CAPITOLO 2

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I giorni si susseguirono, e le lezioni filarono lisce. Gilbert e Anna facevano a gara a rispondere correttamente alle domande del signor Philips: erano i migliori indiscussi della classe.

Quel giorno era l'ultimo venerdì di settembre, e faceva inspiegabilmente caldo.

Finite le lezioni quotidiane, Diana guidò Anna verso la mensa e la fece sedere accanto a lei: allo stesso tavolo c'erano Josie, Gilbert, Ruby, Jane e due ragazzi conosciuti da poco, Billy Andrews e Charlie Sloane. Sembravano tutti molto simpatici, e Anna si sentiva accolta... l'unica nota stonata era Josie, che non mancava mai di fare battutine sprezzanti, ma ad Anna non importava più.

"Ragazzi, che ne dite se ci troviamo da me dopo scuola?" propose Diana, suscitando un coro di approvazione.

"Diana veramente... non so se è il caso..." replicò Anna imbarazzata

"Dai Anna, vedrai che ci divertiremo" disse Gilbert, lasciando tutti, Josie Pye soprattutto, a bocca aperta.

Anna alzò lo sguardo e lo guardò; poi sorrise, e accettò.

Mentre uscivano da scuola, telefonò a Marilla per dirle che sarebbe andata da Diana e sarebbe rincasata per cena. La casa di Diana non era molto distante dalla scuola, perciò decisero di andare a piedi, passando per il boschetto. Ad Anna l'immaginazione non mancava di certo, e, mentre gli altri parlavano di football, ragazzi e unghie, lei si perdeva a guardare gli alberi e i fiori, immaginando di essere una bellissima Driade, custode della foresta incantata. Era talmente assorta nei suoi pensieri da non notare la radice di una grossa quercia che spuntava dal suolo; Anna perse l'equilibrio e portò avanti le mani, preparandosi alla caduta... che non fece. Alzò gli occhi ansimando, e si accorse di essere tra le braccia di Gilbert; si era accorto della radice appena in tempo, e aveva preso la ragazza nuova prima che cadesse. Entrambi stavano trattenendo il respiro, guardandosi negli occhi, come se il tempo si fosse fermato.

"Ehm... G-grazie Gilbert" disse Anna, arrossendo

"Di niente, Carotina..." sussurrò Gilbert. Poi sembrò uscire dall'incanto, e si incamminò con Anna per raggiungere gli altri, che erano andati avanti senza accorgersi di nulla.

Anna's pov

Ancora non riuscivo a crederci, mi sembrava tutto un sogno... Avevo sempre amato le storie d'amore nei libri, e quello che era appena successo sembrava uscito proprio da un libro. E poi.. "Carotina"? Nessuno mi aveva mai chiamata così... E non l'avrei permesso in ogni caso: ho sempre detestato i miei capelli rossi.
Invece, uscito dalla bocca di Gilbert, non sembrava un insulto. Aveva un suono dolce, lo sentii vibrare in tutto il corpo.

Gilbert's pov

Avevo appena preso Anna? Davvero? Non riuscivo a capacitarmene, per me è stato un gesto automatico, istintivo... e lei si è aggrappata a me, con gli occhi chiusi forzatamente, pensando di stare per cadere... e invece era al sicuro fra le mie braccia. Il mio stomaco ha continuato imperterrito a sfarfallare, non mi ero mai sentito così, con nessuna. E poi ha alzato lo sguardo... e mi sono sentito felice, mi sono sentito... al sicuro, e anche in dovere di proteggerla.
Anna Shirley, cosa diamine mi sta facendo?

Arrivarono presto a casa di Diana, e Anna non poté fare a meno di restare a bocca aperta, come sempre: la casa era a tre piani, con abbastanza camere da letto per tutti, tre bagni, un salotto, la sala cinema e un enorme giardino con piscina. Insieme a Diana vivevano i suoi genitori, il signore e la signora Barry, e la sorellina piccola, Minnie May. Anna continuava a guardare l'enorme castello (perché a lei sembrava proprio una reggia), poi si affrettò a seguire Diana fino in camera sua.

"Okay ragazzi, visto che c'è caldo potremmo fare un bagno in piscina, che ne dite?" chiese Diana

Mentre i ragazzi si sistemarono in una stanza degli ospiti per cambiarsi, Anna disse a Diana che sarebbe tornata a casa a prendere il suo costume:

Nessuna è come te - Chiamatemi AnnaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora