Cap.31

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Sentii la rabbia ribollirmi nelle vene e il mio corpo reagì di istinto: mi lanciai contro il semi-umano, convinta di potergli tranciare la testa di netto o almeno di poter testare le mie nuove zanne nella sua morbida carne, ma un muro di pietra si materializzò davanti a me e io lo presi in pieno.

Mi rimisi in ginocchio a fatica a causa della botta appena presa. Il vecchietto mi guardò e si mise a ridere "è il meglio che sai fare?" Chiese ironico

Lo guardai dritto negli occhi e sentii i miei diventare tutt'uno con il fuoco che mi bruciava dentro. Cercai di alzarmi ma una fitta lancinante mi colpì il polso. Era sicuramente, inevitabilmente rotto: vedevo l'osso spuntarmi dal braccio e la mia mano formava un angolo alquanto impossibile. Feci correre lo sguardo dal mio avversario a Bumer che ormai giaceva immobile sul pavimento probabilmente svenuto per il dolore.

Non potevo arrendermi solo per quell inutile polso... poi mi ricordai: io guarivo in fretta, bastava mettere l'osso al posto giusto!

Posai la mano sana sul braccio e con tutta la forza di volontà di cui potevo disporre, le feci fare un movimento netto e voloce. Ululai per il dolore, ma ne valse la pena infatti vidi già la ferita rimarginarsi. Fu uno dei dolori più acuti che abbia mai dovuto sopportare. Mi alzai a fatica guaendo per l'osso ancora non del tutto guarito. Quando fui in piedi fissai il vecchio dritto negli occhi e lo vidi trattenersi dalle risate, e già questo mi fece arrabbiare; se poi aggiungiamo il fatto che Bumer era svenuto e il fatto che fosse stato sul punto di morire, ero furibonda.

Lo attaccai ma feci un grosso errore: urlai. Sapete qual'è la regola principale per uccidere il tuo avversario? No? Beh, ve la dico io: l'attacco a sorpresa. E io da sciocca incompetente gli annunciai le mie mosse urlando... che furbizia...
Infatti mi fermò facendomi cadere di faccia dopo aver fatto crescere una radice ai miei piedi. Lui si piegò lentamente sopra di me e sussurrò con fare maligno

"Non mi batterai mai, sei solo una stupida vampirella che gioca a fare la Günj" eh no, questo non mi andava giù! Andava bene tutto, ma basta con gli insulti!

Mi rialzai di scatto e decisi di usare la magia questa volta. «cos'è che batte la terra» pensai decisa una volta per tutte di uccidere quel maledetto vecchiaccio «il fuoco!» Appena ci pensai mi si illuminò il viso. Inclinai leggermente la testa in avanti e mi concentrai. Quando la rialzai i miei occhi erano freddi come il ghiaccio e blu come il mare, una combinazione perfetta. Non ero mai stata così determinata e concentrata, ma questo non spaventò il mio avversario, anzi lo fece sorridere.

«prima o poi gli strapperò quel sorrisetto dalla faccia» pensai più stizzita che altro.

Evocai il fuoco che subito iniziò a prendere forma davanti a me attraverso una forma alquanto singolare: una fenice. Ma perché capitavano solo a me le cose strane?

Comunque lasciai perdere e, non so come, riuscii a far muovere quella "fenice" di fuoco verso il vecchio, ma lui prontamente rispose al fuoco: delle radici cominciarono ad intrecciarsi e a formare un enorme serpente che, scontratosi con il mio animale lo ridusse a del semplice fumo. Rimasi a bocca aperta. Okey, era un serpente enorme, ma in quale universo parallelo sconosciuto un serpente uccide una fenice di fuoco?! Non un gatto, non un cane... una fottutissima fenice di fuoco!

"Il tuo elementale è debole... prima volta che lo invochi?" Non lo ascoltai minimamente a causa di un serpente grosso quanto un auto, e se questo non bastasse, formato da radici spianate, che stava strisciando nella mia direzione. Urlai per lo spavento e feci un salto indietro quando cercò di azzannarmi facendo scattare le sue mandibole a meno di dieci centimetri dalla mia vita. Il "serpente" ricaricò e questa volta non mi avrebbe mancata.

"Sei morta, te ne rendi conto?" Sibilò il mio nemico.

Stavo per rispondere a tono quando la porta su spalancò e da dietro sbucò Blake che si fiondò davanti a me, per farmi da scudo, nel l'esatto momento in cui il serpente attaccò. Ricordo ancora il rumore delle sue costole che si rompono sotto quella morsa d'acciaio. Si accasciò a terra privo di qualsiasi segno di vita. Il serpente svanì e così fecero anche le mie forze. Le gambe mi cedettero e caddi in ginocchio accanto al corpo inerme del mio miglior amico.

Presi la sua testa tra le mani e piansi, dai miei occhi blu, piansi.

"Ti prego non lasciarmi anche tu!" Non poteva morire, non dopo tutto quello che avevamo passato insieme. Poi mi ricordai di ciò che avevo fatto a Bumer, e ci riprovai. Tirai su con il naso e posizionai le mani sopra il suo petto privo di respiro. Mi concentrai sulle emozioni che provavo a stare con lui, sulla sua allegria, sulla sua tenerezza... ma non funzionò, non funzionò! Gli tirai un pugno in pieno petto "non farmi questo!" Urlai tra le lacrime. Chi mi avrebbe tirato su il morale? Chi mi avrebbe disturbato ogni lezione con una penna? Chi mi avrebbe aiutato con le ricerche? Chi sarebbe stato il mio miglior amico? Nessuno era in grado di sostituirlo, e nessuno mai lo farà.

"Hai finito di piangere?" Chiese il vecchio interrompendo i miei pensieri "ricordati che è solo colpa tua se è morto e lo avrai per sempre sulla coscienza!" Come osava dire queste cose? Proprio lui, un mostro assassino!

Finalmente mi alzai più arrabbiata che mai. La mia coda aveva il pelo ritto e le mie orecchie erano piegate all'indietro. Le zanne si affilarono e sentii la mia gola fremere... stavo ringhiando.

Divaricai le gambe, ormai i miei occhi stavano letteralmente bruciando, e feci lo stesso con le braccia. Un vento fresco mi scompigliò i capelli e immediatamente cominciò a vorticare intorno a me. Ma io non mi accorsi di tutto ciò, ero troppo impegnata a maledire il vecchio bipolare.

Improvvisamente mi sentii più leggera, e lanciando uno sguardo al terreno mi accorsi di star volando, ma non ci feci molto caso. Invocai il fuoco, che subito riempì le mie mani, la terra, dalla quale subito crebbe un enorme rosaio spinato, e infine l'acqua, che cominciò a materializzarsi sotto di me. Il vecchio era rimasto a bocca aperta come se avesse appena visto un fantasma "io... ma... come" furono le uniche parole, se così si possono definire, che riuscì a far uscire dalla sua bocca.

"Sei morto, te ne rendi conto?" Chiesi con una voce che non sembrava affatto la mia. Era molto più grave e quando parlai pareva far tremare tutto il mio corpo. In poche parole sembravo posseduta.... già, ho detto posseduta, ma ovviamente era solo la parte più incazzata, oscura e irritabile di me che usciva pian piano dal mio corpo. E se io ero cattiva prima vi lasciò immaginare come ero in quel preciso momento.

Tutti gli elementi cominciarono a fondersi insieme formando una enorme fenice, sia chiaro non era una vera e propria fenice, era solo la sua forma ma faceva comunque il suo effetto.

Il vecchio indietreggiò cercando di sfuggire alla furia dei quattro elementi, ma fallì miseramente infatti questi gli si riversarono addosso e cominciarono a vorticare in mezzo alle urla del vecchietto. Io caddi a terra ormai priva di forze e così fecero gli elementi. Tutto quello che rimase del suo corpo fu un mucchietto indefinito di cenere

«ricordati che sei cenere e cenere ritornerai» pensai inevitabilmente e prima di svenire mi avvicinai strisciando al corpo inerme di Blake e con l'ultimo briciolo di forza che mi restava, lo ibernai. Non chiedetemi perché lo feci... Fu l'istinto che mi sopraffece. Poi finalmente, ormai priva di forza, svenni.

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