50. Orgoglioso

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Non appena il Consiglio si sciolse, mio padre fece cenno a me e a Talia di seguirlo

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Non appena il Consiglio si sciolse, mio padre fece cenno a me e a Talia di seguirlo.

Ci ritrovammo sul balcone dietro la Sala del Trono. Sotto di noi, Manhattan ancora bruciava. Grossi pennacchi di fumo si alzavano da parecchi isolati, e riuscivo a sentire il suono delle sirene della polizia e dei pompieri che prestavano aiuto ai mortali. «Figlie mie» esordì Zeus «mi avete reso orgoglioso»

Io e Talia ci scambiammo un'occhiata interdetta. Era forse la prima volta che ce lo sentivamo dire, e... boh, faceva uno stranissimo effetto. «Grazie» borbottai imbarazzata.

«Aspetta a ringraziarmi» fece lui, severo «chiedere le tue memorie indietro è stato un bell'azzardo. Mia moglie non è una dea con cui scherzare, Alexandra. Ne avevamo già parlato»

«Non ho avuto paura di Crono quando è stato il momento di affrontarlo. Perché dovrei avere paura di lei?» obbiettai.

«Non fare l'errore di essere presuntuosa» mi riprese «nemmeno la mia benedizione può proteggerti da lei. Non lo ha fatto nemmeno quando ti ha privata dei ricordi»

Talia sussultò. «Le hai concesso la tua benedizione?» domandò sbalordita.

Zeus annuì. «Era l'unico modo per preservare la sua vita, quando era un'infante. O almeno, così pensavo»

Io inarcai le sopracciglia. «Vuoi dire che ce l'ho fin da bambina?» domandai «Pensavo che me l'avessi concessa durante questa battaglia...»

Zeus si portò le mani dietro la schiena, scrutando la città sotto di noi. «La mia sposa non è mai stata tollerante di fronte alle mie... avventure» spiegò «ha sopportato a stento la tua nascita, Talia. Non ha tollerato affatto quella di Alexandra. Dovevo salvaguardare la sua vita, in un qualche modo... e pensai che la mia benedizione fosse l'unico modo per accertarmi che non le venisse fatto alcun male. Ammetto di aver sottovalutato Era. Ha trovato un altro modo per punirla»

«Ma perché?» protestai «Non avevo fatto niente, ero solo una bambina!»

«Rappresentavi una minaccia per l'idea della famiglia perfetta di Era» ringhiò Talia «e non potendo prendersela con papà, ha colpito te. Non hai fatto niente, Lexy»

Sbuffai dal naso, frustrata. «Perché non posso riavere subito i miei ricordi?»

«Perché non è il momento adatto, Alexandra» replicò burbero Zeus «ci sono delle implicazioni... importanti. Se costringessi la mia sposa a restituirtele in questo momento, si andrebbe a creare un danno di entità troppo grave per riuscire a porvi rimedio. Allo stato attuale, l'Olimpo non può permettersi di affrontare una simile minaccia»

Lo fissai, confusa. Come potevano i miei ricordi essere una minaccia? E per chi, poi? «Papà-»

Zeus sbuffò, spazientito. «Alexandra, il discorso è chiuso» mi interruppe «non parliamone più. E c'è un'altra cosa di cui mi preme discutere con te: Perseus Jackson»

[5] 𝙐𝙣𝙗𝙤𝙪𝙣𝙙 » Percy JacksonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora