CAPITOLO 3

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"State indietro"
Clarke aprì velocemente gli occhi, la voce stridula di Octavia l'aveva svegliata....ma aveva dormito?
L'ultima cosa che ricordava era....era....Bellamy.
Si alzò lentamente e si mise a guardare in giro, erano tutti nel bunker attorno alla pietra, che cosa era successo?
"Clarke sta giù" Murphy la tirò per la giacca e la fece ritornare al suo posto.
Vicino alla pietra c'erano Levitt e Raven.
"Cosa è successo?"
"Ti stavamo portando di nuovo al campo quando improvvisamente quella cavolo di pietra ha cominciato a vibrare fortissimo" rispose Jordan indicando la pietra che in effetti stava continuando a far avanti e indietro.
C'era qualcosa sotto...insomma, lei andava dalla pietra e subito dopo succedeva questo?
Clarke si alzò di nuovo in piedi e ignorando gli amici si avvio verso Levitt che dopo averla guardata si bloccò.
"Dove lo hai fatto?" Continuó il ragazzo indicandole il braccio.
C'erano tre simboli: un infinito, un triangolo e un rombo.
Clarke si guardò il braccio, prima di quel momento non lo aveva mai visto poi una lampadina dentro di lei si accese.
"Anche Octavia! Anche lei aveva dei segni della pietra....che aspetti inseriscili!" Disse la bionda in fretta.
Per la prima volta non pensò alle conseguenze, ormai non aveva nient'altro da perdere.
"Ma non sai cosa potrebbe accadere Clarke!" Si aggiunsero al discorso Gaia e Indra insieme a Miller.
La ragazza guardò Levitt e dopo aver visto da parte sua uno sguardo di disapprovazione si avvicinò di più alla pietra.
"Se non lo farai tu lo farò io" disse l'ultima parola e cominciò a girarci attorno.
"Alla faccia del dobbiamo andare avanti" Murphy si avvicinò a sua volta a Clarke e le prese il braccio con gli strani simboli "Ti aiuto, tanto sono sopravvissuto a tutto, una misera pietra non mi farà nulla" continuó ironicamente e la ragazza gli sorrise.
Il Murphy di tantissimi anni fa non c'era più.
Clarke inserì i primi due simboli sul lato destro e Murphy quello sul lato sinistro.
La pietra si bloccò.
"Clarke metti la mano qui" Levitt prese controvoglia la mano della ragazza.
Ormai non poteva tornare indietro.
Clarke fece come detto dal ragazzo e nello stesso momento che mise la mano al centro della pietra quest'ultima si alzò di colpo e un fascio verde ricoprì l'intera stanza.
"Indietro!"  Levitt spinse dietro di se Clarke e Murphy e gli altri attorno a loro si nascosero dietro le pareti.
La luce verde stava diventando troppo abbagliante.
"C'è qualcuno!" Clarke sgranò gli occhi, in effetti c'era qualcosa, o meglio qualcuno che cercava di uscire dall' anomalia.
"Spegnete quella cosa e torniamo alla spiaggia!" Echo che fino ad all' ora non aveva aperto bocca si fece avanti verso la pietra e provò a spegnerla, cosa ovviamente inutile.
"Clarke dove stai andando!"
In quel momento di caos Clarke cominciò ad avanzare verso l'anomalia ignorando tutti, superò il primo fascio di luce, era così potente che una volta girata non vide più gli altri.
Era entrata dell'anomalia.
Fece forse 3...4 passi ma appena vide la figura davanti a se si bloccò di colpo.
Quella non era un all' allucinazione, quella non era un affetto della tossina del sole rosso.
Quella era la realtà.
"Come è possibile!?" Furono le uniche cose che riuscì a dire perché in un secondo una spinta fortissima la riportó di nuovo nel Bunker.
Aprì di nuovo gli occhi, era tutta indolenzita.
Provò a muovere le braccia ma una presa sui suoi polsi le impendiva di muoversi.
Guardò davanti a se.
La stanza in un secondo diventò silenziosa, nessuno parlò.
"Bellamy!" Octavia si fiondò sul ragazzo ancora sopra a Clarke che in quel momento non riusciva ancora a realizzare.
Era davvero lui.
Bellamy alleggerì  la presa sui polsi dellla ragazza ma rimanendo ancora faccia a faccia.
Clarke non parlò,  non riusciva.
Finalmente il ragazzo si alzò in piedi e dopo aver guardato le facce di tutti i presenti si voltò verso la pietra.
"Vi spiegherò tutto ma ora distruggiamo questa fottuta pietra!"
Tutti annuirono convinti, forse nessuno in quel momento ragionó lucidamente, beh rivedere una persona che fino ad allora si credeva morta faceva uno strano effetto.
Clarke non si accorse nemmeno che il suo sguardo era ancora sul ragazzo.
Era vivo.
"Come è ritornare dalla morte?" Murphy saltò fra le braccia dell'amico e lui rispose solamente guardando Clarke.
Lei sapeva cosa intendeva.
La guardava con disprezzo e faceva bene.
"Io ritorno alla spiaggia" disse lei l'ultima parola e si diresse verso le scale ma una presa la fermò.
"Dovresti ringraziarmi, nessun pianeta esiste più, se avessi impostato le coordinate saresti morta" disse Bellamy mollandole il braccio per poi ritornare a lavoro.
Solo dopo pochi secondi realizzò, quelle non erano allucinazioni...o meglio non tutte.
L'aveva salvata.






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Spazio autrice
Ehy! Che dite? Oggi doppio aggiornamento! Il prossimo capitolo uscirà verso le 17 ♡

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