facevo il tipo da street food" dico dopo aver mandato giù un boccone del mio panino con la salsiccia. Effettivamente non sembra proprio un tipo da queste cose.

"Davvero? Eppure passo spesso a trovare Bob" ridacchia lui, per poi sorseggiare un po' della sua birra.

"Sul serio?" questo ragazzo mi sorprende ogni giorno di più.

"Serissimo, io e Diego veniamo spesso qui... da quando eravamo ragazzini. Bob è il migliore in questo campo" lo dice girandosi verso il camion e salutando con un gesto della mano un signore, che poco prima non c'era. "Aspetta, sei sporca di maionese" sto per prendere il fazzoletto, ma vengo anticipata dal suo pollice, che con un solo movimento mi ripulisce la guancia. "Ora sei apposto" sussurra, mentre è sempre più vicino al mio viso.

"Grazie" non faccio quasi in tempo a rispondergli per ringraziarlo, che le sue labbra premono di nuovo sulle mie, facendole schiudere, per far entrare la sua lingua in contatto con la mia. Quando si stacca mi sorride e, dopo avermi lasciato un bacio sulla punta del naso, riprendiamo a mangiare, chiacchierando di tutto e di più.

"Vieni, ti riaccompagno" dice lanciando uno sguardo al suo orologio.

"Non ce n'è bisogno, prendo un taxi" siamo entrambi a piedi e abitiamo in due quartieri completamente opposti di Buenos Aires, non può accompagnarmi a casa e poi tornarsene a piedi, ci metterebbe ore.

"Mh... no, voglio accompagnarti, in taxi... ma ti accompagno" mi porge la mano e mi conduce fino alla fermata dei taxi. In poco arriviamo davanti al mio palazzo, fortunatamente non abbiamo trovato traffico.

"Grazie per la serata" gli dico lasciandogli un bacio sulla guancia come saluto.

"Grazie a te e buonanotte" mi prende il viso tra le mani e mi bacia.

Chiquititas// JortiniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora