Al rientro dalle ferie mi hanno asegnato ore più corte in determinati settori, ad esempio oggi ho la lavanderia.
Arrivo in carcere e mi dirigo nel settore, oggi è tutto particolarmente tranquillo, nessuno schiamazzo o risse tra detenute, tutto fin troppo tranquillo.
Entro in lavanderia e mi ritrovo un telo bianco davanti a me che copre mezza parete, lo apro e trovo davanti a me 4 detenute, tra cui Vargas e Zahir che hanno scavato un buco nel muro dietro le lavatrici e stanno evadendo, rimango esterrefatta.-Ancora tu. Ancora tu. ANCORA TU TI AMMAZZO TE LO GIURO.
Mi ritrovo Zahir davanti alla faccia e mi tiene dal colletto, mi sta puntando un fucile allo stomaco, sono incapace di muovermi.
-Adesso fai quello che dico io, perché è la volta buona che ti squarto e ti butto realmente in un cassonetto. Saray, mettile le manette.
Vargas mi si avvicina e mi mette le manette ai polsi, ha un sorrisetto soddisfatto sul viso.
-non potete evadere...
-Ah no? Tu dici? Allora ti mostro come si fa.Mi spinge nel buco e cado a terra inciampando in un tubo, mi raggiungo e Zahir mi urla di alzarmi, cerco a fatica di alzarmi, ma alla fine mi aiuta Vargas e mi trascinano con loro fino a fuori dal carcere.
-Adesso sei complice di una fuga di 4 detenute, nei peggiori dei casi, finirai in carcere, magari in questo e ti giuro che una volta dalla mia parte io ti farò passare le pene dell'inferno come mai prima d'ora.
Sono nel panico più totale, vorrei non aver mai accettato questo lavoro, non avrei mai voluto fare il concorso per diventare una poliziotta, mi sto pentendo di tutte le mie scelte, vorrei che fosse solo tutto un incubo ma purtroppo non lo é.
Mi portano in un van nero che parte subito appena si chiudono le porte, sento la voce di Palacio che dalla radiolina mi chiede perche non riesce a vedere nulla in lavanderia.
Zahir mi stacca la radiolina e aprendo lo sportello la butta fuori e richiude la porta.-Dammi l'arma.
Faccio per prenderla ma con le manette è difficile, cosi se la prende da sola, per poi prendermi il viso tra le mani e parlarmi.
-Contenta che stiamo collaborando in un'evasione epica?
Ride, é inquietante la sua risata, mi lascia il viso e guardo il pavimento del van. Viaggiamo per ore ed ore, senza una meta, anzi, sono l'unica a non saperla.
Riusciamo a salire su una nave, non ne sono sicura, però é quello che sto cercando di capire dalle loro conversazioni.
La mia paura più grande è di finire in prigione e perdere tutta la mia vita.
24h più tardi scendiamo dalla nave e decido di parlare.-Dove siamo...?
-Siamo in Marocco, dove nessuno può venire a prenderci, ciò significa che siamo LIBERETutte sono felici e prima di scendere tutte e 4 si cambiano tranne io.
-io...sono in divisa...
-sti cazzi di te, meglio, ci proteggi
-ma ho le manette, mi fanno male i polsi...
-saray levagliele, la contessa ha i polsi deboliVargas me ne leva e subito vengo minacciata ancora di morire se provassi a fotterle.
Mi trascinano giù, non sento più le gambe, camminiamo 10 minuti fino ad una villa affacciata al mare.
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{al fondo del precipicio} //Zulema
أدب الهواةAmbra è una guardia segreta, mandata a lavorare a Cruz del Sud come semplice guardia carceraria. Ce la farà a sopportare il peso del carcere? Non mancherà di certo il peso dei delitti commessi dalle denute a ricorcersi contro di lei.