Martina's P.O.V.
Sento un tonfo al cuore e la vista diventa offuscata. Jorge si gira verso di me e mi guarda con gli occhi velati di lacrime. La ragazza dai capelli neri, di cui ignoro il nome, ghigna soddisfatta, guardandoci con disprezzo.
"Vai via!" esclama con il vocione, facendomi sobbalzare. "Sparisci da questa casa" continua riferendosi alla bruna, che non cambia espressione.
"Come vuoi" lentamente si alza e, sculettando, si avvicina alla porta d'ingresso. "Buona serata" ci augura ironicamente, per poi uscire di casa. Jorge si siede sul divano e si copre il viso con le mani.
"Perdonami" mormora. "Perdonami" ripete a voce più alta, sollevando la testa e voltandosi nella mia direzione.
"Non ho nulla da perdonarti" dico con voce strozzata, cercando di trattenere queste odiose lacrime. Mi avvicino a lui e, senza aggiungere altro, lo abbraccio. "Credo sia ora che vada" dico lanciando uno sguardo all'orologio sul muro, ce segna le 23:46.
"Non andare, ti prego" sussurra come un bambino, stringendomi più forte e sprofondando la testa nell'incavo del mio collo. "Ho bisogno di te" mi mostra il suo lato debole e sensibile, facendomi sciogliere il cuore. Un groppo alla gola mi impedisce di rispondere e annuisco in silenzio, continuando a coccolarlo e a stargli accanto. Ci spostiamo al piano di sopra, nella sua stanza, e ci accomodiamo a letto, rimanendo abbracciati finché Jorge non si addormenta. Le nostre gambe sono intrecciate e con le braccia mi circonda la vita, mentre la sua testa è posata sul mio petto e le mie mani gli accarezzano i capelli. Resto per un po' a guardarlo, assicurandomi che dorma sogni tranquilli.
"Ti amo" gli sussurro, lasciandogli un bacio tra i capelli, per poi cedere anche io alla stanchezza.
Il mattino dopo mi sveglio per il sole che entra dalla finestra e, girandomi, mi accorgo che Jorge è già sveglio e mi sta fissando. "Ciao" dico con la voce impastata dal sonno e gli occhi ancora appiccicati. Chissà che aspetto orribile ho in questo momento."Buongiorno, bella addormentata" strofina il naso con il mio, per poi lasciarmi un dolce bacio.
"Che ore sono?" domando con un sorriso. Sorriso che scompare quando ripenso alla scorsa sera e a quella ragazza.
"E' ancora presto, tranquilla" mi accarezza i capelli, guardandomi con amore. "Grazie per ieri" dice poi e io mi mordo il labbro. "E scusami" si incupisce, lanciandomi un'occhiata dispiaciuta e colpevole, per poi abbassare lo sguardo.
"Non devi scusarti" dico prendendogli il volto tra le mani, costringendolo a far incrociare i nostri sguardi. "Io ci sarò sempre per te" gli sorrido rassicurante. Vengo presa alla sprovvista dalle sue labbra, che premono sulle mie con enfasi, facendole schiudere per far entrare in contatto le nostre lingue. Sobbalziamo sentendo la porta aprirsi di scatto.
"Che fate?" domanda Daniel facendo uno sbadiglio, mentre raggiunge il letto.
"Buongiorno ometto" sorride Jorge, facendolo mettere sulle sue gambe. Sarebbe un buon padre, penso rattristandomi. "Coccolavo la mia ragazza" risponde poi alla domanda del piccolo, facendomi arrossire.
"Buongiorno Dani!" lo saluto sforzando un sorriso sincero.
"Buongiorno" ricambia il sorriso il piccolo, per poi mettersi tra me e Jorge per le coccole. "Andiamo a fare colazione?" chiedo al bambino.
"Si, ho molta fame" scuoto la testa sorridendo alle parole dell'uomo di casa, che sorride massaggiandosi la pancia.
"Mi riferivo al bambino" dico scoppiando a ridere, accantonando per un momento i pensieri che dalla scorsa sera mi perseguitano. Facciamo colazione tutti insieme e poi Jorge accompagna me e Daniel all'asilo, fortuna che ho una divisa di cambio nell'armadietto.
"Tini, tutto bene?" mi raggiunge Clara. "Ti vedo un po' giù da questa mattina" continua, accarezzandomi una spalla. E' l'ora di pranzo, i bambini sono tutti a mensa e io ne stavo approfittando per rimanere un po' sola con me stessa.
"Avrei bisogno di un abbraccio della mia mamma" sussurro con le lacrime agli occhi.
"Non ho figli ma... per me sei come tale e posso provarci" sorride materna, facendomi scoppiare a piangere tra le sue braccia.
Jorge's P.O.V.
Raggiungo l'appartamento di Dalia, grazie all'indirizzo inviatomi da Stephie, perché ho bisogno di parlarle. Dalia è stata importante nella mia vita e se davvero è incinta e il bambino è mio, voglio aiutarla e sostenerla, standole accanto. Non tornerò con lei, sia chiaro, ma ciò non significa che non sarò partecipe della vita di mio figlio. Busso freneticamente alla porta, richiamando l'attenzione di qualche vicino che si affaccia preoccupato.
"Ma sei impazzito?" apre la porta la bruna.
"Dobbiamo parlare" le dico entrando in casa, senza considerarla più di tanto. Calma Jorge, cerco di rimanere lucido. "E' vero?" chiedo senza troppi giri di parole. Voglio che questa situazione finisca al più presto, devo mettere in chiaro le cose il prima possibile.
"Di cosa parli, è un mese che non ci vediamo" aggrotta le sopracciglia, posando una mano sul ventre piatto, gesto che non passa inosservato.
"E' vero che sei incinta?" ripeto la domanda, questa volta ancora più diretto, alzando leggermente la voce. Calma Jorge, mi ripeto nuovamente.
"Come lo sai?" domanda. "Stephie" borbotta poi, rispondendosi da sola.
"Sono io il padre?" chiedo senza peli sulla lingua, sperando dentro di me che la risposta sia negativa.
"Certo che si, chi se no?" alla sua risposta, qualcosa dentro di me si rompe in mille pezzi. Mi mordo il labbro provando a mantenere la mente lucida, ma l'unica cosa a cui riesco a pensare è il volto di Tini ieri sera, con gli occhi lucidi e lo sguardo vuoto.
"Q-quando l'hai scoperto?" continuo a guardare i suoi atteggiamenti naturali e calmi, come se stesse chiacchierando beatamente con un'amica al bar.
"Da due settimane più o meno" scrolla le spalle, sedendosi su una poltrona e accavallando le gambe.
"Perché non me l'hai detto?" chiedo sedendomi sul divano, rimasto a bocca aperta.
"Facile, non dovevi saperlo" risponde con cattiveria. "Sei una delusione Jorge... tanti anni di relazione buttati al vento per una sgualdrina qualunque" mi guarda con occhi di fuoco.
"Non osare parlare di lei in quel modo!" sbotto furioso. Puoi dirmi tutto quello che vuoi, ma lei non la devi toccare.
"Mi hai lasciata per una ragazza di poco conto" continua, ignorandomi.
"La nostra storia è finita da un pezzo" le sbatto la verità in faccia, ma lei rimane ferma sulla sua opinione.
"Sbagliato... l'hai fatta finire tu quando hai conosciuto quella maestrina da due soldi" scuote la testa, per poi avvicinarsi a me, che nel frattempo ho raggiunto la finestra. L'aria in questa stanza è pesante e inizio a far fatica a respirare. "Devi tornare sui tuoi passi e se per farlo devi avere una spinta... non vedrai questo bambino finché non avrai rimesso la testa apposto" sgrano gli occhi alle sue parole. Non solo fa scenate su scenate, insultando senza motivo Martina, ma ha anche il coraggio di vietarmi di vedere mio figlio.
"N-non puoi" dico senza parole.
"Posso eccome" cerca di nascondere un ghigno soddisfatto. "Ora vai via" mi spinge, letteralmente, fuori di casa. Una volta fuori, strabuzzo gli occhi, cercando di capire se è solo un sogno, anzi incubo, o è la realtà. Sospiro rassegnato. Avrò un figlio, la gioia più grande nella vita, ma non sarà della donna che amo. Avrò un figlio e non potrò vederlo, perché non potrò mai smettere di amare Martina. Chiudo gli occhi e la vedo. E' così bella e l'unica cosa che so in questo momento è che farò di tutto affinché non soffra, ma non posso far finta di nulla e vivere la mia vita tranquillamente, sapendo di avere un figlio e non poterlo conoscere.
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Ciao a tutti.
Anche oggi sono stata impegnata e sono riuscita a pubblicare solo ora... mi perdonate, vero?
Eccovi un nuovo capitolo e le cose non sembrano andare come dovrebbero... soprattutto per colpa di Dalia.
Ditemi cosa ne pensate, spero vi piaccia e se vi va, lasciate anche un voto e un commento.
Ringrazio ancora una volta tutti voi che seguite questa storia, vi adoro!!!
Un grande bacio e a domani con il prossimo capitolo!!!
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Chiquititas// Jortini
FanficLa perdita di una persona cara sconvolge, in un modo o nell'altro, la vita di chiunque. Così è anche per la dolce Martina, che, in un certo senso, ha dovuto rinunciare alla sua più grande passione, la musica. Ma non tutto è perduto e forse un giorno...