25.

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JADEN'S POV

Non pensavo davvero le cose che le avevo detto, volevo solo ferirla, come lei aveva ferito me baciando un altro. Allison ha un certo effetto su di me, potevo negarlo agli altri e a lei stessa, ma non alla mia coscienza. Dovevo reprimere quei sentimenti per proteggerla dal mio mondo, ma vederla scappare via da sola mi stava distruggendo.

"Amico hai fatto un bel casino" la voce di Kio alle mie spalle mi risveglia dai miei pensieri.

"E' meglio così" rispondo secco.

"Lei non se lo merita" continua il mio amico "Se non vai subito da Alli la perderai per sempre"

Kio aveva ragione, ma forse sarebbe stato meglio per tutte e due.

ALLISON'S POV

Mentre correvo verso casa senza guardarmi indietro aveva iniziato a diluviare. Mi facevano male le gambe per la corsa, mi girava la testa per colpa dell'alcol e mi colava il naso per la pioggia e per le lacrime, ero stanca di sentirmi così. Andavo avanti ogni volta, ma lui riusciva a rendermi ogni volta di nuovo fragile come una foglia d'autunno che si aggrappa con tutte le forze al suo ramo, ma alla fine cade giù.

Il vuoto in casa mi mette ancora più tristezza, mi faccio una doccia veloce e mi metto il pigiama: uno stupido pigiama di peluche che mi rendeva ancora più piccola di quanto fossi.
La testa mi martellava quasi quanto il cuore nel petto così decido di bermi un tè caldo. Mi sentivo esattamente come il mio triste periodo alle medie, sola e indifesa.

Mentre sorseggio il mio tè premendomi le mani sulle tempie come ad alleviare il dolore, sento bussare alla porta. Il cuore mi sussulta nel petto, ero da sola a casa e avevo paura.
Mi avvicino alla porta cercando di fare il meno rumore possibile e mi sporgo verso lo spioncino: felpa con il cappuccio tirato su, folto ciuffo scuro e magnetici  occhi di ghiaccio.
Mi sorprendo a sospirare per il sollievo, ma poi il mio cuore ricomincia a battere velocemente. 

"Cosa vuoi?" Urlo da dietro la porta.

"Mi fai entrare? Mi sto bagnando non poco qui fuori" La sua voce era ovattata dal rumore della pioggia incessante. Mi aveva trattata di schifo, ma mi dispiaceva lasciarlo fuori al freddo sotto al diluvio. Essere troppo gentile è sempre stato il mio peggior difetto. Apro la porta e lo lascio entrare.

"Cosa vuoi?" ripeto la domanda facendomi forza per non piangere e incrociando le braccia al petto. Jaden abbassa lo sguardo guardandosi la punta delle scarpe fradice.

"Scusa" una sola parola, capace di farmi uscire il cuore dal petto "Non penso davvero le cose che ti ho detto"

"Mi hai ferita Jaden" rispondo io. Dai miei occhi traspariva tutta la mia delusione e lui lo sapeva.

"Non volevo" ha una faccia da cucciolo, ma non devo farmi intenerire.

"Lo fai sempre" gli rispondo dura. Jaden finalmente alza gli occhi verso di me e si avvicina titubante. Sapeva di alcol, aveva bevuto e io dovevo immaginarlo, non avrebbe mai chiesto scusa di sua spontanea volontà.

"Sei venuto in macchina?" gli chiedo alzando un sopracciglio. I suoi occhi erano incastrati nei miei.

"No" risponde lui avvicinandosi ancora di più. Ora il suo sguardo è puntato sulle mie labbra, ma io faccio un passo indietro. Non dovevo cedere.

"Forse è meglio se ci allontaniamo" dico facendo un passo indietro "Puoi rimanere a dormire qui stanotte" mi sorprendo a dire poi. Aveva bevuto e mi sarei sentita tremendamente in colpa a mandarlo via sotto la pioggia.

"Ho una cosa per te" Jaden sorride, è così carino quando lo fa, e apre lo zaino che aveva in spalla cacciando fuori la felpa che avrei tanto voluto.

"Kio mi ha detto che sono andate a ruba, quindi ho pensato di regalarti la mia" 

"Non mi puoi comprare così" cerco di reprimere un sorriso.

"No, ma può essere un inizio" dice lui con un occhiolino ricordandosi di quando mi regalò le sue caramelle preferite e lanciandomi la felpa direttamente tra le braccia.

Non posso fare a meno di sorridere "Seguimi, ti faccio vedere dov'è il bagno così ti puoi asciugare".

Joe e Carla, per ironia della sorte, avevano pensato bene di chiudere a chiave tutte le stanze accetto la mia. Avevano paura dei ladri, come se questi si fermassero davanti a una porta chiusa, quindi l'unica stanza disponibile era la mia. Fortunatamente il letto era abbastanza grande per tutti e due, quindi potevamo tranquillamente mantenere le distanze di sicurezza.
Mentre Jaden è in bagno, mi cambio per provare la felpa: è oversize ovviamente essendo di Jaden, mi arriva fin poco sotto i fianchi e ha il suo profumo addosso.

"Non ho niente contro il tuo pigiamino" la voce di Jaden mi fa sobbalzare, era rimasto con una maglietta nera e i jeans asciugati con il fon, "Ma dormi con questa, ti sta bene" conclude avvicinandosi a me.

"Solo se riesci a trattenerti" rispondo io allontanandomi.

"Non lo garantisco" sorride lui malizioso.

Dopo qualche minuto esserci messi a letto, opportunamente distanziati, la voce di Jaden richiama la mia attenzione.

"Mi dici perchè ti piace Comatose?" Quella era l'ultima domanda che mi sarei mai aspettata di ricevere. L'alcol che ho ancora in corpo decide di farmi parlare.

"Mi ricorda un periodo tra l'ultimo anno di scuola media e il primo liceo"

"Un periodo brutto" intuisce lui "Che è successo?" Sussurra poi interessato girandosi verso di me.

"Da piccola ho subito episodi di bullismo" inizio guardando il soffitto come figurandomi tutti i vecchi ricordi "Ero una ragazzina chiusa, non volevo crescere troppo in fretta come i miei coetanei. Non ero carina e passavo tutto il mio tempo studiando, insomma un facile bersaglio per i bulli. Ero la ragazzina strana della classe"

Jaden continuava ad ascoltarmi e sentivo i suoi occhi blu fissi su di me "C'era un ragazzo in particolare che ci andava giù pesante con me durante l'ultimo anno di medie" Questa parte non l'avevo raccontata neanche a Nessa "Poi però in primo liceo cambiò. Iniziò a difendermi dagli altri, era carino con me e mi fidai di lui. Diventammo migliori amici e poi ci mettemmo insieme" Una lacrima mi scende lungo la guancia mentre ne parlo e cerco di ignorae il dito di Jaden che ci passa sopra per asciugarla "Durò due mesi, fino a quando, da stupida ragazzina qual ero, mi feci portare via la mia verginità. Il giorno dopo mi lasciò e venni a scoprire che era stata tutta una stupida scommessa".

Non sapevo perchè gliene avessi parlato, forse era l'alcol, forse il tumulto della serata o forse avevo solo bisogno di sfogarmi.

"Ecco" continuo riprendendo fiato "La tua canzone mi ricorda proprio di quest'ultimo periodo; io gli avevo dato tutto per poi essere usata come un oggetto. Ma, ricordandomelo, mi ha aiutata ad affrontarlo e ad andare avanti".

"Mi dispiace" dice Jaden appena finisco di parlare sfiorandomi leggermente la mano: il suo tocco è caldo e piacevole "Non ti meritavi niente di tutto questo e lui si è perso una ragazza speciale" anche per Jaden sta parlando l'alcol, ma il mio cuore non può fare a meno di sussultare.

Mi gira verso di lui e fissa i suoi occhi di ghiaccio nei miei, poi sulle mie labbra. Sapevo cosa voleva fare "Forse non è il caso" dico mordendomi il labbro inferiore.

"E' l'unica cosa che voglio ora" risponde posando le sue soffici labbra sulle mie, sapevo che me ne sarei pentita domani mattina, ma era anche quello che volevo io. Volevo riprovare le farfalle nello stomaco, il batticuore e tutte le emozioni che solo lui sapeva darmi. Era un bacio dolce, non passionale come gli altri, era sincero.

Comatose - Jaden HosslerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora