[5] 𝙐𝙣𝙗𝙤𝙪𝙣𝙙 » Percy Jackson

51. Ci fregano Blackjack

Quando arrivammo nell'atrio, trovammo Sally e Paul che litigavano con il tizio calvo della reception, tornato alla sua postazione. «Le sto dicendo» urlava mia madre «che dobbiamo salire! Mio figlio...». Poi ci vide e sgranò gli occhi. «Percy!». Lo abbracciò talmente stretto che Percy divenne leggermente paonazzo. «Abbiamo visto che il palazzo si illuminava di blu, ma poi non sei sceso. Sei rimasto lassù per ore!»

«Stava diventando un po' ansiosa» spiegò Paul, ironico.

«Sto bene» giurò Percy mentre Sally abbracciava Annabeth «è tutto a posto, adesso»

Sally mi accarezzò una guancia prima di abbracciare anche me. «Grazie, Alex» mormorò «sapevo di poter contare su di te. Me lo hai riportato vivo»

Gli battei un paio di colpetti sulla schiena prima di sciogliere l'abbraccio. «L'ho fatto con piacere, Sally»

«Ragazzi, è proprio... cioè, la storia del seicentesimo piano è...?» fece Paul.

«L'Olimpo?» replicò Percy «Tutto vero»

Paul alzò gli occhi verso il soffitto con un'espressione sognante. «Mi piacerebbe vederlo...»

«Paul» lo rimproverò Sally «non è per i mortali. Comunque, la cosa importante è che siamo salvi. Tutti quanti»

In quel preciso istante Nico corse dentro, e la sua faccia mi disse che c'era qualcosa che non andava. «Che succede?» chiesi immediatamente.

«Si tratta di Rachel» spiegò «mi sono appena imbattuto in lei sulla Trentaduesima»

Alzai gli occhi al cielo. «E quale sarebbe l'emergenza, esattamente? Perché se un Lestrigone si è seduto su di lei, allora-»

«Non è niente del genere» mi interruppe Nico. Percy mi lanciò un'occhiata poco felice che feci finta di non vedere.

«Che ha combinato, stavolta?» domandò Annabeth accigliata.

«Dov'è andata, piuttosto» ribatté Nico «le ho detto che sarebbe morta se ci avesse provato, ma ha insistito. Ha preso Blackjack e...»

«Ha preso il mio pegaso?» domandò Percy.

Nico annuì. «È diretta al Campo Mezzosangue. Ha detto che deve assolutamente andarci».