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-Sai quanto è difficile restare aggrappati a un'illusione?- gli soffiò Jeffrey in un orecchio e Theo si irrigidì, tornando a stringersi l'accappatoio sul petto. Si morse un labbro e abbassò lo sguardo, ma si sentì arrossire ancora nel trovarsi a guardare le forme nude del suo amante. Serrò le palpebre e trasse un profondo respiro, sentendosi tremare da capo a piedi.

Anche per lui era stato difficile resistere alle avance di Jeffrey, mantenersi fisso con il pensiero su di lui, mentre il suo corpo sembrava impazzire di desiderio, lottando contro il suo stesso orgoglio e la volontà di non perdere. Se avesse ceduto, Jeffrey avrebbe vinto e Theo non era sicuro di essere pronto per affrontare le conseguenze della propria sconfitta.

Percepì il tocco dell'altro sulle spalle, mentre afferrava il collo dell'accapatoio, lasciandolo scivolare sulla sua pelle, cercando di rimuoverlo. Theo si trovò a mollare la presa e strinse con forza il bordo della vasca con entrambe le mani, con tanta violenza da farsi sbiancare le nocche, continuando a mantenere gli occhi chiusi.

-Credi davvero che questa sia solo un'illusione?- gli chiese e Jeffrey poggiò la fronte contro la sua, lasciandosi sfuggire un sorrisino triste.
-No. È la cosa più meravigliosa che mi sia mai capitata. Una scoperta continua, una sfida, un'emozione che cresce ad ogni nuovo sguardo. Continui a spiazzarmi con i tuoi trucchi da prestigiatore... e non mi riferisco soltanto ai tuoi travestimenti! Sei... imprevedibile, bellissimo, passionale. Mi tieni testa e subito dopo mi sembri così fragile e dolce-

Theo rimase senza fiato e sgranò gli occhi stupito, trovandosi così vicino all'altro da non riuscire a vederlo con chiarezza: il suo volto appariva sfocato e ciò contribuì a farglielo percepire lontano, come se le parole di Jeffrey, più che una dichiarazione d'amore, fossero preludio di un addio.

-Sei stato testimone di quello che sono io per gli altri...- continuò l'uomo, scostandosi un po' da lui, ma senza ricambiare il suo sguardo.
-Non capisco- mormorò Theo, confuso, prendendogli il volto tra le mani, accarezzandogli le guance con entrambi i pollici.
-È molto semplice, sai? Sono arrivato alla conclusione che... beh. Se posso essere una cosa priva di valore per coloro che mi hanno messo al mondo, per quale motivo qualcun altro dovrebbe pensarla in modo diverso? Perché per te dovrei essere importante? Quando queste settimane si saranno concluse... cosa potrebbe spingerti a restare con me, anziché riprendere con la tua vita in giro per il mondo?- 

Jeffrey sorrise, gli afferrò i polsi, allontanando le sue mani da sé e tornò a sedersi comodo, poggiando la schiena contro il bordo della vasca. Gli rivolse uno sguardo che sembrava contenere tutta la tristezza del mondo, così rassegnato e sicuro da fare temere a Theo che il suo amante avesse ragione, che anche lui non avesse alcun potere per poter cambiare quella che pareva a tutti gli effetti una verità ineluttabile.

-Hai mai pensato che siano loro a non meritarti?- gli domandò, mentre si toglieva del tutto l'accappatoio, abbandonandolo sul pavimento. Theo rabbrividì, nonostante l'acqua lo avvolgesse nel suo caldo abbraccio, e si mosse nella vasca, avvicinandosi a lui; si fermò tra le sue gambe e a un palmo dal suo viso. Gli sfiorò le labbra con le proprie, ma Jeffrey non ricambiò il suo bacio; l'uomo sorrise ancora e gli pose una mano sul petto, scostandolo da sé nel tentativo di catturare il suo sguardo nel proprio.

-È facile scaricare sugli altri le proprie colpe, i propri fallimenti. Non mi reputo infallibile e ho incontrato tante persone che mi hanno detestato, anche senza un apparente motivo. Con il tempo ho deciso di approfittarne: è più facile accettare qualcosa convincendosi di esserne la causa-
Theo si morse un labbro e si sedette sui talloni, guardandolo dall'alto. Non gli era concepibile che Jeffrey provasse sulla propria pelle quello che era la stessa spiacevole sensazione che aveva accompagnato anche lui nel corso della vita. Si era sentito difettoso innumerevoli volte, ma ne aveva fatto anche il proprio vanto, la maschera dietro la quale nascondersi, asserendo con convinzione che non gli importasse granché di essere diverso, che qualcuno – come il suo stesso padre – potesse disprezzarlo per quello che era: a voce, aveva sempre dichiarato che tutto ciò non aveva importanza, per lui.

CHOOSE MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora