CAPITOLO 26

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Bellamy non parlò, o meglio, il suo sguardó parlava già da solo.
"Chiama tutti" uno dei tre fece un passo avanti e si voltò verso gli altri due che annuirono "Hanno ucciso il comandante" continuó stringendo i denti.
"Chiaro" dissero i due e poi se ne andarono.
Clarke guardò Bellamy, sapeva che si stava sentendo in colpa per tutto.
"Il vostro comandante era già morto" il ragazzo aprì bocca e si mise a pochi centimetri dall'uomo  "l'era dei comandanti è finita anni e anni fa" continuó determinato.
I due si guardarono negli occhi per qualche secondo ma prima di poter fare qualsiasi cosa si avvicinò un altro soldato che gli sussurrò qualcosa all'orecchio, Bellamy gli lanciò un'occhiataccia e poi parlò di nuovo.
"Possiamo vivere in pace, senza comandanti, siamo gli ultimi umani!" lo disse quasi urlando e poi si voltò verso l'uomo che intanto si era già avvicinato a Clarke.
"Conviveremo in pace con voi quando questa ragazza sarà morta!" Urlò  e si voltò verso altri soldati che si stavano avvicinando a loro "lei ha ucciso il nostro comandante, alla sua morte ci sarà la pace"
Tutti quanti urlarono compiaciuti, tutti tranne Clarke e i suoi amici.
Erano allibiti.
Non poteva riaccadere ancora.
"Avete 6 ore, superato quel tempo morirete tutti" disse l'ultima parola e insieme al gruppo di 20 persone se andò.
Clarke si voltò verso Bellamy, scuoteva la testa.
"Bell" provò a dire ma il ragazzo la interruppe.
"Non se ne parla" urlò prendendola per mano "preparatevi per l'attacco, abbiamo 6 ore" disse lui rivolgendosi a tutti.

Passarono 10 minuti, erano tutti fuori in posizione, ovviamente nemmeno a loro andava bene dare Clarke come scambio di pace.
Bellamy e Clarke erano nella loro tenda, il primo continuava a fare avanti e indietro mentre la seconda era immobile.
"Bellamy sono 20 soldati addestrati, ci uccideranno lo stesso" disse lei ormai stufa e arresa e lui finalmente si bloccò, si avvicinó a lei.
"Non ti farò andare incontro alla morte smettila" ribatte lui e poi ricominciò a fare avanti a indietro.
"È meglio una morta che tante Bell" lei lo bloccò e gli prese le mani.
Quella situazione stava diventando pesante.
"No" ripeté lui allontanandosi e poi frugó in uno zaino "eccole"
Clarke guardò verso di lui e vide subito 3 pistole.
"Riproponiamo l'accordo" disse lui per poi uscire dalla tenda ma la ragazza lo fermò nuovamente "Li vuoi uccidere tutti??"
Bellamy annuì.
Non voleva ucciderli, anzi si.
Li avrebbe uccisi se non avrebbero accettato il nuovo accordo.
"Smettila noi non siamo più così Bell" Clarke gli puntò il dito contro.
"Come puoi minimamente pensare che ti lascia andare incontro alla morte così?" Sospirò per poi rientrare nella loro tenda.
Si sedettero sul letto "Io ho bisogno di te Clarke, ho bisogno della donna che amo, ho bisogno della mia testa" continuó lui accarezzandole le mani "ti amo anche io" disse lei ma poi abbassò lo sguardo "Ma hanno ragione, io ho tolto loro la loro ragione di vita cioè il comandante, se loro facessero la stessa cosa a te anche io vorrei vendetta" sussurrò e poi gli si avvicinò "Ti amo tanto Bellamy" sospirò per poi dargi un bacio sulle labbra "Ma se è vendetta quella che vogliono gli e la dar-" la ragazza non fece a tempo a finire la frase che sentì uno scatto sulle sue mani.
Manette.
Bellamy l'aveva ammanetata.
"Mi dispiace" disse d'un fiato e poi uscì di fretta dalla tenda con le pistole.
"BELLAMY!" Urlò Clarke, ma ovviamente non ricevette nessuna risposta, provò a tirare fuori i polsi ma facendo così si faceva soltanto del male.
Un altro dejavu...











Spazio autrice
Ehyy! Un Bellamy protettivo mi mancava sinceramente...ma sta facendo la cosa giusta?

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