CAPITOLO 3

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Josie's pov

"Che vuoi Billy? Adesso non è davvero il momento per le tue sciocchezze..."

"Volevo solo... accompagnarti a casa. So che stai male, e volevo tenerti compagnia... posso?"

Alzo gli occhi, lo guardo bene: Billy ha gli occhi puntati sui miei, mi attirano come due calamite luminose. Sono grandi, adombrati da lunghe ciglia scure. Mi perdo nelle loro sfumature, e mi dimentico di tutto quanto. Per un solo secondo.
Billy inclina il viso, e un'espressione sinceramente addolorata attraversa il suo viso, guardandomi intensamente.

"V-va bene" risposi, senza smettere di fissarlo. (i suoi occhi sono sempre stati così luminosi? E i suoi capelli così biondi?). Lui sorride, e allarga le braccia.
Io scuoto la testa, distogliendo lo sguardo.
Sto bene, mi dico. Non ho bisogno di nessuno. Ma poi sento le labbra tremare, le gambe molli, e le lacrime in procinto di uscire come un fiume in piena. Sono così stanca di essere sola.
Smetto di rimuginarci sopra e mi fiondo in quell'abbraccio caloroso . Due forti braccia si stringono a me, allacciandomi con forza. Passo le mie braccia attorno al suo collo, e nascondo il viso nell'incavo del suo collo.
Mi aggrappo a lui come un'ancora in mezzo ad una tempesta. Inspiro il suo profumo, così maschile, così buono... E poi ripenso a Gilbert, ad Anna, a come mi sono sempre comportata. Mi sento soffocare, il respiro diventa irregolare.
Il cuore comincia a battere a mille, e Billy comincia a dondolarsi leggermente, accarezzandomi la schiena.
Incapace di resistere, mi lascio travolgere dallo tsunami delle mie emozioni, e comincio a piangere, col corpo sconvolto dai singhiozzi.
Non posso dire a Billy di avere paura di perdere le persone. Non posso dirgli che ferire è meglio che essere feriti. Non posso ammettere di sentirmi più sola che mai, nonostante sia sempre stata circondata e invidiata da moltissime persone.
Non posso ammettere di essere stata con Gilbert senza amarlo davvero.
Allora aspetto, mentre Billy mi sussurra all'orecchio di calmarmi, che andrà tutto bene. E chiudo gli occhi, abbandonandomi alla sensazione di calore che cominciava a penetrarmi dentro. Respiro. Mi sento protetta.

Intanto, Anna, Diana, Jane e Ruby discutevano, preoccupate per Josie: erano stranite, soprattutto le ultime tre, di come Gilbert aveva reagito, anche se immaginavano il motivo che l'aveva spinto a rifiutare Josie.
Un motivo snello, con le lentiggini e i capelli rossi... ma nessuno ne fece menzione alla diretta interessata. Anche Anna, infatti, era molto preoccupata per Josie. Si chiedeva come stesse, e se potesse fare qualcosa per aiutarla.
Si era anche spaventata per la reazione di Gilbert... con lei era sempre stato così carino e gentile, come aveva potuto trattare la sua ragazza in quel modo? 

Dopo qualche ora, Anna tornò a rivestirsi e disse di dover tornare a casa. Salutò tutte, e Diana la accompagnò al cancello:

"Oh Diana, sono così preoccupata!"

"Non stare in pensiero, Anna. Conosco Gilbert, ed è un vero gentiluomo. Non so per quale motivo abbia reagito così ma credimi, c'è sicuramente un valido motivo. Non hai motivo di preoccuparti, si sistemerà tutto, vedrai"

Si salutarono, e Anna si diresse verso casa sua. Le piaceva fare delle lunghe passeggiate col tramonto: c'era un'inspiegabile pace nell'aria, l'aria sera frizzante, e il sole tingeva ogni cosa di sfumature bellissime.
Il Viale degli Innamorati, un grande sentiero costellato di alberi con fuori bianchi come la neve, sembrava salutarla con affetto. Il sole le baciava la guance, gli uccellini cantavano il suo nome al vento.
Dopo pochi minuti sorrise, vedendo il cancello della sua amata casa: Green Gables. Lei, Marilla e Matthew vivevano lì in totale felicità, accudendo una piccola fattoria, con cavalli, galline e mucche. Anna amava soprattutto i cavalli: non ne aveva mai visti prima di arrivare a Green Gables.
Si era subito affezionata a Destiny, una bellissima cavalla baio, con una macchia bianca sul muso che Anna amava accarezzare. Matthew le stava insegnando a cavalcare, e stava davvero facendo progressi: aveva imparato velocemente come sellare e pulire il cavallo, il trotto e stava imparando a galoppare. Non c'era cosa che amasse di più che cavalcare nei prati vicinia  Green Gables, sentendo il vento scompigliarle i capelli e immaginando di essere una principessa in fuga da un principe crudele.

Nessuna è come te - Chiamatemi AnnaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora