Cap.17

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"Ma cosa diavolo ti dice il cervello?" Urlò Bumer dopo uno scatto improvviso di ira.

"Non la lasciavi! si voleva alzare e tu la hai bloccata! e poi...." Volevo chiedergli <e poi cosa?> ma prima di tutto volevo gustarmi lo spettacolo. Lo so sono un po' stronza, ma cosa avrei dovuto fare? parlare con Lucas che poi mi avrebbe chiesto del bacio? ma neanche per idea!

"Ma non si può essere neanche un po' brilli? Lasciatemi almeno due ore di sfogo!" oh no, gli occhi di Bumer erano rossi come il sangue... brutto segno...

Lucas si spaventò un po', ma ritornò subito in se stesso "no, non si può essere brilli con una ragazza al tuo fianco" e mi indicò.

"Che scontroso amico. Forse un po' troppo iperprotettivo? non mi sembra che stiate insieme, e neanche gli piaci sacco di pulci!" lui sbiancò e Bumer si girò con fare vittorioso.
Poi però vidi una mano prendergli la spalla e girarlo. Non feci in tempo a girarmi per guardare, che Efrem junior si trovò un bel pugno sul mento.
Ahi, questo non lo doveva fare...

Lui si imbufalì, si massaggiò il mento "ah, voi lupacchiotti non sapete pensare alle conseguenze" disse scuotendo la testa.

"Non chiamarci così!"

"Beh caro lo ho appena fatto" Bumer divaricò leggermente le gambe...brutto,bruttissimo segno, glielo avevo visto fare una sola volta , e sappiamo tutti cosa vuol dire.
Infatti del fuoco si materializzò sui suoi palmi.
Prima che il locale andasse a fuoco, o finisse annacquato, mi misi in mezzo.

"Togliti di mezzo Elis!" era la prima volta che il principino mi dava del tu, è non mi dispiacque.

"Volete dar fuoco al bar? andate fuori a sbrigare le vostre faccende!" loro mi guardarono sbigottiti.

"Ha ragione, andiamo fuori succhia sangue se ne hai il coraggio!" l'altro sorrise "non sai contro chi ti stai mattendo!"e si avviarono verso l'uscita. Io non li seguii, volevo godermi ancora un oretta di relax e divertimento.
Mi sedetti al tavolo fra Flin e Gabe, adesso che li vedevo da vicino, molto vicino, notai alcune piccole differenze: Flin aveva gli occhi grigi e Gabe azzurri; e Flin era leggermente più muscoloso.

Bene, mi divertii ancora per un po'.
Stavo raccontando una barzelletta che probabilmente non faceva ridere, ma a tutti sarebbe sembrata divertente per colpa della birra, o qualsiasi cosa era nei nostri bicchieri, quando sentii un colpo.

Mi girai e vidi Bumer entrare nella sala con un'espressione terrorizzata sul volto. Venne verso di noi.

"Che è successo?" chiesi preoccupata. Lui mi rivolse un'occhiata fugace e andò a sussurrare qualcosa al padre. Quest'ultimo, appena Bumer ebbe finito, spalancò gli occhi.

"Non è possibile? come fanno a sapere chi è e dove è?" Bumer fece spallucce e si rivolse a me. Ma di cosa diavolo parlavano? non capivo più niente.

"Ora tu vieni con me" mi prese per il braccio e mi alzò poi fece segno ai gemelli di seguirci. Mi trascinarono lungo corridoi che sembravano non finire mai. Mille pensieri mi frullavano per la testa: uno, che diavolo stava succedendo?; due, ma dove mi stavano portando?; tre, perché Bumer era imbarazzato?
Lo guardai storto, e lui mi rispose con un sorriso sghembo.

Piantai i piedi nel terreno "non mi muovo di qui fino a quando qualcuno non mi dice cosa sta succedendo!"

Bumer roteò gli occhi "non fare la bambina e sbrigati, se non vuoi venire ammazzata"

"Io ammazzata? ma non farmi ridere" credeva davvero che qualunque essere vivente o non, potesse anche solo toccarmi senza il mio permesso?

"Fidati, quelle streghe si!"

"Che streghe?" streghe? che storia era questa?

"Era una similitudine.... streghe nel senso di cattive. Madonna che ignorante." ah, ora si spiegava tutto... anzi, no!

"Chi è che mi vuole morta?" chiesi. Ero pronta a creare la mia personale lista nera.... adesso che ci penso dovevo aggiungere Black, quel maledetto...

"Beh in realtà mezzo mondo, ma non è il momento di parlarne..."

"Se non adesso quando?" mi stavo inmervosendo.

"Beh se non ti muovi, ti muovo io!" mi minacciò Bumer, e in men che non si dica mi mise sulle sue spalle come un sacco di patate.

"Mettimi giù!" urlai, ma non mi lasciò, anzi strinse di più la presa sulle mie cosce.

"Lo sai vero, che se volessi, potrei spezzarti la schiena in qualsiasi momento?" lui smise di camminare, e giurai di avergli sentito mandare giù la saliva.

"Ma tu non lo farai... lo so per certo" disse facendomi l'occhiolino e cominciando a correre fra i corridoi bui. Beh non aveva tutti i torti, non è che si stava proprio male in quella posizione, fra le sue braccia... Cosa? non posso averlo pensato davvero... Lui era solo un rimbambito viziato e scontroso, e non mi piaceva... forse .... no,no,no! Non mi piaceva. Fatto sta che però non opposi molta resistenza.

"Lo sapevo" disse tra se e se. Io sbuffai e caddi lungo la sua schiena. Ad ogni passo sentivo i suoi muscoli tendersi e stendersi. Sentivo il suo profumo: un misto tra rose e mare... buonissimo.

Ad un certo punto si fermò e mi mise a terra facendomi scivolare delicatamente in avanti.
Appena toccai terra, mi accorsi di essere a meno di un centimetro da suo corpo e di avere le braccia intorno al suo collo. Rimanemmo così, a fissarci, per un minuto buono, intanto che le sue guance arrossivano un po' per volta. Ero sicura che anche io somigliassi ad un peperone!

"Ehm...io... cioè... dovrei" balbettò. io non capii subito cosa intendeva, ma dopo mi fece un cenno con il capo alla porta dietro le mie spalle e allora capii.

"Certo... si... ovvio" dissi imbarazzata sciogliendo la mia presa dietro il suo collo. Entrambi fissammo il pavimento, io restai ferma a contemplare le piastrelle, lui andò verso la porta e tirò fuori un mazzo di chiavi.

Quel portone era di ferro battuto abbastanza arrugginito, ma si vedeva chiaramente che era resistente. Questa si aprì emettendo un cigolio inquietante.

Quando vidi la stanza dietro all'uscio, rimasi a bocca aperta. Era completamente in contrasto con la porta: aveva la parete di fronte a me completamente riempita con schermi, immagino collegati ai tre computer presenti sulla scrivania nel centro della stanza. Questa era completamente grigia e bianca, ad eccezione del nero degli schermi spenti.

"Bel posticino" borbottai.

"Già" disse solo Bumer... era troppo silenzioso per i miei gusti...

"Allora" chiesi "chi è che mi vorrebbe morta?" lui sogghignò

"Non ti arrendi facilmente... vero?" eh già, ero un osso duro. Odiavo non sapere le cose.

"Allora?" ero impaziente, avrei ammazzato chiunque mi volesse morta!

"Beh, le cacciatrici"

"Ma grazie! così si spiega tutto...." dissi lanciandogli uno sguardo del tipo <ma mi prendi in giro?>

Lui scoppiò a ridere "ok, ok... allora gli umani che sono a conoscenza della presenza di creature soprannaturali, tendono a volerle morte" io strabuzzai gli occhi "eh già, gli umani non capiscono molto... comunque in tutto il mondo si sono formati dei gruppi anti-soprannaturali. Praticamente sono persone allenate fin da piccole con il solo scopo di ucciderci. I gruppi erano cinque, uno per continente, ora ne sono rimasti quattro perché uno lo abbiamo sterminato, quello africano. I capi di ogni tribù, si alleano ogni volta che nasce un Günj, per dargli la caccia e..." Si mise un dito alla gola, mimando un coltello, e tagliandola per finta.
"I capi sono tutte donne: Mare, non chiedermi che razza di nome è, è europea; Arual, anche questo nome non ha senso, è asiatica ma di origini italiane; Maddalena, l'unico nome normale, è americana; infine Ella è australiana." bene ora conoscevo i miei rivali, e non ci avrei messo molto ad ucciderle...

I miei pensieri furono interrotti da colpi di pistola. Erano tremendamente vicine... Non sapevo come controbattere le pistole, questo non lo avevo calcolata.

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