7. La Grande Profezia

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Capitolo dedicato a AD_Productions per avermi aiutato tantissimo con la stesura della Profezia. Sono una vera pippa con le rime, e se non ci fosse stato lui allora ne stareste leggendo una decisamente tanto, tanto schifosa ahah GRAZIE AMICO!  Andate a seguirlo e date un'occhiata ai suoi libri, che meritano tantissimo 😉

 Sono una vera pippa con le rime, e se non ci fosse stato lui allora ne stareste leggendo una decisamente tanto, tanto schifosa ahah  GRAZIE AMICO! ♥  Andate a seguirlo e date un'occhiata ai suoi libri, che meritano tantissimo 😉

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I capigruppo anziani si erano riuniti attorno al tavolo da ping-pong. La sala ricreativa del Campo era diventata il quartier generale informale dei consigli di guerra. Quando io, Percy, Annabeth e Chirone entrammo, però, somigliava di più all'arena di una gara di urla.

Clarisse era ancora in assetto da guerra, con la sua terza lancia elettrica a tracolla. L'aveva chiamata "Spietata". Alle sue spalle, però, il nome era diventato "Pietosa". Aveva l'elmo a forma di testa di cinghiale sotto il braccio e un coltello alla cintura. Era tutta presa a urlare in faccia a Michael Yew, e la scena era piuttosto buffa considerato che Clarisse lo superava di almeno una trentina di centimetri.

«È il nostro bottino!» stava strillando Michael, alzandosi in punta di piedi per guardare Clarisse in faccia «Se la cosa non ti sta bene, baciami la faretra!»

Alzai gli occhi al cielo con uno sbuffo. «Non di nuovo...»

Percy mi lanciò un'occhiata. «Che succede?»

«Lascia perdere» gli dissi, scuotendo la testa.

Attorno al tavolo gli altri si sforzavano di non ridere: i fratelli Stoll, Polluce, Katie Gardner della casa di Demetra... persino Jake Mason, il neocapogruppo della casa di Efesto nominato in tutta fretta, riuscì a tirare fuori un sorriso. Solo Silena non prestava la minima attenzione alla scena. Era seduta accanto a Clarisse e fissava con lo sguardo vuoto la rete del ping-pong. Aveva gli occhi rossi e gonfi. Di fronte a lei c'era una tazza di cioccolata ormai fredda.

Non avrebbe dovuto stare lì, costretta ad assistere ad una scenata del genere. Aveva appena perso Beck, per tutti gli dei. Mi salì un groppo in gola. Picchiai forte la mano sul tavolo per attirare la loro attenzione. «Volete darci un taglio?!» sbottai.

Clarisse mi lanciò un'occhiataccia. «Di' a Michael di non fare l'idiota egoista!»

«Oh, senti chi parla!» replicò l'interpellato.

«L'unica ragione per cui sono qui è sostenere Silena!» urlò Clarisse «Altrimenti me ne starei a casa mia!»

«Ma di che cosa state parlando?» domandò Percy.

Polluce si schiarì la gola. «Clarisse si rifiuta di parlare con noi, fino a che la sua... ehm... questione non sarà risolta. Non ci parla da tre giorni»

«Una cosa magnifica» commentò Travis Stoll in tono sognante.

«Quale questione?» chiese Percy.

[5] 𝙐𝙣𝙗𝙤𝙪𝙣𝙙 » Percy JacksonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora