Capitolo 35: Da Che Parte Stare

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Quando Ive riaprì gli occhi era nello studio di Moody. Corse svelta fuori, verso il campo di Quidditch. Quando arrivò gli studenti sugli spalti stavano tutti esultando, probabilmente per la vittoria di Potter. Ma vide chiaramente l'umore mutare, le braccia abbassarsi, le grida spegnersi, quando tutti notarono il corpo di Cedric steso a terra, stretto forte tra le braccia del Grifondoro. C'era una grande confusione. Voci che si mischiavano, teste curiose che cercavano di vedere qualcosa al di sopra della folla e, al centro della scena c'erano Silente e Caramell, che parlavano con Potter. O almeno, cercavano di parlarci. Lui sembrava traumatizzato, aveva il volto coperto dalle lacrime e non ne voleva sapere di lasciare andare Cedric.

Poi Silente si allontanò in cerca di Amos Diggory, per dargli la notizia. In mezzo al caos Ive vide Barty, nei panni di Malocchio Moody, afferrare Potter e trascinarlo via. Ebbe l'istinto di rincorrerlo e fermarlo ma ci ripensò... cosa poteva fare lei? Doveva trovare Silente.

Si guardò intorno, lo trovò che parlava con il Signor Diggory. Il padre di Cedric era in lacrime. Ive abbassò lo sguardo. Era tutta colpa sua. E per la prima volta in quella notte si permise di piangere. Liberò tutto quello che aveva dentro, tutto quel peso che si era portata durante l'anno, tutta quella voglia di essere normale, di potersi divertire.

Attraverso lo sguardo appannato vide Silente camminare veloce seguito da Piton e dalla McGranitt. 

«Professore!» cominciò a gridare correndo per raggiungerlo. Le grida, le persone non c'erano più. Tutto sembrava essere scomparso. Il mondo intorno non esisteva ora che lei voleva solo raggiungere il Preside. «Professor Silente! Devo parlarle, si fermi un attimo!»

Silente si voltò a guardarla, mentre gli altri due proseguivano.

«Ive....» disse per la prima volta Ive lo sentiva agitato «Non è il momento devo fare una cosa urgente...»

stava per voltarsi di nuovo.

«No! No, aspetti!» gridò disperata «So dove sta andando, so che è importante. Ma anche quello che devo dirle io è importante! La prego mi ascolti!»

Il Preside sopirò rassegnato.

«Che succede?»

chiese dolcemente.

«Ho fatto un errore...» disse Ive affannata, dalla corsa e dal pianto, la voce le usciva strozzata e le mancava il fiato. «Un grande errore... un terribile errore. Non riuscirò ma a perdonarmi, io non... non ce la posso fare... non riesco a realizzare di averlo fatto... lui...»

si bloccò , interrotta da un singhiozzo.

«Ive...?» le posò una mani sulla spalla «Che succede?»

«Colpa mia... è solo colpa mia.» disse lei, lo sguardo perso nel vuoto «Colpa mia se Cedric è morto, se Voldemort è tornato!»

Era colpa sua.

«Ma che dici, Ive non...»

«Si invece! Solo colpa mia!» si agitava «Io ho aiutato... Moody.... io gli ho dato tante informazioni... Io! Ma adesso basta, io non voglio più aiutarlo, io voglio.... La prego mi aiuti, io non voglio che altra gente deva soffrire come me. Non voglio che altra gente muoia, non voglio più essere degna di essere una Lestrange! Non voglio più essere una Mangiamorte... ma ormai non posso cambiare, io non lo posso cancellare... questo»

Scoprì il braccio sinistro, dove il Marchio nero si stagliava scuro a contrasto con la sua pelle chiara. Aveva i denti stretti e le labbra arricciate. Silente rimare zitto.

«Dica qualcosa.... la prego...» annaspò Ive «Risponda! Mi aiuti io.... io voglio stare dalla vostra parte, voglio combattere Voldemort, voglio vendicare Cedric! Risponda!»

||Ive Lestrange, Which Side Choose (Il Calice di Fuoco)||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora