Capitolo 30: Paura

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Dopo l'avvenuto con Crouch Ive non era più stata convocata nell'ufficio di Difesa Contro le Arti Oscure. Mancava poco all'ultima prova e aveva una strana ansia a dosso. Questa volta era sicura che non fosse per Cedric , insomma anche per lui, ma soprattutto perché avrebbe visto l'Oscuro Signore risorgere.

Barty le aveva detto che durante la prova lei avrebbe preso una Passaporta in modo da arrivare nel luogo scelto poco prima di Potter.

Quel giorno aveva lezione di Artimazia dovettero analizzare il nome dei personaggi che stavano studiando in Storia della Magia. In quel momento stavano studiando Grindelwald e il suo storico duello con Silente dove venne sconfitto. Dovettero interpretare tutti numeri che avevano a che fare con questi due personaggi.

Anche la lezione di Trasfigurazione fu piuttosto pesante, ma per fortuna c'era Edward che borbottava imprecazioni contro la McGranitt e le sue stupide tazze che andavano trasformate in botti di idromele.

Pozioni fu piuttosto divertente con Piton che non la smetteva di rimproverare i gemelli Weasley che facevano esplodere il loro calderone in faccia a mezza classe.

Stava andando a pranzo, percorreva con aria persa i corridoi con Edward e Benjamin senza fare minimamente caso a quello che i suoi amici dicevano

«Ehi Ive»

sentì qualcuno chiamarla, risvegliandola da quella sorta di ipnosi. Girò la testa un paio di volte prima di sentirsi trascinare per un braccio. Era Tamsin che l'aveva portata dietro una colonna.

«Ciao» lo salutò lei lei sorpresa «Che succede...?»

 Lo guardò meglio, aveva un'aria strana.

«Devi aiutarmi, non la sopporto più questa situazione!»

esclamò lui agitato lasciando cadere la borsa per terra.

«Calmati. E racconta»

gli posò le mani sulle spalle costringendolo a guardarla negli occhi.

«Cedric.» sospirò sconsolato il ragazzo dai capelli blu «Dice di essere felice... con quella Cho, ma... non ci credo, io lo vedo che non è la stessa persona di prima. Anche quando sorride è diverso c'è qualcosa che gli manca, Ive. E sono certo, anzi più che certo, che quel qualcosa sei tu. Lui non vuole ammetterlo perché è un'idiota, ma non prova per Cho nemmeno un terzo di quello che prova per te. Pensa di farcela bere, a me e a gli altri, ma ce ne siamo accorti. Cedric sta male, e io sto male con lui. Ti prego fa qualcosa.»

Ive vedeva chiaramente quel velo di tristezza che velava gli occhi di Tamsin. Era una cosa insolita vedere così quel ragazzo sempre ironico e sorridente. Chissà per quale motivo, ma Ive era convinta che il Tassorosso non potesse essere mai triste. 

«Ci penserò..»

disse a testa bassa voltandosi. Ma quando stava per ansarsene lui le mise una mano sulla spalla facendola tornare sui suoi passi.

«Ive» disse in un mormorio impercettibile spezzato dalla lacrime «Perfavore... sei.. tu sei l'unica speranza... io voglio indietro il Cedric di prima, rivoglio il mio migliore amico...»

La Serpeverde cacciò fuori un sospiro , cercando di trattenersi.

«Cedric mi odia, Tamsin» disse roca, mordendosi l'interno delle guance con gli occhi lucidi «Mi odia, mi ha detto in faccia che non vuole avere a che fare con me. Non posso .... non posso andare da lui come se.. come se non fosse... come se non avessimo mai litigato... come se gli ultimi cinque mesi non ci fossero mai stati. Capisci tamsin? Mi odia, non posso...»

la sua voce era esageratamente acuta. Scosse la testa violentemente e si passò la lingua sulle labbra. Il respiro le si fece affannoso e cominciò a torturasi le mani, imponendosi di non piangere.

||Ive Lestrange, Which Side Choose (Il Calice di Fuoco)||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora