24. Buonanotte, fiorellino

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Estia si congedò, ma non prima di essersi inchinata al cospetto di Ermes

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Estia si congedò, ma non prima di essersi inchinata al cospetto di Ermes. «Ciao, Percy» disse il dio infine. Aggrottò la fronte, squadrandolo come se ce l'avesse con lui. Poi spostò lo sguardo su di me, e l'espressione nei suoi occhi rimase la stessa. Ce l'aveva anche con me, probabilmente. «Alexandra» aggiunse a mo' di saluto.

Mi inchinai immediatamente. Non sapevo per quale motivo era così contrariato, e in ogni caso era meglio non mancargli di rispetto. Percy mi imitò. «Divino Ermes» disse.

"Oh, certo" disse uno dei serpenti nella mia mente "non ci salutate. Siamo solo dei rettili"

"George" lo rimbrottò l'altro serpente "non essere maleducato!"

«Ciao George. Ciao Martha» aggiunsi.

«Ehi, ragazzi» disse Percy.

"Ci avete portato un ratto?" chiese George.

"George, smettila" sbottò Martha "non vedi che sono occupati?!"

"Troppo occupati per i ratti?" replicò George "Che tristezza"

«Divino Ermes, dobbiamo parlare con mio padre» esordii «è possibile?»

Gli occhi di Ermes erano freddi come l'acciaio. «Io sono il suo messaggero. Potete dire a me»

Alle nostre spalle, gli altri semidei si mossero un po' imbarazzati. Le cose non stavano andando come previsto. Mi chiesi se Ermes fosse vagamente ostile per via della visita alla madre di Luke che io e Percy avevamo fatto. «Ragazzi» disse Percy «perché non vi fate un giro? Controllate le difese. Vedete chi è rimasto sull'Olimpo. Io, Alex e Annabeth vi aspettiamo qui fra mezz'ora»

Silena si accigliò. «Ma-»

«Andate» aggiunsi categorica «Connor e Travis, a voi il comando. Mi raccomando»

I fratelli Stoll sembrarono contenti di ricevere una responsabilità importante proprio davanti al padre. Di solito non comandavano mai un bel nulla, a parte le battaglie con la carta igienica. «Contaci!» rispose Travis.

Condussero gli altri fuori dalla sala del trono, lasciando me, Percy e Annabeth soli con Ermes. «Mio signore» cominciò lei «Crono attaccherà New York. Sono sicura che ne avevate già il sospetto. Mia madre deve averlo previsto»

«Tua madre» brontolò Ermes. Si grattò la schiena con il caduceo, e George e Martha borbottarono: "Ohi, ohi, ohi". «Non me ne parlare. È colpa sua se sono qui. Zeus non voleva che lasciassimo il fronte. Ma tua madre gli ha dato il tormento. "È una trappola, è un diversivo, e bla bla bla...". Voleva occuparsene lei di persona, ma Zeus non ha voluto permettere alla sua prima stratega di abbandonarlo nel bel mezzo della battaglia con Tifone. E così, naturalmente, ha mandato me a parlare con voi»

«Ma è una trappola!» insisté Annabeth «Zeus è cieco?»

Un tuono rimbombò nel cielo, facendomi trasalire. Non ne avevo mai sentito uno d'avvertimento così "da vicino". Era un po' terrificante. «Annabeth, non ti conviene dire queste cose proprio qui» le suggerii.

[5] 𝙐𝙣𝙗𝙤𝙪𝙣𝙙 » Percy JacksonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora