CAPITOLO 23

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Anna non riusciva a respirare; teneva con le mani tremanti il telefono del suo ragazzo che continuava a far sentire la suoneria, con il nome di Winifred sullo schermo che lampeggiava minaccioso. Non rispose, buttò il telefono dall'altra parte del  letto, e cercò di calmare i battiti del suo cuore:

"Okay, calma... non dovrei reagire così, ma come potevo aspettarmi che lui avesse il suo numero e che lei  lo chiamasse? Oddio.. lo chiama spesso? Parlano tanto? Forse di me? Perché Gilbert non mi ha detto niente? Non vorrà mica dire che... NO!"

Un pensiero molto più violento e crudo degli altri le fece voltare di scatto la testa, e strinse gli occhi, cercando di scacciarlo dalla mente, e cercò di pensare positivo: lui la amava, non avrebbe mai potuto farle una cosa simile. Però il dubbio si era insinuato nella sua mente, come un piccolo seme avvelenato; prese il telefono di Gilbert, e vide che lei gli aveva lasciato dei messaggi.

"Buongiorno Gil! Come va? Senti, so che non dovrei dirtelo perché stai con quella Anna, però... mi manchi.. ci vediamo al solito posto dopo?"

"Al solito posto?"  Che diavolo voleva dire? Si erano visti spesso lì, a quanto pareva... La piccola Shilbert sentì sprofondare il cuore, e le lacrime cominciarono a rigarle le guance rosate e piene di lentiggini. Si alzò di scatto, prese le sue cose, scese in fretta e furia le scale e infilò la porta, senza neanche salutarlo.

L'aria fresca le riempì i polmoni, e lei cominciò a correre, correre, correre, come se il vento le potesse cancellare la memoria, come se le folate che si alzavano potessero portarla lontano, dove nessuno avrebbe potuto trovarla. Non sapeva nemmeno dove andava, ma sembrava saperlo il suo corpo: i suoi piedi si susseguivano, rincorrevano la speranza che si fosse trattato tutto di un sogno, mentre le foglie secche scricchiolavano e la riportavano bruscamente alla realtà. Le lacrime non smettevano di scendere, pensieri orribili le fecero capolino nella mente, senza lasciarle fiato, prendendo il sopravvento sulla razionalit; continuò a correre, correre, correre, finché non si fermò, esausta. Alzò lo sguardo, e vide che si trovava davanti a casa di Diana; senza pensarci due volte, bussò, cercando di limitare i tremiti della sua mano.


Gilbert, nel frattempo, era uscito dalla doccia, i capelli bagnati tutti scompigliati:

"Carotina, secondo te dovrei tagliarmi i cap..." si interruppe, vedendo la camera vuota "Carotina? CAROTINA?!"

Poi sentì vibrare il telefono, e guardò le notifiche: "Cazzo!"

Si vestì in fretta e furia, e corse fuori a prendere la macchina.

Josie e Ruby erano uscite a fare una passeggiata, e avevano appena deciso di fare un giro in centro. Mentre chiacchieravano, le loro risate si perdevano nell'aria, e rendevano tutto ancora più bello. Le foglie avvertivano del loro passaggio, e sembrava che non fossero mai state più felici in vita loro; ed è allora che una macchina si fermò davanti a loro:

"Gilbert!" sussultarono entrambe. Aveva abbassato il finestrino, i capelli erano ancora bagnati, aveva la fronte aggrottata dalla preoccupazione :"Che succede?"

Lui puntò lo sguardo su Josie Pye, e lei capì all'istante:

"E' stata Winifred, non è vero?" Il silenzio di lui e la paura nei suoi occhi le fece capire che aveva ragione "Diamine, Gilbert! Te l'avevo detto di dirglielo subito! Hai idea di quello che lei starà passando in questo momento?"

"Davvero credi che io non lo sappia? Cazzo, Jo" si passò le mani fra i capelli, stringendoli nervosamente "Che cosa posso fare?"

"Vai a cercarla e spiegale tutto. S U B I T O!"

Lui annuì incerto, e sgommò via come il vento che tanto aveva sferzato il viso arrossato di Anna.


A casa Barry, Anna era accoccolata a Diana, mentre i singhiozzi sembravano sconquassarle anche l'anima; la sua migliore amica aveva chiamato anche Cole, che si era seduto accanto ad Anna e le accarezzava la schiena, cercando di calmarla:

"Anna, lo sai com'è fatta quella gallina di Winifred... probabilmente è tutto un enorme malinteso, Gilbert non ti farebbe mai una cosa del genere" disse Diana

"E' vero" si aggiunse Cole "Anna, non ho mai visto Gilbert guardare un'altra nello stesso modo in cui guarda te"

"L-lo st-state dicendo s-solo per consolarmi" sussurrò lei "P-perché, se non c'è qualcosa da nascondere, lui non me l'ha detto? E' forse stata colpa mia? Gli ho dato ad intendere che non si potesse fidare di me?"

"Oh no, no tesoro" intervenne subito Diana "Non pensarlo neanche per scherzo, Gilbert da quando ti ha conosciuta è cambiato, in meglio, e tutti l'hanno notato. Tiene a te più di chiunque altro, te lo posso assicurare"

"ALLORA PERCHE' NON ME L'HA DETTO?!" gridò all'improvviso "Io mi fidavo di lui, e lui sa quanto io tenga alla fiducia. Dopo essere uscita da... dall'orfanatroio ero distrutta, non sembravo neanche più io; mi avevano tolto la felicità, la speranza, la casa, la famiglia, e avevo giurato a me stessa che non avrei permesso a nessuno di spezzarmi il cuore per colpa della fiducia. E Gilbert lo sapeva... LUI LO SAPEVA!!!"

Cole e Diana si guardarono, entrambi con le lacrime agli occhi: sapevano quanto questo la stesse distruggendo, e non poter fare niente li faceva sentire fuori luogo. Le stettero accanto per tutto il giorno, confortandola e rassicurandola, sperando che il dolore si alleviasse. 

"Matthew... devo... devo andare da Matthew" disse Anna verso sera "Non posso perdere anche lui, devo andare all'ospedale"

"Anna, no, ehi ehi" rispose Cole, sostenendola "Sei stata sopraffatta dalle emozioni e non sei in grado di pensare lucidamente, è meglio se adesso ti portiamo a casa e ti riposi, ne hai bisogno"

"No, no, io non..."

"Cole ha ragione, tesoro" aggiunse Diana dolcemente "Hai bisogno di dormire"

"No, no, ragazzi c'è Matthew sdraiato su un letto d'ospedale IN COMA, IN COMA! Non sappiamo quando si sveglierà, c'è la possibilità c-che non lo faccia neanche. DEVO VEDERLO, NON POSSO PERDERE ANCHE LUI, NON POSSO!"

Cole la strinse a sé, e Anna scoppiò a piangere, il cuore a pezzi, gli occhi gonfi e rossi, i bellissimi capelli rossi impregnati di lacrime:

"N-non posso perdere l'unico padre che io abbia mai avuto..."

"Andrà tutto bene, Anna..." rispose Cole, cullandola fra le braccia, mentre Diana piangeva silenziosamente, il cuore sanguinante; poi anche lei si aggiunse all'abbraccio, e restarono lì, insieme, mentre l'orologio continuava a battere i minuti, e Gilbert cercava Anna in ogni angolo della città.

Alle 4 della mattina, Anna si svegliò di soprassalto, e si accorse che le squillava il telefono. Era sdraiata sul letto di Diana, in mezzo a lei e Cole, e sorrise mestamente: le erano rimasti vicini anche a dormire. Prese il telefono, e le lacrime tornarono ad inumidirle gli occhi: era Gilbert.


spazio autrice

HEYOOOO🌹

scusatemi tantissimo, ma sono stata impegnatissima ultimamente, fra scuola, sport e famiglia, mi dispiace tantissimo! Ho visto che la storia vi sta piacendo, siamo già a 2.3k views, grazie mille a tuttiii vi amo vi amo. Alooora, cosa ne pensate del comportamento di Gilbert? Secondo voi Anna risponderà oppure no? Si sistemeranno le cose? Matthew tornerà? 

Fatemi sapere se volete che aggiorni presto, e cercherò di accontentarvi🥰😉

anna✨💘

Nessuna è come te - Chiamatemi AnnaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora