Capitolo 31: Di Nuovo

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Cedric era di spalle, perciò non la vedeva, ma Cho appena la scorse dietro le spalle de ragazzo interruppe la sua risatina da Ippogrifo spennato. Cedric seguì il suo sguardo fino a voltarsi completamente verso Ive con la fronte corrucciata e la Serpeverde dovette ammettere che anche quell'espressione era bellissima su di lui.

«Cosa vuoi?» chiese brusco guardandola negli occhi, quanto le erano mancati quegli occhi... Ive esitò e aprì la bocca ma non disse niente, lei si morse un labbro e fuggì da quello sguardo. Lui alzò un sopracciglio. «Cosa vuoi?»

Ripeté.

«Parlarti» rispose lei tornando a guardarlo. Quanto le era mancato quel viso... «Sono venuta per parlarti»

«Di cosa?»

Cedric aveva la mascella contratta e i muscoli del collo tesi, le braccia immobili lungo i fianchi. Cho osservava la scena con le labbra socchiuse, senza dire niente, quasi pietrificata. Ive invece stata andando nel panico. Non sapeva neanche lei di cosa voleva parlargli. Sapeva solo che dovevano chiarire.

«Io... volevo... ehm»

«Se sei qui per chiedermi scusa risparmia il fiato, non ho intenzione di perdonarti»

Come inizio non sarebbe potuto andare peggio, ma non doveva arrendersi. Prese un respiro.

«Cedric... io...»

Riprovò, ma lui la interruppe con un gesto della mano.

«Non lo hai capito che non m'interessa? Qualsiasi storiella tu ti sia inventato non m'importa, niente giustifica quello che hai fatto!» si alzò scocciato e Cho lo seguì a ruota, poi cominciarono risalire verso il castello. «Andiamo che piove»

«Cedric perfavore!» gli urlò dietro Ive, ma lui non ci fece minimamente caso. Così la Serpeverde prese a correre forsennatamente sotto la pioggia che ormai era fittissima. «Cedric! Aspetta! Perfavore, io...»

«Ho detto di no!» la interruppe ancora lui con un ringhio, voltandosi di scatto e lasciando la mano di Cho (che nel frattempo si strinse nel suo cappotto preoccupata) «Stammi bene a sentire...»

«No, non voglio starti a sentire!» disse lei. Si fermò per regolarizzare il respiro. «Non voglio starti a sentire. Per una volta, una, puoi stare tu a sentire me senza interrompermi? Per una volta?»

aggiunse più tranquillamente. Lui si passò una mano sul viso e poi tra i capelli bagnati, strizzò gli occhi e sospirò. Si voltò verso la Corvonero al suo fianco, le posò una mano sulla guancia e le lasciò un bacio a stampo.

«Cho... ci vediamo domani ok?» lei annuì e riprese a camminare «Parla.»

disse secco a Ive. Lei annuì felice e sorpresa allo stesso tempo.

«Cedric... io... io credo che dovremmo chiarire.» iniziò seria «Non ce la faccio più a sopportare questa situazione... perfavore... »

«Non posso perdonarti»

ribadì lui in tono aspro.

«Perché?»

chiese lei con gli occhi spalancati.

«Perché... dopo quella cosa... io... non posso»

spiegò il Tassorosso cominciando a camminare in cerchio per distogliere lo sguardo da Ive.

«Non puoi, eh? E sentiamo cos'è che te lo impedisce? Perché non credo che ci sia qualcuno che ti obbliga starmi lontano o ad essere arrabbiato con me!» 

la calma piatta nella sua voce ricordava un po' quella tranquillità letale prima dell'esplosione di una bomba 

«Senti Ive...»

||Ive Lestrange, Which Side Choose (Il Calice di Fuoco)||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora