37. L'invasione a sud

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Dopo la nostra chiacchierata, Annabeth aveva insistito che mi riposassi un po' sulla sdraio accanto alla sua

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Dopo la nostra chiacchierata, Annabeth aveva insistito che mi riposassi un po' sulla sdraio accanto alla sua. Continuavo a ripetere che non ero stanca, ma mi addormentai non appena chiusi gli occhi.

Mi svegliò qualche ora più tardi. Jake le aveva dato l'armatura che gli avevo chiesto di reperire per lei, e l'aveva già indosso. «Ehi, ho appena controllato lo scudo» mi disse «c'è un'armata diretta a sud, a Central Park»

Imprecai in greco antico, mettendomi a sedere. Non avevo fatto nessun sogno, ed era stato meglio così. Mi sentivo già rintronata a sufficienza. «Dobbiamo svegliare Percy» dissi, soffocando uno sbadiglio.

«Ci penso io» mi disse lei. Si toccò la spalla e fece una smorfia. «Tu vai a radunare le truppe»

«D'accordo»

Ci separammo. Lei andò verso le camere da letto, io verso l'atrio. Trovai Jake, Katie, i fratelli Stoll, Talia e Grover. Quando vidi Will arrivare al posto di Michael appresi che quest'ultimo era caduto sul ponte di Williamsburg. Mi dispiacque un sacco: era un ragazzo in gamba e un ottimo compagno d'armi. Era una perdita tremenda.

Il mio pensiero tornò a Beck. La sua presenza ci avrebbe sicuramente fatto comodo, e non solo dal punto di vista strategico. Il morale sarebbe tornato alto. Mi ritrovai a pregare Efesto perché lo facesse tornare. Magari poteva fargli visita, come aveva fatto con Percy...

E a proposito di lui: ci raggiunse con Annabeth qualche minuto dopo che ci fummo raggruppati tutti al Reservoir.

Le luci della città scintillavano al crepuscolo. I lampioni baluginavano attorno agli argini del lago, dando un aspetto ancora più sinistro all'acqua e agli alberi. «Stanno arrivando» esordì subito Talia, indicando il Nord con una freccia d'argento «una delle mie esploratrici ha riferito che hanno attraversato l'Harlem River. È stato impossibile fermarli. L'armata...». Si strinse nelle spalle. «E' enorme»

«Li fermeremo nel parco» replicò Percy con una calma insolita. Mi chiesi se avesse già visto l'armata in sogno. «Grover, sei pronto?»

Lui annuì. «Prontissimo. Se i miei spiriti della natura possono riuscire a fermarli, questo è il posto giusto»

«Sì, li fermeremo!» disse un'altra voce. Un satiro molto vecchio e grasso si fece largo tra la folla, inciampando sulla sua stessa lancia. Indossava un'armatura di corteccia che copriva solo la metà del suo pancione.

«Leneo?» esclamò Percy.

«Non essere così sorpreso» sbuffò «io sono un capo del Consiglio e tu mi hai detto di trovare Grover. Be', l'ho trovato, e non permetterò che un semplice reietto guidi i satiri senza il mio aiuto!»

Gli rivolsi un'occhiataccia. Alle sue spalle, Grover sembrava in preda a un attacco di nausea, ma il vecchio satiro sorrise come se fosse l'eroe del giorno. «Non temete! Gliela faremo vedere a quei Titani!»

[5] 𝙐𝙣𝙗𝙤𝙪𝙣𝙙 » Percy JacksonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora