14. La bambina e il focolare

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«Di cosa parlava May Castellan quando ti ha chiesto se avevi riportato a riva Luke?» mi domandò Percy

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«Di cosa parlava May Castellan quando ti ha chiesto se avevi riportato a riva Luke?» mi domandò Percy.

Lanciai un'occhiata a Nico. Non sapevo se potevo dirglielo o meno. «Del motivo per cui Alex è qui» gli rispose al posto mio.

Percy aggrottò la fronte. «In che senso, scusa?»

Nico stava per rispondergli, ma arrivati sull'altura ci rendemmo conto che la signora O'Leary non era più sola: aveva trovato un'amica.

Un falò accogliente crepitava all'interno di un cerchio di pietre. Una bambina di circa otto anni era seduta a gambe incrociate accanto al segugio infernale e gli grattava le orecchie. Aveva i capelli castani e un semplice vestito marrone. Portava un foulard sulla testa e attizzava il fuoco con un bastone, e le fiamme sembravano mandare un bagliore più caldo del normale. La riconobbi immediatamente: l'avevo vista molte volte al Campo. Le rivolsi un inchino, e Nico fece lo stesso. «E' un piacere, signora» la salutai con rispetto.

Lei mi puntò addosso i suoi occhi, rossi come la luce delle fiamme. «Mia cara nipote, il piacere è mio. Sedetevi. Volete mangiare qualcosa?»

C'erano vassoi di roastbeef, patate al forno, carote al burro, pane caldo e un sacco di altre cose buone che mi fecero tornare immediatamente l'appetito perso con il viaggio nell'ombra. La dea fece comparire anche un metro e mezzo di biscotto per cani, e la signora O'Leary cominciò a divorarlo, tutta contenta. Io e Nico ci sedemmo subito, ma Percy rimase in piedi. Notai che la osservava, confuso. «Va tutto bene, Percy» lo rassicurai «vieni a mangiare, dai. Credo che mezzo Connecticut abbia sentito il tuo stomaco brontolare»

Percy fece una smorfia, sistemandosi di fianco a me. Prendemmo i nostri piatti e iniziammo ad abbuffarci, ma lui prima bruciò una piccola porzione come facevamo al Campo. «Per gli dei» disse.

La dea sorrise. «Grazie. Come guardiana delle fiamme, ricevo una parte di ogni sacrificio»

«Ora ti... ora la riconosco» disse Percy «la prima volta che arrivai al Campo eri seduta accanto al fuoco, al centro dell'area comune»

«E non ti fermasti a parlare con me» ricordò la dea mestamente «ahimè, non lo fa quasi mai nessuno. Alexandra invece si era fermata, la sera in cui è arrivata al Campo»

Annuii con un piccolo sorriso. «Sì, me lo ricordo» confermai. Avevo appena perso Talia, e lei era rimasta con me finché non avevo smesso di piangere. Mi aveva riempita di marshmallow.

«Anche Nico si è fermato». La dea sorrise anche a lui. «Sono stati i primi dopo anni. Hanno tutti fretta. Nessuno ha più tempo per la famiglia»

«Lei è Estia. La dea del focolare» concluse finalmente Percy.

Estia annuì. «Mia signora» chiese Nico «perché non è insieme agli altri dei, a combattere Tifone?»

«Non sono molto adatta alle battaglie». I suoi occhi rossi scintillarono. Erano fiammeggianti, ma a differenza di quelli di Ares erano caldi e accoglienti. «E poi qualcuno deve badare che il fuoco non si spenga durante l'assenza degli altri dei»

[5] 𝙐𝙣𝙗𝙤𝙪𝙣𝙙 » Percy JacksonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora