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Jeffrey seguì Theo nel giardino della struttura. Si guardò attorno, dopo averlo perso di nuovo di vista, trovandosi al centro di una piazza pavimentata in cemento, circondata da cespugli di fiori e sormontata da un gazebo di ferro, tinteggiato di verde e interamente rivestito di luminarie.

Con la coda dell'occhio intravide un movimento alla propria destra, si volse in quella direzione, ma non riuscì a individuare cosa aveva attirato la sua attenzione.

Theo, d'altro canto, approfittò della situazione per continuare a nascondersi agli occhi dell'altro. Erano soli nel giardino, probabilmente perché gli abiti succinti delle dame presenti alla serata impedivano loro di accettare inviti fuori dalla struttura, altrimenti avrebbero dovuto fronteggiare l'aria frizzantina della sera, con il rischio di beccarsi un raffreddore. Non era una cosa che impensieriva lui, dato che Jeffrey indossava un'elegante e calda giacca, verde ottanio, e lui era così agitato ed emozionato da sentirsi il sangue ribollire nelle vene.

Da un parte fremeva dal desiderio di andargli incontro, mentre dall'altro avrebbe pagato qualsiasi cifra affinché gli venisse concesso di restare esattamente dove si trovava, nascosto, a fissarlo per l'eternità.

Le luci del gazebo si riflettevano sui vestiti di Jeffrey, impreziosendoli come tanti diamanti disseminati tra le pieghe dei tessuti. I suoi occhi parevano brillare e sembravano essere in grado di ammaliare chiunque, anche se da quella distanza non si riusciva a scorgerne il colore. La sua pelle ambrata, i capelli miele, le labbra sottili, il fisico statuario messo in risalto dall'abito tagliato su misura, ogni particolare contribuiva a renderlo ancora più bello, ponendo in secondo piano tutti i suoi piccoli difetti.

Tuttavia, quella bellezza risultava, per Theo, struggente, accompagnata da una velata tristezza. Si commosse e i suoi occhi si riempirono di lacrime, mentre si decideva a raggiungerlo.

Lo aveva fatto penare a lungo, torturandolo con i suoi giochetti – sì che Jeffrey si era sempre dimostrato entusiasta e consenziente, ma Theo immaginava che se avesse avuto a che fare con qualcun altro, probabilmente, non si sarebbe fatto coinvolgere in una situazione tanto complessa e, per certi versi, snervante. Si sentiva un po' in colpa per averlo trascinato in tutto quello per soddisfare i propri capricci, anche se era stata un'idea di Jeffrey quella di dare il via al loro corteggiamento in giro per il mondo.
Theo aveva accettato di buon grado, aveva preso in mano la situazione, cercando di complicarla all'infinito, sia per metterlo alla prova, sia per evitare di fronteggiare fin da subito la realtà del loro legame, ma sapeva che se avesse avuto la possibilità di tornare indietro avrebbe di certo ripercorso ogni cosa, tutto da capo, senza pentirsi mai delle proprie scelte.

Jeffrey lo vide emergere dai cespugli di fiori, prestando attenzione a non ferirsi con i rovi, finché non si trovò a pochi passi da lui. Rimasero fermi, l'uno di fronte all'altro, a guardarsi in silenzio. Poi l'uomo sorrise e Theo ebbe un tuffo al cuore nel rendersi conto che l'altro sembrava consapevole delle sue intenzioni.

Non credeva che Lily o Nate si fossero lasciati sfuggire qualcosa di troppo con lui, nutriva ancora in loro una cieca fiducia, ma sapeva che Jeffrey era una persona intelligente e inoltre aveva imparato a conoscerlo bene, durante le ultime settimane.

Ricambiò il suo sorriso e allungò una mano nella sua direzione e Jeffrey la prese in una delle proprie.

Sembrava trascorsa un'eternità dalla sera in cui si erano conosciuti e non soltanto un paio di mesi. Avevano condiviso tanto, litigato, fatto l'amore, sperimentato nuove esperienze ed emozioni straordinarie. Jeffrey aveva aiutato Theo a comprendere che l'amore tra uomini esiste, non è soltanto frutto di una perversione – così come suo padre aveva cercato di inculcargli per tanti anni.
Quello che Theo provava per Jeffrey non aveva nulla di sbagliato, né tanto meno si poteva definire frutto di un'illusione, perché era così intenso e profondo che, a ogni respiro, percepiva la propria anima vibrare come se avesse acquisito nuova forma e peso e non poteva fare nulla per ignorare che quel cambiamento portava il nome di Jeffrey. Gli era entrato dentro in un modo che mai avrebbe potuto immaginare: era diventato parte di lui, così come lo potevano essere un suo braccio, gli occhi, i capelli decolorati... e Jeffrey.

CHOOSE MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora