Capitolo 35

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Martina's P.O.V.

Mi sveglio con un forte mal di testa e la vista offuscata. Una forte puzza di muffa riempie la stanza in cui mi trovo, è tutto buio e solo uno spiraglio di luce penetra dalla finestra, ricoperta da travi di legno. Sono legata ad una sedia, presumo, non riesco a muovere gambe e braccia e ho un fazzoletto che mi copre la bocca. L'ultima cosa che ricordo è che mi è arrivato un messaggio da parte di Jorge, che diceva di incontrarci davanti la fontana al centro del giardino, per stare un po' da soli, poi il buio. Non so perché sono qui, né chi mi ci abbia portata. Non so nemmeno dove sono, ma sembra si tratti di una vecchia fabbrica, lo intuisco da un macchinario arrugginito a pochi passi dalla finestra.

"Bene, bene... ti sei svegliata" entra da una porta scricchiolante un uomo, di cui non riesco a riconoscere il volto. "Dormito bene?" ghigna, avanzando verso la luce. Rabbrividisco quando mi rendo conto chi ho davanti. Peter Lanzani, il complice di Dalia. Ma non dovrebbe essere in carcere?

"Si è svegliata?" lo raggiunge la bruna. "Bene, facciamola fuori ora" fa per venire verso di me armata di pistola, ma viene bloccata dal suo compagno.

"Ferma, è ancora presto" la vedo sbuffare, ma alla fine obbedisce al moro. "Ci servirà per farla pagare al nostro carissimo amico Blanco" il suo tono di voce è estremamente inquietante. Ho paura.

"Mh... come vuoi, ma voglio avere io l'onore di mettere fuori gioco questa puttanella" mi rivolge un'occhiataccia Dalia.

"Ogni cosa al suo tempo, Dalia" viene verso di me Peter ed io, inevitabilmente, inizio a tremare. "Calma bellezza... per il momento non voglio farti nulla" sussurra rauco al mio orecchio, sfiorandomi la guancia e il collo con due dita e provocandomi un forte senso di disgusto. Rapidamente mi scosto dal suo tocco, facendolo innervosire. "Non andiamo d'accordo così" scuote la testa con disappunto. "Vedi di stare ai miei ordini, se non vuoi che faccia del male al tuo caro Jorge" ghigna con malvagità.

"Ma cosa ci trovate tutti in lei?" sbotta Dalia, richiamando a sé l'attenzione di Peter.

"Non fare la gelosa e andiamo, non abbiamo tempo da perdere" dice severamente, facendo sbuffare la bruna, che subito dopo annuisce ed esce dalla stanza. "Quanto a te bellezza, ci vediamo dopo" avvicina il viso al mio collo e, mentre io mi dimeno invano, ci lascia un veloce, e stomachevole, bacio. Avrei preferito che mi avessero fatto fuori, almeno mi sarei risparmiata le attenzioni del moro. Scoppio a piangere pensando ad Jorge, alla mia famiglia, ai miei amici. Ho bisogno di te, Jorge. Salvami amore mio.

Jorge's P.O.V.

Non ho chiuso occhio per tutta la notte. I ragazzi e le nostre famiglie sono rimasti da me, attendendo notizie di Tini. Sul suo telefono abbiamo trovato un messaggio da parte 'mia' che le diceva di incontrarci davanti quella maledetta fontana, ma ovviamente quel messaggio non è partito da me. Pochi metri più avanti, infatti, abbiamo ritrovato anche il mio cellulare.

"La polizia dice che inizieranno le ricerche solo dopo ventiquattro ore dalla scomparsa" torna in salotto Diego. Non abbiamo una pista, nulla. Non sappiamo da dove iniziare e la polizia non ne vuole sapere di iniziare a cercarla prima delle ventiquattro ore del cazzo. Ma vaffanculo.

"Jorge" mi richiama mia madre, vedendomi scattare in piedi. Sono stanco di questa situazione. Devo trovare Martina e la polizia deve fare il suo dovere. Mi guardo intorno e mi convinco sempre più. Alejandro, il padre di Tini, ha lo sguardo basso sulle sue mani e rimane in silenzio, cercando di nascondere le lacrime. Anche Francisco ha gli occhi rossi ed è seduto accanto al padre, mentre abbraccia Mercedes, che, dopo essersi disperata per tutta la notte, è crollata. Lodo è seduta su una poltrona, con la testa appoggiata sul bracciolo e lo sguardo perso nel vuoto. Cande ha la testa poggiata sulla spalla di Ruggero, che le accarezza la schiena, anche loro con la testa altrove. Facu e Alba non sanno nulla, non abbiamo voluto rovinare loro la serata, così abbiamo deciso di non dire nulla, almeno per il momento. Mio padre e Diego stanno cercando di contattare qualcuno per farci aiutare a trovarla, chiedendo a vecchie conoscenze. Mia madre ha pianto, in poco tempo si è affezionata molto a Martina ed è voluta rimanere con noi. Anche Eric è stato informato, ma ha il compito di mantenere Isabel a casa al sicuro, lontana da tutta questa situazione.

Chiquititas// JortiniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora