Haymitch's Pov
Erano giorni che ormai la testa mi pulsava costantemente, anzi non sapevo nemmeno quanto era passato. Avevo ricominciato con alcohol. Ormai non mi rimaneva più nulla su cui sperare.
Quella mattina la testa mi pulsava più del solito. Sento però le voci di Peeta e Katniss in sottofondo e ogni tanto qualche scossone, ma non distinguo bene le loro parole.
Così, cado in un lungo sonno profondo, pieno però di Incubi e di rimpianti.
.......
Mi ritrovo in un lungo corridoio buio, da cui non riesco a distinguere bene l'uscita. Sento delle urla provenire dal fondo, così inizio a camminare sempre più veloce fino a correre.
Le urla mi penetrano nelle orecchie e poi nelle tempie, frantumando ogni singola parte della mia testa.
Arrivato alla fine de tunnel non trovo nessuno, se non un piccolo fiore rosa poggiato al limite di un dirupo. Non appena mi chino per raccoglierlo sento delle mani fredde e leggere spingermi in avanti, mentre cado nell'oscurità.
.......
Il suono squillante del telefono impolverato all'angolo della sala da pranzo mi desta violentemente.
Non so dove riesco a trovare le forze e la voglia di rispondere, ma dovevo fare qualcosa per farlo smettere.
Alzo delicatamente la cornetta, con ancora una mano posata sulla testa.
"Haymitch.." sussurra.
Quella voce, proprio la sua, mi riporta alla realtà. Immediatamente scordo il dolore pulsante alla testa e d è qualcos'altro a farmi male.
Stringo i pugni sul tavolino del telefono. "Tu..sei.." dico in un borbottio. "Te ne sei andata.." riprovo in tono aspro e pieno di rancore. "Mi hai abbandonato.." sussurro sperando da un lato che non mi abbia sentito.
"No! Io non volevo lasciarti da solo... Sono solo venuta a Capital City-"
La mia voce la interrompe di nuovo ma sta volta lo grido, accusandola.
"MI HAI ABBANDONATO!" la mia voce rabbiosa la fa arrestare subito e la sento quasi sussultare.
Per un attimo fisso il telefono grigio arrabbiato e stringendo il pugno, conficcando le unghie nella mano.
"Io-no...." sento soltanto dei singhiozzi sommessi dall'altra parte e questo non mi aiuta.
"Haymitch.." dice tra i singhiozzi.
Prima di sentire altre menzogne e la sua voce, chiudo la chiamata posando la cornetta al suo posto.
Provo con tutte le mie forze a trattenere le parole, stringendo le labbra ma alla fine inizio solo a gridare e senza volerlo mi cadono anche delle lacrime.
Ero riuscito quasi a dimenticare tutto, ma forse non era stato abbastanza. Quella voce, così leggera e soffusa mi aveva riportato indietro e insieme il dolore.
Barcollo, mentre ritorno al tavolo raccogliendo la bottiglia di prima.
A fianco a me, ritrovo la confortante figura del pugnale, come un vecchio amico.
Bevo un'altro sorso, subito dopo un'altro.
Ancora un'altro.
E ancora...
Finché non sento le ginocchia cadere e la vista appannarsi.
STAI LEGGENDO
Dopo la rivolta {Broken Souls Sequel}
Fiction généraleLa ribellione ormai è finita, ma niente sarà più come prima. Effie Trinket non ha più nulla da perdere, nulla a cui aggrapparsi a Capital City. L'unica cosa che le rimane in questo momento è Peeta, rimasto a Capital dopo la ribellione assieme a lei...