17 | Questa volta sento che è diverso

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Le vacanze estive erano giunte al termine, infatti proprio oggi eravamo rientrati a scuola.

La mattinata era già finita ormai, l'ora di pranzo era appena arrivata ed ero in mensa con le mie due amiche.

Stavo mangiando il mio bento con grande velocità, dovevo parlare assolutamente con Asahi.

"Voi due siete strane oggi, tu soprattutto, Kotoe. Che cazzo avete?"ci chiese Nana preoccupata.

Io non mi sentivo particolarmente strana, forse ero più felice del solito. Kotoe, ora che me lo aveva fatto notare aveva uno sguardo abbastanza perso e a lezione non aveva parlato con nessuno. Forse lei aveva qualcosa che non andava.

Misi sul tavolo la scatolina, contenente il fermaglio.

"Asahi, al festival mi ha dato questa. Leggiti anche il biglietto." dissi porgendole il regalo.

Lo prese subito in mano e velocemente guardò al suo interno. Come al solito non mostrò nessun emozione. Si limitò a ridacchiare un po' e mi riconsegnò il tutto.

"Com'è che dicono nella pallavolo? Ah sì, giusto... Nice kill. Con queste puttanate arrivi al cuore delle ragazzine." si limitò a commentare

"Ma dai! E' un gesto dolcissimo!" esclamai.

"La prova del nove."

Decisi di ignorarla, sapevo che non lo diceva con cattiveria.

"E tu? Vuoi degnarci della tua attenzione o dobbiamo prenotare?" parlò tirando uno scapellotto a Ko-chan che intanto fissava il vuoto.

"Ahia! Mi hai fatto male, Nana!" si lamentò lei portandosi una mano dietro alla nuca.

"Oh, beh era quello l'intento. Ora dicci, che è successo a te?"

"Vi avevo detto che non sarei andata al festival giusto? Beh, una sera ci sono andata, ho incontrato questo tipo qua ed è dalla fine del festival che penso a lui." spiegò guardando il tavolo.

Aspetta, non dirmi che...

"Ko-chan, non è che ti sei presa una cotta?" domandai curiosa.

La bionda alzò lo sguardo di scatto e mi guardò impanicata.

"Ma cosa dici? Io non posso essermi presa una cotta per... Oddio, hai ragione! Che disastro!" realizzò portandosi le mani nei capelli.

Appoggiò il mento sul tavolo sbuffando sonoramente.

"Non va bene. Non conosco il suo nome né il suo numero di telefono." continuò.

"E perché non gliel'hai chiesto?" chiese Nana.

"Quella sera avevo la sensazione che ci saremmo rincontrati presto. É difficile da spiegare, solo che era tutto così magico." rispose.

"Cretina, come pensi di trovarlo ora? Magari era qui solo in vacanza e abita lontano. Che ne sanno le tue sensazioni?" alzò un po' il tono di voce lei.

"Che c'è? Perchè te la prendi tanto con me? Ti ho detto ci rivedremo in qualche modo, dopotutto io lo sto cercando e lui sta cercando me. E anche se non ci rivedessimo, dov'è il tuo problema? Quella a soffrirne sarò io e basta."

"Ma che ragionamenti di merda fai? E' ovvio che se tu stai male, stiamo male anche noi, siamo migliori amiche. Quello che sto cercando di dirti e che non riesci a far entrare in quella piccola testa che ti ritrovi, è che basarsi su senzazioni astratte o promesse fa soffrire, quindi stai attenta."

"Non è che se tu non ti fidi più della gente devo smettere di farlo anch'io, siamo due persone diverse."

"Sai che ti dico, brutta ingrata che non sei altro? Fai come vuoi, ma spero che tu ti sbagli. Rimanici tanto male da soffrirne per mesi. Così forse imparerai ad ascoltare i consigli. Ah, cerca di non venire a piangere da me alla fine."

𝗥𝗲𝘁𝗿𝗼𝘂𝘃𝗮𝗶𝗹𝗹𝗲𝘀 | 𝗔𝘀𝗮𝗵𝗶 𝗔𝘇𝘂𝗺𝗮𝗻𝗲 𝘅 𝗥𝗲𝗮𝗱𝗲𝗿Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora