Capitolo 34: Rimorso

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Ma come era possibile? Ive spalancò gli occhi. Com'era possibile che stesse vivendo quell'incubo fosse diventato realtà? Con gli occhi fissi sul corpo di Cedric ripensò alla notte dopo la seconda prova.

"Un corpo a terra, con capelli marroni morbidi solo a vederli sporchi di fango e d'erba, il volto pallido con gli occhi marroni un tempo caldi e rassicuranti adesso spenti e privi di ogni emozione o di ogni briciolo di luce vitale e i vestiti un tempo gialli vividi ora neri di polvere e strappati."

Era tutto identico al suo incubo. Tutto tranne il fatto che quello non era un incubo. Quello non era un sogno, quella era la verità, non poteva svegliarsi. Cedric era realmente morto. Non si sarebbe svegliata nel suo letto con il respiro affannato. Non sarebbe scesa a fare una passeggiata per i corridoi. Non lo avrebbe incontrato che faceva la ronda nei corridoi. Anzi non lo avrebbe incontrato mai più. Non avrebbe più visto quel sorriso magnifico. Non sarebbe più affogata in quegli occhi castani. Non avrebbe mai più abbracciato Cedric. Non avrebbe più sentito la sua voce. Non avrebbe mai più sentito la sua risata. Non avrebbe più sentito il sapore dei suoi baci. Cedric era morto. Ma perché faceva così male? Perché era colpa sua. Era colpa sua se Cedric era morto. Non era facile accettarlo. Ive non voleva accettarlo. Non voleva accettare di averlo ucciso. Gli occhi le divennero lucidi le sopracciglia si contorsero per il dolore e la bocca si piegò in una smorfia.

Ma non poteva piangere. Non davanti a Voldemort. Doveva fare finta che non fosse successo nulla. Non poteva mostrarsi debole davanti a Voldemort, l'avrebbe senz'altro uccisa. Sbatté le palpebre per allontanare le lacrime e rialzò lo sguardo. Intorno a lei i Mangiamorte erano muti e immobili, le maschere illuminate dal chiarore della luna.

«Benvenuti, Mangiamorte» disse Voldemort piano «Tredici anni... tredici anni dall'ultima volta che ci siamo incontrati. Eppure rispondete alla mia chiamata come se fosse ieri... siamo ancora uniti sotto il Marchio Nero, allora! Vero?»

Ghignò annusando con le sue narici a fessura.

«Sento l'odore della colpa. C'è puzzo di colpa nell'aria. Vi vedo tutti sani, con vostri poteri intatti... Che apparizione tempestiva la vostra! E mi chiedo...  perché questa banda di maghi non è mai venuta in soccorso del padrone a cui aveva giurato eterna fedeltà? E poi mi rispondo... che devono avermi creduto sconfitto, sono tornati tra i miei nemici convinti che non sarei tornato... E poi mi chiedo... ma come hanno potuto esserne così convinti quando sapevano delle misure che avevo preso tempo fa per proteggermi dalla morte dei mortali, quando sapevano del mio grande potere... E mi rispondo... forse hanno creduto che ci potesse essere qualcosa di ancor più potente di Lord Voldemort, forse hanno creduto... forse si sono lasciati convincere... forse si sono alleati a quel paladino di Babbani e Sanguemarcio, Albus Silente" un mormorio si levò tra i Mangiamorte «Mi confesso deluso...»

Uno egli uomini ruppe il cerchio gettandosi in avanti.

«Padrone! » strillò « Padrone, perdonami! Perdona tutti noi!»

Voldemort tirò fuori di nuovo quella risata fredda  e terrificante.

«Crucio» pronunciò puntando la bacchetta contro il Mangiamorte. Quello prese ad  urlare talmente forte che Cho Chang avrebbe potuto sentirlo anche quando tornava al suo paese d'origine per le vacanze. Voldemort levò la bacchetta. « Alzati, Avery. Alzati. Tu chiedi perdono? Io non perdono, non dimentico. Voglio essere ripagato di questi tredici anni... Codaliscia ha già scontato parte del suo debito, vero Codaliscia?»

il topo era ancora singhiozzante ai piedi del suo padrone.

«Non sei tornato per lealtà, ma per paura. Ti meriti questo dolore, lo sai?» Codaliscia annuì tremante «Tuttavia, per come sei buono a nulla e fedifrago, quello che hai fatto non è da escludere. Mi hai aiutato a recuperare il mio corpo... E Lord Voldemort ricompensa chi lo aiuta...»

||Ive Lestrange, Which Side Choose (Il Calice di Fuoco)||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora