45. La cavalleria oscura

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Quando arrivammo in strada era troppo tardi

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Quando arrivammo in strada era troppo tardi.

Semidei e Cacciatrici giacevano feriti a terra. Clarisse probabilmente aveva perso un duello con un gigante iperboreo, perché era congelata in un blocco di ghiaccio insieme alla sua biga. I centauri non si vedevano da nessuna parte. O se l'erano data a gambe, o li avevano disintegrati. L'esercito dei Titani circondava l'edificio, a pochi metri dall'ingresso, con l'avanguardia di Crono in testa: Nakamura, la regina delle dracene con la sua armatura verde e due iperborei.

Davanti a tutti, però, si stagliava Crono in persona con la falce in mano. L'unico ostacolo che gli si parava davanti era...

«Chirone» esclamò Annabeth, con la voce tremante.

Se Chirone ci sentì, non rispose. Aveva una freccia in cocca, puntata sul volto di Crono. Non appena il Signore dei Titani ci vide, i suoi occhi dorati lampeggiarono. Ogni muscolo del mio corpo si immobilizzò. Poi il Titano tornò a concentrarsi sul mio insegnante. «Fatti da parte, figliolo»

Udire Luke che chiamava Chirone "figliolo" fu piuttosto strano, ma Crono lo disse con disprezzo, come se "figliolo" fosse l'insulto peggiore a cui potesse mai pensare. «Temo di no». Il tono di Chirone era calmo e inflessibile, come sempre quando è davvero arrabbiato.

Cercai di muovermi, ma mi sentivo i piedi di cemento. Anche Annabeth, Percy, Grover e Talia facevano fatica, come se fossero bloccati quanto me. «Chirone!» esclamò Annabeth «Attento!»

La regina delle dracene perse la pazienza e attaccò. La freccia di Chirone la raggiunse in mezzo agli occhi e il mostro si disintegrò all'istante, mentre l'armatura vuota crollava con un acciottolio sull'asfalto. Chirone sollevò il braccio per caricare un'altra freccia, ma la faretra era vuota. Lasciò cadere l'arco e sguainò la spada. Sapevo che odiava combattere con quella. Non era mai stata la sua arma preferita.

Crono ridacchiò. Fece un passo avanti e la metà equina di Chirone si agitò nervosa sugli zoccoli, mentre la coda scattava avanti e indietro. «Sei un maestro» lo schernì Crono «non un eroe»

«Luke era un eroe» replicò Chirone «e bravo, anche, finché tu non l'hai corrotto»

«SCIOCCO!». La voce di Crono fece tremare la città. «Gli hai riempito la testa di promesse vuote! Dicevi che gli dei tenevano a me!»

Per un istante tutto tacque. Il mio cuore fece un piccolo balzello: aveva detto "me". Non "lui". Cosa poteva significare? Che Luke stava davvero cercando di contrastare il controllo di Crono?

«Me» notò Chirone «hai detto "me"»

Crono sembrò confuso, e in quell'istante Chirone colpì. Fu una bella mossa, una finta seguita da un affondo diretto al viso. Non avrei saputo fare di meglio, ma Crono fu veloce. Aveva tutta l'abilità guerriera di Luke, che non era poca. Schivò la lama e urlò: «INDIETRO!»

[5] 𝙐𝙣𝙗𝙤𝙪𝙣𝙙 » Percy JacksonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora