Martina's P.O.V.
E' più di un mese che non lo vedo e non lo sento; ignoro le sue chiamate e i suoi messaggi, seppure a volte ho la voglia irrefrenabile di rispondergli e di incontrarlo. Mi manca da morire, lo ammetto. Mi è difficile, tremendamente difficile, stare così lontana da lui, ma il senso di colpa mi logora dentro e non posso fare a meno di pensare a quel bambino. Un bambino innocente, che non potrà venire al mondo per colpa mia. Per colpa mia e del mio amore per Jorge. Perché questo amore è così sbagliato? Perché fa così male? Vengo interrotta dal suono del campanello e, controvoglia, mi alzo dal comodo divano per andare ad aprire. Francisco è uscito con Ruggero e alcuni loro vecchi amici del liceo, a quanto pare faranno tardi; mentre papà è fuori per una cena di lavoro.
"C-che ci fai tu qui?" sgrano gli occhi sorpresa. Perché è qui?
"Io... mi manchi" sussurra sull'uscio della porta. Non può fare così, renderà il tutto più difficile. "Io amo te, Martina, non lei" alza il tono di voce, incatenando il suo sguardo con il mio. I suoi splendidi occhi verdi sono stanchi, tristi e spenti. Non hanno la solita luce che li caratterizza.
"E' sbagliato" mormoro, cercando di mantenere il controllo. Devo essere forte. Lui domani si sposerà con una donna che non sono io, presto si dimenticherà di me e di questa nostra storia e io dovrò fare lo stesso. Dovrò andare avanti con la mia vita, lasciandomi alle spalle tutto quello che sto vivendo in questo periodo.
"Lo so" abbassa la testa. "Ma per sentirmi vivo ho bisogno di sbagliare, almeno un'ultima volta" tutte le mie barriere crollano a quelle sue parole e, senza capire più nulla, mi ritrovo tra le sue braccia. Le nostre bocche si cercano, si vogliono. Jorge mi solleva e io allaccio le gambe attorno ai suoi fianchi, mentre lui con un piede richiude la porta alle sue spalle e cammina fino ai piedi del divano. "Sbagliamo insieme" soffia sulle mie labbra, facendomi poggiare nuovamente i piedi per terra.
"Sbagliamo insieme" gli faccio eco, per poi far ricongiungere le nostre labbra. Mi accarezza la schiena e solleva di poco il mio maglione, per poi sfilarmelo completamente e lasciandomi con solo l'intimo addosso. Strofina il naso contro il mio collo,prendendo poi a baciarlo e succhiarlo, mentre io gli sfilo la giacca e la sciarpa.
"Mi sei mancata tanto" sussurra roco contro il mio orecchio e io, sorridendo, gli tolgo la maglia.
"Anche tu, Jorge" ricambio accarezzandogli il petto, facendolo cadere seduto sul divano in pelle. Mi metto a cavalcioni su di lui e inizio a baciarlo, per poi scendere con le labbra sulla mandibola, sul collo ed infine sul petto, mentre le sue mani percorrono tutta la mia figura, fino ad arrivare alle cosce. Mi sposta i capelli sulla spalla destra, abbassando la spallina sinistra del reggiseno, baciandomi la spalla e il collo. Sento un fuoco dentro, un fuoco che dopo questa notte continuerà a bruciare sulla mia pelle e dentro di me, sempre più ardentemente. Mi libera dal reggiseno, facendomi stendere sul divano invertendo le posizioni. Le mie mani tremanti scivolano lungo il suo addome, per arrivare alla cintura dei suoi jeans per slacciarla e sfilargli l'indumento. La sua lingua finisce sul mio seno destro, mentre con una mano accarezza quello sinistro e con l'altra il mio fianco. Getto la testa all'indietro, inarcando la schiena verso di lui e lo sento sorridere contro la mia pelle.
"Jorge" ansimo, stringendo le mani sulle sue spalle. Impazientemente libera entrambi dagli ultimi indumenti rimasti, mentre i nostri corpi diventano un tutt'uno, muovendosi al ritmo dei nostri cuori.
Lodo's P.O.V.
-Da Lodo a Diego:
"Amore sto arrivando❤" digito velocemente, mentre cammino per il parco centrale di Buenos Aires. Domani c'è il matrimonio di Jorge e, anche se la sposa è una brutta vipera velenosa, ci andrò perché lui è uno dei miei migliori amici ed è come un fratello per Diego; quindi sono dovuta andare nel mio centro estetico di fiducia per rimettermi in sesto ed ora devo raggiungere il mio fidanzato per aiutarlo a sistemare delle ultime cose per conto dello sposo.
"E' stato geniale!" mi distraggo sentendo una voce da oca fin troppo familiare.
"Vero, sei stato fantastico" anche quest'altra voce la conosco bene, così presa dalla curiosità decido di avvicinarmi per vedere di chi si tratta.
"Un genio" continua a dire con voce stridula, quella che poi riconosco essere Stephie, la tarantola amica della vipera. Mi apposto dietro una grande siepe, poco distante dalla panchina su cui quelle due e un altro tizio sono seduti.
"Basta con i complimenti, non è ancora detta l'ultima parola" le riprende serio il moro, che non avevo mai visto prima d'ora.
"Oh, andiamo Pete... domani è il gran giorno" si stringe a lui... Dalia. Ma che cosa sta succedendo?
"Appunto, domani" continua il ragazzo.
"Si, ma ormai è fatta" scrolla le spalle Stephie. "E nessuno ci ha scoperti" aggiunge poi, facendomi accigliare. Di cosa stracazzo stanno parlando? Sto iniziando ad innervosirmi, ma, mantenendo il sangue freddo, decido di prendere il mio cellulare e iniziare a registrare, con la speranza che continuino a parlare e che si spieghino meglio.
"Già, avevi ragione" dice Dalia riferendosi al ragazzo al suo fianco. "La falsa gravidanza l'ha fatto cadere ai miei piedi" gli schiocca un bacio a fior di labbra la bruna, facendolo sorridere.
"Per non parlare della perdita del bambino" sorride furba l'altra, facendo il gesto delle virgolette con le dita. "Eri divertente vestito da medico" scoppia poi a ridere.
"Ehi... non offendere il signor Seanz" lo difende Dalia, unendosi alla risata della sua amica. La mia mano trema per la rabbia, ma devo resistere. Devo resistere per Jorge e per Martina. Per colpa di questi stronzi la mia migliore amica sta soffrendo, non la passeranno liscia.
"Ragazze basta, pensiamo alle cose serie" le richiama il moro.
"Tipo a cosa faremo quando avremo il patrimonio dei Blanco nelle mani?" alza un sopracciglio Stephanie.
"Innanzitutto sarò io ad averlo nelle mani" la corregge Dalia. "Non vedo l'ora di essere la signora Blanco" sorride vittoriosa. Vedremo strega, vedremo.
"Calma ragazze, avremo modo di divertirci" ghigna il ragazzo.
"Meno male che ci sei tu" gli accarezza i capelli Dalia, stringendosi di più a lui. Ma tu guarda un po' quella... brutta puttana. Ok Lodovica, calma. "Peter Lanzani, non so cosa faremmo senza te" aggiunge e un senso di disgusto mi sale.
"Sareste perse bamboline" sorride ad entrambe, abbracciando la vipera.
"Bamboline?" solleva un sopracciglio Dalia, guardando male Stephie e quel Peter.
"Non fare la gelosa, io ho Juan" alza gli occhi al cielo la tarantola.
"Tranquilla, lo sai che amo solo te, mogliettina mia" ridacchia il moro, facendomi raggelare il sangue nelle vene. Mogliettina? Si può sapere che cazzo stanno ascoltando le mie orecchie?
"Immaginate se Jorge sapesse del vostro matrimonio" ride a gran voce Stephanie. Oh cara, presto lo saprà.
"Non dirlo neanche per scherzo" la fulmina con lo sguardo Peter.
"Ehi... scherzavo e tu... domani ti sposi, potete stare tranquilli, ormai è fatta" ghigna la bruna, seguita anche dalla coppia. Stacco la registrazione solo nel momento in cui li vedo alzarsi per andarsene e, con una rabbia dentro impossibile da spiegare, vado via anche io. Devo, assolutamente, parlare con Tini e Jorge.
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*coff coff*
Ciao a tutti!
Il capitolo di oggi è... scoppiettante. Da una parte abbiamo i nostri bellissimi Jortini, che passano l'ultima notte insieme, ignari di quello che sta per accadere. Dall'altra parte, invece, vediamo la nostra fantastica Lodo fare una scoperta clamorosa. Non so chi ti abbia mandata Lodo, davvero... grazie!!! Non voglio dilungarmi troppo, anche perché non ho altro da dirvi. Spero che il capitolo vi piaccia, fatemi sapere cosa ne pensate con un voto e un commento.
Ringrazio tutti quelli che seguono costantemente questa storia e... a domani con il prossimo capitolo!!!
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Chiquititas// Jortini
FanfictionLa perdita di una persona cara sconvolge, in un modo o nell'altro, la vita di chiunque. Così è anche per la dolce Martina, che, in un certo senso, ha dovuto rinunciare alla sua più grande passione, la musica. Ma non tutto è perduto e forse un giorno...