Anna arrivò a cavallo nella radura perfettamente in orario, e vide che Diana era già lì ad aspettarla. Notando il suo sguardo addolorato e sofferente, si pentì di essere stata troppo dura e di non averle concesso spiegazioni.
Non aveva senso andare avanti senza la sua migliore amica.
"Ciao Diana"
"Ciao, Anna... ti prego, siediti e ti spiegherò ogni cosa"
Lei fece come le era stato detto, esortandola a continuare.
"Anna, non dirtelo è stata una tortura per me, dico davvero. Anche per Jerry è stata dura, ma io speravo che avresti capito perché non te l'ho detto subito. Sai che non sono mai stata tanto sicura di me, ho sempre fatto fatica a fidarmi delle persone. Nonostante la mia sia una famiglia rispettata qui ad Avonlea, io non sono mai stata apprezzata prima del liceo, e perciò la mia autostima praticamente non esiste. Poi sono arrivata al liceo e ho conosciuto gli altri... e finalmente mi sono sentita accolta. Nonostante i difetti e credimi, ne ho parecchi, mi sono sempre stati accanto, dal primo all'ultimo... però lo stesso non sono mai riuscita a fregarmene completamente del giudizio degli altri...e io..."
Incitata dallo sguardo di Anna, Diana le disse tutta la verità. Le parole all'inizio le morivano sulla lingua, ma poi cominciarono ad uscire come un fiume in piena, una dopo l'altra. Man mano che continuava a parlare, sentiva il grosso masso che le schiacciava la gola farsi sempre più leggero, fino a scomparire. Quando ebbe finito, si sentì vuota, ma leggera.
Poi fissò lo sguardo indagatorio della sua amica, e si voltò, pensando che lei non l'avesse perdonata. Invece sentì due magre e confortanti braccia che la stringevano in un abbraccio mozzafiato:
"Oh Diana mi perdonerai mai per essere stata tanto dura? Non avevo idea che tu ti sentissi così, mi dispiace davvero tanto, sono stata proprio una stronza.."
"E a me dispiace di non avertelo detto subito, ma ti prometto che non succederà più. Oh, Anna, certo che mi fido di te, sei l'unica persona di cui mi fido ciecamente. Mi dispiace, mi dispiace così tanto."
Si sorrisero, e tornarono le grandi amiche di sempre, con grande gioia di tutti.Mancavano due settimane a Natale, e Anna si scervellava giorno e notte per trovare il regalo perfetto di Gilbert: un orologio? Una camicia? Un completo elegante?
Dopo più di una settimana, Anna si accorse che Gilbert si comportava in modo strano.
Non cercava più il suo sguardo tra i mille che vedeva. Non la chiamava amore spesso come prima, e le prendeva la mano come se fosse un gesto meccanico, e non ricordava l'ultima volta che l'aveva chiamata Carotina. Non erano più stati da soli, e non erano più andati nei loro posti speciali. Anna cominciò a temere che lui non l'amasse più, e che invece si incontrasse di nascosto con Winifred, o un'altra attraente e formosa...
"NO!" si disse "Gilbert una cosa simile non la farebbe mai... al massimo, ha smesso di amarmi..."
Cercò di accantonare quei pensieri negativi, allontanandoli negli angoli più remoti della sua mente.
Si concesse di pensare a lui solo per il regalo: doveva essere perfetto.Finalmente, arrivò Natale, il giorno più bello dell'anno per la signorina Shirley di Green Gables. Salutò i campi innevati e la sua Regina delle Nevi, poi corse a fare gli auguri a Matthew e Marilla. Era euforica, assolutamente felice.
Dopo colazione, la famiglia si spostarono in salotto per scartare i regali: Matthew ricevette un paio di stivali nuovi, Marilla un nuovo scialle di lana, e Anna un bellissimo vestito per il ballo della Fiera della Contea.
"Marilla, Matthew... Non so cosa dire, è stupendo! Oh Dio, sembro una principessa! È proprio come lo desideravo! Vi voglio bene!"
Poi corse a prepararsi per l'arrivo di Gilbert: si mise il suo maglione preferito, una gonna nera e si ritoccò gli occhi con un filo di mascara.
Provò a mettersi la tinta labbra rossa che le aveva prestato Diana, ma si sentì in imbarazzo. La tolse subito, sentendo una mascherona sopra il suo viso.
Si lavò i denti e si spruzzò il profumo che lui preferiva; si infilò le scarpe, prese il regalo e scese le scale proprio mentre suonava il campanello.
Aggiustandosi i capelli, corse ad aprire:
"Ehy!"
Lui la baciò, prendendola senza alcun calore.
"Buon Natale, Anna"
Lei chiamò a se tutte le forze che aveva per non mettersi a piangere; con un sorriso, lo invitò dentro, togliendogli il cappotto pieno di neve.
Mentre lui salutava i Cutberth, Anna cercò di pensare ad un motivo per il quale Gilbert poteva avercela con lei; ma non ne trovò neanche uno. Così, si diresse in cucina, cercando di tenere a freno le mille emozioni che su stavano facendo largo dentro di lei.
Il pranzo fu un successo: arrosto, patate fritte e bollite, piselli, salse, verdure grigliate, dolci alle prugne e un pandoro ripieno, e l'atmosfera che si respirava era davvero gradevole. Anna, notando che Gilbert con i Cutberth si comportava come sempre, inghiottì il magone che le si era formato in gola, e continuò a chiacchierare come se niente fosse.
Subito dopo il dolce, Anna portò Gilbert sotto l'albero per dargli il regalo. Glielo stava porgendo quando il suo telefono squillò; Gilbert rispose e i suoi occhi assunsero via via un'espressione sempre più eccitata e contenta. Anna si sentì stringere il cuore come in una morsa: di solito era lei a farlo sorridere così... Tutto sembrava una conferma all'ipotesi peggiore. C'era un'altra. Qualcun altro lo stava rendendo felice più di lei.
"Scusami Anna, devo andare... torno fra qualche minuto!" le baciò velocemente la guancia e infilò la porta.
Anna aiutò Matthew e Marilla a sparecchiare poi si chiuse in camera sua; i fratelli Cutberth, preoccupati che la loro bambina stesse così male, provarono a starle vicino, chiedendole cosa ci fosse che non andava. Ma lei non aveva voglia di parlarne, e così la lasciarono in pace, uscendo per fare gli auguri alla famiglia Lynde.
Anna non riusciva a realizzare che potesse essere finito tutto. Tutti i sorrisi, le coccole, gli abbracci, le risate. Tutto si trovava sull'orlo dell'abisso. Una piccola spinta, e sarebbe andato tutto perduto per sempre.
Qualche decina di minuti più tardi, suonò il campanello, e Anna andò ad aprire, senza curarsi di sorridere.
Non fece un tempo a chiedere "Chi -" che si trovò poi stretta in un abbraccio mozzafiato con l'unica persona che la faceva sentire al sicuro.
"Oh Anna ho una notizia splendida, splendida!" esclamò Gilbert felice
-Ecco,pensò lei -Ora mi dirà che le piace un'altra e che ha scoperto che lei ricambia...
"Amore mio, sediamoci che ti racconto"
Lo fece accomodare in salotto, ma si tenne a distanza
"Oh Carotina potrai mai perdonarmi per quanto sono stato stupido? Sono dovuto correre via per questo" e le porse un pacchettino blu e bianco "È il tuo regalo di Natale, Carolina. L'avevo ordinato in un negozio qui ad Avolnea, e sarebbe dovuto arrivare una settimana fa; ma, a causa della neve, il produttore non era riuscito a portarlo ad Avonlea. Scusami, sono stato distante e io... Mi dispiace tesoro, mi dispiace tanto. Ti meriti il mondo, e io non ero neanche stato in grado di prenderti un misero regalo. Avrei dovuto ordinarlo prima... però ormai era troppo tardi. Allora ho aspettato e sperato con tutto me stesso... e, un'ora fa, il proprietario del negozio mi ha chiamato per dirmi che era arrivato, e sono corso a prendertelo. Forza, aprilo"
Lei, troppo sbigottita per parlare, aprì la scatolina lentamente: dentro c'era una bellissima collana con un ciondolo a forma di cuore. La rigirò tra le dita, senza riuscire a parlare. Vide che dietro, incisi, c'erano i loro nomi; le vennero le lacrime agli occhi:
"Oh Gilbert... è bellissima, è davvero stupenda!"
Lui la aiutò ad indossarla. Le passò il ciondolo e la allacciò, posando la mano sulla pelle del collo. Le baciò la spalla, e poi la mano:
"Tu sei bellissima"
Lei arrossì, e lo guardò intensamente:
"Quindi... tu vuoi ancora stare con me?"
"Ma che domande fai, Carotina? Certo che voglio stare con te!"
"Non mi hai calcolata per due settimane, avevo pensato che tu ti fossi stufato di me e che...Oh, che stupida sono stata, m-mi sento così..."
Lui la fece sedere accanto a sé, e le prese il volto fra le mani:
"Anna, io ti amo"
Lei ammutolì, il mondo si fermò. Era la prima volta che lo diceva apertamente.
"Ti amo, Carotina, e ti ho amata fin dal nostro primo incontro a scuola. Amo i tuoi capelli rossi, i tuoi occhi unici al mondo, le tue lentiggini, il tuo viso, il tuo corpo, il tuo carattere. Amo il modo in cui sorridi quando sei felice, la tua risata, e come ti stringi a me quando qualcosa non va... sei entrata nella mia vita fin dal primo momento, e non ho intenzione di lasciarti andare. Non dubitare mai di questo, amore mio"
Anna non sapeva che dire, non si sarebbe mai aspettata che lui le dicesse quelle bellissime cose.
Poi rispose:
"Anche io ti amo, Gilbert Blythe, e sempre ti amerò. Sei l'unica persona che mi fa stare bene e mi protegge sempre. Sei il primo che cerco quando qualcosa non va, e... mi dispiace di avere pensato che volessi andartene da me..."
"Dispiace a me di essermi comportato così, davvero Carotina... Non lo farò più, promesso "
La baciò, come non l'aveva mai baciata: i loro corpi si allacciarono in un abbraccio perfetto, le loro lingue cominciarono la loro danza,i loro respiri diventarono una cosa sola, e Anna affondò le mani nei bellissimi ricci di Gilbert, avvicinandolo ancora di più.
Lui avvinghiò le mani nei capelli rossi di lei, stringendoli, accarezzandoli.
La fece sedere sulle sue gambe, spostando le mani sui suoi fianchi.
Anna stava sentendo cose che non pensava avrebbe mai sentito. Aveva lo stomaco in subbuglio, il fiato corto, e sentiva tutta la virilità di Gilbert stringerla come se avesse paura che potesse scappare da un momento all'altro.
"Sei mia" sussurrò tra le sue labbra "La mia carotina"
Anna lo sapeva, l'aveva sempre saputo. Lo sentiva in ogni poro della sua pelle, nel modo in cui la guardava, nel modo in cui la baciava, nel modo in cui la stringeva. Era sua. Era sempre stata sua.
"Sono tua da moltissimo tempo, Gilbert".
Quello fu uno dei baci più belli... ma non l'unico, ovviamente.
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Nessuna è come te - Chiamatemi Anna
Roman d'amourImmaginatevi lo scenario e i personaggi di "Chiamatemi Anna" ai giorni nostri, ma con qualche differenza: E se Billy Andrews non fosse il ragazzo stronzo? E se Gilbert fosse fidanzato all'arrivo di Anna? E se la storia di Diana e Jerry avesse un'alt...