Capitolo 20: Incubo

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"Una maschera argentata. 

Buio.

Occhi vitrei, morti.

Buio.

Un dolore lacinante al braccio sinistro.

 Buio."

Gli occhi di Ive si spalancarono e il soffitto scuro del dormitorio femminile di Serpeverde comparve davanti a lei. Trasse un grosso sospiro per calmare il suo battito cardiaco accellerato e si mise a sedere sul suo letto. Le tende del baldacchino erano tirate perciò intorno a se vedeva solo gli eleganti drappeggi scuri. Sentiva le fredde gocce di sudore che le scendevano lungo la schiena.

Un incubo. Aveva avuto un incubo. Ne aveva già avuti prima di allora, ovvio, però questo era stato strano. Era come se avesse riportato alla luce un vecchio dolore, un qualcosa di terribile che lei però non ricordava, qualcosa che la lacerava dentro ma lei non sapeva nemmeno cosa fosse. 

Nonostante quello che aveva sognato erano solo delle immagini sfocate, una pessima imitazione della realtà, Ive aveva capito bene qual'era il messaggio.

La morte. L'aveva vista nel freddo argento di una maschera, nel vitreo scintillio di quegli occhi e nel dolore che aveva creduto reale.

Respirava ancora a fatica quando decise di rimettersi a dormire. Non avrebbe voluto farlo... le costava ammetterlo ma aveva paura che quell'incubo l'avrebbe continuata a tormentare.  Era una cosa piuttosto sciocca, solo i bambini hanno paura degli incubi, lei non era una bambina e di certo comportarsi come tale non era una cosa onorevole.

Perciò decise di sdraiarsi su un fianco e chiudere gli occhi. Ricordò quando da piccola aveva avuto un incubo, allora dormiva ancora in camera con Draco, suo zio Lucius non le aveva dato troppo peso ed era tornato nella camera matrimoniale che divideva con la moglie. Narcissa, al contrario, si era seduta accanto a lei e l'aveva aiutata a riaddormentarsi. Le aveva detto che, per non fare più brutti sogni le sarebbe bastato addormentarsi con un pensiero felice.

Così, parecchi anni dopo e in un posto ben diverso dall'antica villa dei Malfoy, seguì il consiglio della zia e pensò a tutto ciò che la rendeva felice. Riuscì a riaddormentarsi ma senza tenere in considerazione che si sarebbe dovuta alzare solo due ore dopo.

Trasfigurazione fu particolarmente pesante con quegli occhi vitrei che ancora la fissavano dalla sua mente, si distrasse un paio di volte e la McGranitt le tolse parecchi punti.

Difesa Contro le Arti oscure non fu male. Il professore spiegò alcune della maledizioni minori, stavolta utilizzando come cavie le farfalle al posto dei ragni, cosa che fece indignare molte ragazze (Ive esclusa, ovviamente). 

A pranzo non successe nulla di particolare, se non un ragazzino del terzo anno che faceva lo scemo con delle polpette al sugo facendole spiaccicare sulla testa di due sue compagne seduete poco più in la. Ive fece una faccia schifata, come la maggior parte delle ragazze al tavolo di Serpeverde. Nonostante non tenesse particolarmente alla cura dei propri capelli, non avrebbe mai voluto una polpetta in testa, anzi pesava che nessuno lo avrebbe mai voluto.

A pozioni Edward fece esplodere la sua pozione cura-bruciature ottenendo il contrario di quello che avrebbe dovuto fare. Infatti si ustionò parecchie parti del viso e degli avambracci che erano lasciati scoperti dalla camicia e dal maglione arrotolati. Era dovuto andare in infermeria ma la almeno Madama Chips lo aveva trattenuto abbastanza a lungo da saltare la successiva ora di Storia della Magia.

Ive come suo solito scarabocchiava sul bordo bianco del libro e annuiva fingendo di aver capito quello che il noioso professor Rüf spiegava. Persino Benjamin sembrava annoiato da quella lezione, il che significava che era veramente la peggior lezione della storia del Mondo Magico e di tutto l'Universo.

Dopo due altrettanto noiose ore di Erbologia, Ive si era rifugiata al Lago Nero aspettando Cedric come era suo solito, quando un ragazzino del secondo anno la raggiunse col fiatone dicendole che il Professor Moody voleva vederla nel suo studio. Ive sospettava che Barty volesse dirle qualcosa a proposito della seconda prova e di come si facesse ad affrontarla, dato che non ne sapeva niente

«Lestrange»

disse Barty dopo che lei fu entrata senza neanche bussare. Lui dal canto suo non si era nemmeno girato quando l'aveva salutata. Era chino su un grosso baule che aveva sette serrature e stava infilando una chiave nell'ultima. Ive si avvicinò e vide che il coperchio del baule nascondeva quello che sembrava un pozzo, sul fondo giaceva il vero Malocchio Moody senza la sua gamba di legno e il suo occhio magico e anche con qualche capello in meno.

Barty scese e gli strappò una ciocca di capelli per poi farla cadere dentro la fiaschetta da cui beveva di solito.

«Pozione Polisucco...»

spiegò alla Serpeverde che ribatté in maniera scontrosa con un "Lo sapevo".

«Perché mi hai fatta chiamare?»

chiese poi mentre lui beveva un sorso della pozioni.

«Per parlare della seconda prova» rispose lui in tono ovvio «Cominciamo dalle basi. La prova sarà al Lago Nero. Verrà scelta una persona per ciascun campione che sarà presa in ostaggio dai Maridi del Lago. I campioni avranno un'ora per recuperare il proprio ostaggio. Chiaro?»

Ive annuì.

«Ok ma l'uovo d'oro serve a qualcosa? Ho visto che i campioni se lo sono portato via dopo la prima prova...»

«Nell'uovo c'è un indizio. Proprio di questo volevo parlarti... Per capire cosa dice l'uovo bisogna aprirlo sott'acqua e tu devi farlo sapere a Potter...»

«Io dovrei andare da Potter e dirgli di farsi un bagno con...?»

lui la interruppe.

«Oh no, quello sarebbe sospetto. Come sarebbe sospetto se io lo aiutassi, dato che l'ho già fatto per la prima prova. Tu devi dirlo a Diggory, è il tuo ragazzo no?» lei annuì «Bene, cerca solo di non essere troppo diretta...»

«Ok ma... cosa centra Cedric?»

«Ricordi che Potter gli ha detto dei draghi? C'eri anche tu. Diggory vorrà sicuramente ripagarli il favore e gli dirà come si apre l'uovo, a come farà Potter per respirare sott'acqua ci ho già pensato io, ho dato a Paciock un libro sulle piante acquatiche e c'è anche l'Algabranchia che fa respirare sott'acqua

«Geniale...» Mormorò lei «Ci si vede a lezione dopodomani...»

lo salutò poi, ragionando su come avrebbe fatto a far capire a Cedric cosa doveva fare senza destare sospetti mentre ritornava al Lago ad aspettare Cedric.

Non ci fu bisogno di aspettarlo perché  lui era già lì. Con un altra persona. Una ragazza. Non aveva idea di chi fosse perché era di spalle, ma vedeva dei lunghi capelli neri e sentiva delle risate piuttosto allegre.

Aggrottò le sopracciglia e strinse le labbra per trattenersi e non scagliare una fattura a chiunque fosse quella ragazza. Si avvicinò ai due con il più falso dei sorrisi stampato in volto.

«Ciao Cedric» disse baciando il suo ragazzo, poi alzò lo sguardo verso la ragazza «E...oh Cho, che piacere!»

Era ancora lei... Ive si strinse di più a Cedric e cominciò a lasciargli dei piccoli baci sulle guance, mentre la Corvonero abbassava lo sguardo. Era proprio questo l'intento di Ive: farle capire che doveva andarsene. Per fortuna lei capì.

«Ok, io... ahm vado...»

mormorò raccogliendo la sua borsa e avviandosi velocemente perso il castello. Ive aveva continuato la sua scia di baci fino a ritornare sulle labbra del suo ragazzo.

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Hola Hogwartsiani!

Finalmente sono tornata, mi era mancato tanto scrivere!

Cosa significherà l'incubo di Ive? Avete qualche ipotesi?

Fatemi anche sapere se questo capitolo vi piace con un commento.

Bye

_silvia



||Ive Lestrange, Which Side Choose (Il Calice di Fuoco)||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora