Qualche ora più tardi Jimin si svegliò con un buco allo stomaco, si alzò sentendo il bisogno di colmarlo e scese per farsi del ramen istantaneo, nonostante fossero le quattro del pomeriggio.
Mentre aspettava che il timer del microonde suonasse afferrò il telefono e lo sbloccò notando diverse notifiche. La prima era un messaggio di Jungkook che lo invitava ha una sfida di cucina tra lui e Kim per decretare chi cucinava il Kimchi migliore e accettò senza pensarci due volte. Lui avrebbe fatto il giudice.
Mentre guardava le notifiche tolse lo scatolo dal microonde e lo poggiò sul tavolo, prese le bacchette, dell'acqua e si sedette per poter mangiare.
Una in particolare attirò la sua attenzione, un messaggio da un numero sconosciuto, lo aprì confuso leggendone il contenuto.
Numero sconosciuto
Ciao Jimin, sono Yoongi
Ti prego rispondi, ho bisogno di parlarti
Sentì una morsa allo stomaco. Visualizzò il messaggio e non rispose, non aveva voglia di ascoltare le sue bugie; aveva pianto abbastanza per quell'uomo.
Quando finì di mangiare gettò il contenitore nell'immondizia, mise le cuffiette e decise di dare una bella sistemata alla casa. Non che ci fosse molto da riordinare visto che abitava da solo ma una spolverata ogni tanto andava data.
Viveva da solo sin dai suoi diciassette anni. Dopo alcuni problemi economici e non i suoi genitori avevano deciso di separarsi e sua madre non volendo più avere a che fare con lui se n'era andata lasciandolo con il padre. L'inizio fu difficile, l'uomo non aveva digerito il divorzio e aveva causato diversi problemi ha entrambi ma alla fine si era fatto aiutare e aveva trovato un buon lavoro.
Con il nuovo lavoro aveva trovato anche una nuova moglie e con lei aveva deciso di trasferirsi in un paese caldo per poter ricominciare da capo. Naturalmente non aveva mai dimenticato il suo amato figlio, aveva badato a lui e ogni mese gli mandava una lettera per aggiornarlo di tutto.
Jimin era felice del loro rapporto, nonostante non si vedessero da anni si sentivano spesso per chiamata o video chiamata e quelle lettere che gli mandava lo facevano sentire ancora parte della sua vita e a lui questo bastava.
I suoi pensieri si spostarono poi su Yoongi e i suoi messaggi. Si morse il labbro e fissò il vuoto per qualche minuto nella speranza che il destino e qualunque entità superiore esistesse lassù gli mandasse un segnale ma nulla.
Decise quindi d'invitare il suo migliore amico a dormire in modo da poter discutere di questa faccenda e capire cosa fare.
Una volta finito di pulire si andò a fare una doccia veloce. Nemmeno il tempo di mettere piede in soggiorno che il campanello suonò.
"Hey Jiminie," sorrise non appena il biondo gli aprì. Lasciò le scarpe all'ingresso e si andò ad accomodare in soggiorno.
"Kook," sorrise chiudendosi la porta alle spalle per poi raggiungerlo e sedersi accanto a lui sul divano.
Il silenzio calò per qualche minuto.
"Immagino tu voglia parlarmi di Yoongi," si mise comodo stringendo un cuscino.
"Mi conosci bene," rise "prima però voglio sapere del tuo appuntamento con Kim," un sorrisetto malizioso gli dipinse le labbra.
"Non farti strane idee, Park" il biondo alò le mani in segno di resa, "mi ha solo portato fuori a mangiare.."
"In un altro ristorante super lussuoso?"
Scosse la testa, "questa volta ha deciso di organizzare un picnic sul fiume. Lo ha fatto per me, per non farmi sentire a disagio. Ha persino cucinato l'intero pranzo per me" sorrise sentendo le guance calde.
"Qualcuno qui ha fatto colpo," gli fece un occhiolino.
"Smettila! È stato solo gentile. Non aveva secondi fini, se è questo ciò che la tua mente perversa sta pensando."
"Non pensavo a niente di perverso," rise e il minore lo guardò con un sopracciglio alzato "Lo giuro! Pensavo solo che magari prova interesse verso di te."
Si morse il labbro, "non penso.."
"Hai esitato nel rispondere," si fece più vicino "ciò significa che non mi hai raccontato tutta la vicenda. Avanti, sputa il rospo!"
"Ci siamo baciati.. più di una volta. Non posso parlare per lui ma posso dire che in me sta iniziando a nascere qualcosa per lui. Mi piace particolarmente la sua compagnia, mi sento a mio agio, mi fa sentire speciale e apprezzato. Per non parlare delle sue labbra.. penso di aver maturato una dipendenza dai suoi baci.. sono delicati e passionali allo stesso tempo e mi fanno tremare il cuore," sorrise al ricordo di quella giornata.
"Tu sei cotto e anche lui prova lo stesso. Sono sicuro!"
"Nah, impossibile! Ti ho già det-" Jimin gli impedì di continuare e gli arrivò un coppino.
"Ti spacco il culo se osi sminuirti di nuovo, Jeon" lo guardo serio, "come ti ho già ripetuto diverse volte: tu sei perfettamente imperfetto così come sei. E fidati che lo ha capito anche Kim o non ti guarderebbe come se volesse mangiarti con gli occhi ogni volta che posa lo sguardo su di te."
Roteò gli occhi, "okay, sto zitto!" Alzò le mani "e comunque mi hai fatto male!"
"Dovevo evitare che sparassi cazzate!" Sorrise sarcastico "comunque il mio pensiero non cambia. Se non fosse che vi state ancora conoscendo ti avrebbe già fatto suo e lo avrebbe reso evidente a tutti."
"PARK JIMIN!!" Arrossì a dismisura.
"Che ho detto di sbagliato?" Rise.
"Giuro che ti faccio tanto male," lo minacciò guardandolo di traverso.
"Non mi spaventi, moccioso."
"YAH! Ci togliamo solo due anni, non sono un moccioso!"
"Lo so ma mi diverto a prenderti in giro. È proprio soddisfacente," sorrise fiero.
"Vaffanculo, Park. Con affetto," sorrise.
"Dolce," mimò un cuore con le mani.
"Sì sì. Ora torniamo a te. Che mi devi dire di Yoongi?"
Il sorriso del biondo si spense, "giusto. Yoongi.." sospirò.
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ᴍʏ ᴛᴇᴀᴄʜᴇʀ {Vkook}
Ficção Adolescenteuno studente. un supplente. - Inizata: 24/06/2019 Finita: 06/11/2020 #6 in art 20/04/2022